Una Grecia stanca e disillusa rivota Tsipras: ma a vincere è stata la Merkel

CON IL 35,5% DEI VOTI, SYRIZA SI AGGIUDICA 145 SEGGI. FORMERA’ DI NUOVO UN GOVERNO CON I NAZIONALISTI INDIPENDENTISTI
Ormai non si contano più le volte in cui i greci sono stati chiamati alle urne negli ultimi dieci anni. Del resto, la Grecia ha inventato la democrazia. Ma sarebbe anche interessante calcolare quanti soldi sono stati spesi per svolgere le elezioni. In un Paese che, come noto, non se la passa di certo economicamente bene. A otto mesi dalle ultime elezioni – che hanno visto come noto la vittoria di Alexis Tsipras, poi rivelatosi un flop rispetto a quanto promesso in campagna elettorale – sono stati nuovamente richiamati alle urne. Ma a rispondere all’appello è stata poco più della metà degli aventi diritto al voto. Come dicevo in un precedente post, i greci hanno perso anche quella speranza e quell’entusiasmo che li aveva portati alle urne lo scorso gennaio. A riprova di ciò il fatto che l’astensionismo si sia verificato soprattutto tra i giovani. Un dato allarmante, dato che loro rappresentano, per motivi anagrafici, il futuro di un Paese. Forse in cuor loro sanno già bene che a vincere sarebbe stata una marionetta di Bruxelles: o il deludente Tsipras o il leader di Nea Demokratia Vangelis Meimarakis. A vincere è stato il primo, che per strada ha perso anche la frangia più a sinistra e intransigente del suo partito (incarnata dall’ex Ministro Varoufakis). I risultati elettorali vedono una sola vincitrice: Angela Merkel, la quale ha fatto sì che i greci schiacciassero gli estremismi e votassero qualcuno che dicesse Nai senza troppi problemi ai suoi diktat.

