Ucraina perseguita partiti e persone filo-russi: i tanti casi

Introduzione

Vladimir Putin non è certo un campione di democrazia. E’ il rappresentante di un sistema basato sulle decisioni di un establishment, costituito da siloviki e oligarchi. Quindi, la comministione tra potere militare ed economico, che ha preso il controllo del paese dopo il crollo dell’Unione sovietica. Anche in risposta alle minacce esterne atlantiste che avrebbero volentieri voluto mettere le mani sul paese.

Certo, alcune cose non tornano. Per esempio, quando fu uccisa Anna Stepanovna Politkovskaja, giornalista di Novaja Gazeta. La quale scriveva coraggiosi articoli contro il presidente. L’assassinio avvenne il 7 ottobre 2006, per il quale furono condannati cinque uomini di etnia cecena. Ma mai trovati i mandanti.

La cosa assurda è che l’omicidio avvenne quando Putin era impegnato col G8. Un’ottima vetrina internazionale per addossargli una grossa colpa e farlo passare come un feroce dittatore. Sarebbe stato così fesso da ordinare la morte di una dissidente proprio quel giorno?

E cosa dire dell’omicidio Boris Nemtsov, del quale parlai qui.

In realtà anche gli ucraini non scherzano quanto a persecuzioni di oppositori e dissidenti. Ecco la lunga lista.

Persecuzione di filo-russi in Ucraina

Come riporta Contropiano, l’Ucraina ha anche cominciato una guerra sul fronte interno mediante formazioni paramiliatari di estrema destra che si accaniscono liberamente ed in maniera extra-giudiziale contro le opposizioni.

Il movimento comunista dal 2015 è diventato illegale grazie ad un apposito sistema legislativo: parliamo dei simboli, compresi quelli richiamanti alla lotta contro l’invasione nazista, delle organizzazioni, delle persone fisiche, arrestate, torturate ed esiliate nel Donbass o altrove.

Tra i casi più eclatanti, troviamo l’arresto di Medvedchuck, che con la sinistra non ha nulla a che fare. Essendo un ricchissimo uomo di affari a capo di un blocco di più di 40 parlamentari (numericamente il secondo dell’intero parlamento), erede della coalizione che appoggiava il presidente Janukovich, deposto dal colpo di stato di Maidan.

A seguito di quest’arresto, con la vittima messa in bella mostra televisiva, il Presidente Volodymyr Zelevsky ha proposto uno scambio di questo con tutti i prigionieri di guerra fatti dalla Russia e dalle Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk.

Secondo il canale Telegram “Repression of the left and dissenters in Ukraine“, l’ufficio del procuratore generale dell’Ucraina ha riferito che dal 24 febbraio 2022 al 7 aprile 2022 sono stati registrati 7283 procedimenti penali e un caso definito “principale” connessi all’aggressione della Federazione Russa.

Di questi, 1.653 sono procedimenti penali per “violazione dell’integrità territoriale dell’Ucraina” (articolo 110 del codice penale). La prassi giudiziaria mostra che si tratta principalmente di post sui social network in cui i cittadini esprimono le proprie opinioni. Ad esempio, il blogger di Leopoli Gleb Lyashenko è in arresto dal 30 marzo.

Sono 435 i casi di “alto tradimento” (articolo 111), fra cui il poeta 70enne Yan Taksyur, che ha sostenuto i diritti della Chiesa ortodossa ucraina. Dal 10 marzo è in arresto nel centro di detenzione preventiva Lukyanovsky (Kiev).

Il 20 marzo, la SBU ha arrestato la 66enne attivista per i diritti umani Elena Berezhnaya a Kiev, accusata anche lei di alto tradimento.

Poi ci sono 43 casi di “guerra aggressiva (articolo 437). In base a questo articolo, ad esempio, è stato accusato un attivista dell’organizzazione di sinistra Livitza, di Dnepropetrovsk, Alexander Matyushenko, il quale non è mai stato un miliziano. Durante l’arresto è stato duramente picchiato dai nazisti di Azov. Dal 3 marzo è detenuto.

Lo stesso giorno, 39 persone sono state arrestate a Dnepropetrovsk con la stessa accusa.

In seguito, Matyushenko è riuscito a far derubricare la propria accusa, creando così la possibilità di rientrare anch’egli in uno scambio di prigionieri.

56 casi sono di “sabotaggio”. Uno di questi riguarda il giornalista di Odessa Yuri Tkachev, accusato di possesso di esplosivi, che, secondo lui, gli sono stati piazzati addosso da agenti della SBU. Dal 19 marzo è in arresto. Lo stesso giorno, 17 persone sono state detenute a Odessa per lo stesso motivo.

In questa casistica è rientrata anche l’accusa, a Lutsk, del violinista della Filarmonica regionale Volyn Oleg Smetanin.

Inoltre, Il 7 marzo il giornalista Dmitriy Dzhangirov (membro del partito ”Nuovo Socialismo”), Vasyl Volha (ex leader dell’Unione delle Forze di Sinistra), il giornalista Yury Dudkin e il pubblicista Aleksandr Karevin (che è riuscito a scrivere sul momento sulla sua pagina Facebook: “La SBU sta venendo”), sono stati arrestati a Kiev.

L’11 marzo, l’attivista di sinistra Spartak Golovachev è scomparso a Kharkiv. Lo stesso giorno, a Odessa, la SBU ha arrestato Elena Vyacheslavova, la figlia di Mikhail Vyacheslavov, ucciso il 2 maggio 2014 nell’incendio della Camera dei sindacati di Odessa.

Anche il luogo in cui si trovano diversi membri dei partiti di sinistra “Nuovo Socialismo” e Derzhava è sconosciuto. Hanno smesso di scrivere qualsiasi cosa sui social media. Potrebbero essere nascosti, ma potrebbero anche essere stati arrestati.

Il 13 marzo, in un villaggio vicino a Odessa, è stata bruciata la casa dell’attivista di sinistra Dmitry Lazarev.

Il 4 marzo Vladimir Ivanov, attivista di sinistra di Zaporozhye, è scomparso. Non si sa dove si trovi. Sul suo account Telegram vengono visualizzati post piuttosto insoliti per lui.

Secondo alcuni report da Dnepropetrovsk, il 19 marzo le forze di sicurezza hanno fatto irruzione in una casa e hanno arrestato Yuriy Bobchenko, presidente del sindacato dei lavoratori del settore metallurgico e dei minatori presso l’impresa ArcelorMittal. Quella che aveva acquistato l’Ilva di Taranto.

Tutti questi casi fanno seguito a quello dei fratelli Kononovich, anch’essi appartenenti ad un’organizzazione giovanile comunista e scomparsi.

Conclusioni

In Ucraina è in corso una pesante guerra civile, tra filo e anti russi. Sebbene già esistessero delle istanze nazionaliste e un risentimento verso i vicini, dopo il 2014 tutto si è acuito, fomentato dagli occidentali che stanno appoggiando i neonazisti in modo non proprio occulto.

Durante le proteste di piazza Maidan c’erano anche importanti rappresentanti americani, come Victoria Jane Nuland, diplomatica statunitense che in quel periodo ha ricoperto la funzione di Assistant Secretary of State for European and Eurasian Affairs presso il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America sotto la presidenza di Barack Obama.

O John McCain, già visto in alcune foto con gli alti vertici dell’ISIS. Un’altra bella invenzione statunitense che ha messo a soqquadro il Medioriente.

Ricevi le news su Telegram iscrivendoti al canale dal bottone seguente:

5,0 / 5
Grazie per aver votato!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.