IL RISULTATO ELETTORALE – Syriza si conferma dunque il primo partito greco, seguono i conservatori di Nuova Democrazia, i filonazisti di Alba dorata si attestano come terza forza politica e Unità popolare, fondata dai dissidenti del partito di Alexis Tsipras, non raggiunge la soglia del 3% necessaria a entrare in parlamento. Syriza ottiene il 35.5%; Nuova Democrazia il 28,1%; il partito di estrema destra Alba Dorata il 7,1%; i socialisti del Pasok il 6.4%; Kke 5.5%; To Potami (centrosinistra) il 4%; i Greci Indipendenti 3.7%; Unione centristi il 3.4%.
Queste percentuali assegnano a Syriza 145 seggi; a Nea Dimokratia 75 seggi; 19 ad Alba dorata; 17 al Pasok; 15 al Kke; 10 a Potami; 10 ai Greci Indipendenti, 9 all’Unione centristi.
Tanti gli astenuti: circa il 45% degli aventi diritto al voto.
L’ALLEANZA CON I NAZIONALISTI– La Grecia avrà quindi un nuovo governo e una nuova maggioranza, formata da Syriza e dai Greci Indipendenti (Anel): i due partiti insieme avranno 155 seggi: 145 Syriza e 10 Anel. «Porteremo avanti il Paese con il duro lavoro e la perseveranza», scrive il leader di Syriza su Twitter. «Da domani mattina siamo pronti a formare un Governo con Tsipras premier», ha risposto il leader degli indipendentisti greci.
Tsipras riceverà già lunedì mattina l’incarico di formare un nuovo governo da parte del presidente della Repubblica, Prokopis Pavlopulos, poi giurerà nelle mani del capo dello stato in serata o nel tardo pomeriggio. Per martedì si attende invece il giuramento dell’intero governo.
LE SFIDE CHE ATTENDONO TSIPRAS– E adesso al lavoro sull’applicazione del memorandum. la prima mossa del premier sarà quella di istituire un iperministero per la troika, concentrato cioè sul memorandum e sulle misure dei creditori, che dovrebbe essere occupato dall’ex ministro del finanze Euclid Tzakalotos, il mite professore universitario che aveva sostituito l’eccentrico Varoufakis al tavolo dei negoziati.
Sul fronte investitori alcuni analisti sostengono che saranno necessari almeno due mesi per verificare l’affidabilità dello Tsipras II al fine di calibrare nuove opportunità, anche alla luce del volume e della rapidità con cui verrà portato avanti il dossier delle riforme, che comunque andrà in Aula entro Natale: mancano all’appello la riforma delle pensioni, del sistema fiscale per la riscossione delle entrate e del controllo sui fondi europei.
Così l’attenzione dei fondi stranieri e degli investitori sarà concentrata sulle nuove dichiarazioni del governo verso i creditori internazionali. Non mancano voci pessimiste, come Gabriel Sterne della Oxford Economics (l’istituto di analisi dell’Università di Oxford, che fornisce previsioni economiche per le imprese e gli istituti finanziari che operano a livello internazionale), secondo cui la situazione greca non è sostenibile e la grande domanda, oggi, è come farà ad essere applicato il nuovo programma di prestiti visto che anche il Fmi nutre dubbi sulla sostenibilità del debito. Per cui prende corpo l’idea di affiancare, al timing rigido delle riforme, la possibilità di allungare i tempi di restituzione dei prestiti. Un passaggio su cui si starebbe ammorbidendo anche il ministro tedesco Wolfgang Schaeuble.
Un ruolo significativo lo giocherà anche il dossier privatizzazioni, su cui Tsipras fino ad oggi si è mosso ad intermittenza. Se la partita con i cinesi di Cosco China sembrava sul punto di chiudersi per il porto del Pireo, sono le ferrovie di Treinose a destare più di un dubbio. A volerle con forza sono i russi di Russian Railways, la più grossa azienda ferroviaria del pianeta, ma si registra lo scarso gradimento di Washington, via Berlino, nonostante Mosca sia disposta anche a caricarsi sulle spalle gli 800 milioni di debiti della società ellenica.

Senza dimenticare il versante energetico, che al pari del debito sarà la linea guida del nuovo governo. Il precedente ministro dell’energia Panagiotis Lafazanis aveva siglato con Mosca il patto sul Turkish Stream, il nuovo gasdotto che tramite il mar Nero avrebbe dovuto condurre il gas sino al Mediterraneo, via Grecia. Adesso sarà interessante vedere chi Tsipras sceglierà per quel dicastero così delicato, anche alla luce dei nuovi giacimenti trovati in Egitto e soprattutto di quello che esiste a largo dell’isola di Creta, su cui occorrerà prendere una decisione definitiva in tempi rapidi.

Capitolo occupazione. Una delle mosse di Tsipras su cui la troika aveva storto il naso era stata la riassunzione delle donne delle pulizie nei ministeri, anche per via del salario che percepivano: 1400 euro per mezza giornata di lavoro. Nel nuovo memorandum c’è scritto che tutte le misure che il governo greco vorrà adottare (quindi anche assunzioni o provvedimenti legati a stipendi e pensioni) dovranno essere avallate dalla troika solo in caso di copertura interna. Per cui se Tsipras dovesse riuscire nell’impresa di mettere sul mercato le frequenze televisive fin qui regalate agli oligarchi, allora potrebbe avere i denari per una qualche misura legata al welfare o all’assistenza verso i più bisognosi, così come più volte promesso. Contrariamente avrebbe ancora le mani saldamente legate.

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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

Una risposta a “Una Grecia stanca e disillusa rivota Tsipras: ma a vincere è stata la Merkel”

  1. Tsipras da un lato ha fatto bene a staccarsi dall'Euro visto che la situazione economica in Grecia era davvero disastrosa. Noi però se ci togliessimo dall'Euro e dall'UE saremo in giro nei carrozzini come in Africa e in Asia.

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