TUTTI GLI UOMINI DI ELENA CESTE: CRONACA O SQUALLIDO GOSSIP?

LA DONNA DI COSTIGLIOLE D’ASTI ERA SCOMPARSA LO SCORSO GENNAIO, RITROVATA POI IN UN CANALE VICINO CASA LO SCORSO OTTOBRE. SI PARLA DI SEI UOMINI CON CUI LA DONNA PARLAVA. TV E GIORNALI CI SPECULANO DA MESI
La linea tra diritto di cronaca e squallido gossip si sta facendo sempre più sottile. I vari programmi televisivi speculano quotidianamente su sparizioni e omicidi, scavando nel privato dei protagonisti delle vicende di turno in modo ancora più approfondito degli inquirenti stessi. Discernendo teorie nei salotti tra psicologi, criminologi e vip ospiti. Iniziano dalla prima notizia di scomparsa fino all’ultimo grado di giudizio del presunto autore del crimine, garantendosi così per anni un’oretta di puntata riempita e molto seguita. Fino a qualche anno fa avevamo solo due programmi: Un giorno in Pretura, che si limita a far vedere le udienze dei processi più popolari in diretta, e Chi l’ha visto?, programma che si occupa della storia delle persone scomparse, talvolta risultando anche utile agli inquirenti stessi (il potere delle immagini televisive può aiutare a ritrovarle). Ma ormai la situazione è degenerata: si pensi alla Vita in diretta, Pomeriggio (e Domenica) cinque e Quarto grado, le quali fanno emergere storie private e intrecci alla Beautiful. Tra gli ultimi casi quelli di Yara Gambirasio ed Elena Ceste, per la quale si ipotizza addirittura che flirtasse con ben sei uomini. Facendo così apparire una persona colta, madre di famiglia, come una poco di buono. Certo, il matrimonio con Michele Buoninconti, unico indagato per ora, era in crisi. Una donna infelice, annoiata, come tante altre e tanti uomini. Ma chi è senza peccato…

IL RITROVAMENTO DEL CADAVERE– La donna è sparita lo scorso 24 gennaio dalla sua abitazione in provincia di Asti, Rio Mersa di Isola d’Asti, e il suo cadavere è stato ritrovato in un canale lì vicino lo scorso 18 ottobre. il corpo è stato depositato e nascosto, con un tentativo evidentemente frettoloso di occultamente, utilizzando rami, arbusti e – forse – anche cercando di coprirlo con il fango o le zolle che, almeno per quanto riguarda una parte dell’addome, hanno avuto la funzione di impedirne la totale distruzione o scheletrizzazione. La certezza è arrivata dopo una serie di test sulla posizione del corpo (trovato rannicchiato) che hanno escluso altre ipotesi. La posizione del cranio, innaturale rispetto al corpo, si spiega con l’azione di un animale selvatico o degli eventi naturali degli ultimi mesi. Quindi è certo che Elena Cesta sia morta in un altro luogo, anche se non si può ancora dire con sicurezza come sia morta. 
I carabinieri della Scientifica intanto hanno consegnato un reperto importante, forse decisivo per il proseguo delle indagini. Un frammento di fegato, recuperato nell’addome della donna, è stato affidato dai pm ai periti per valutare se la vittima, nelle ore precedenti la scomparsa, avvenuta il 24 gennaio scorso, avesse o no assunto psicofarmaci, sostanze alcoliche o stupefacenti; per completare l’esame ci vorranno almeno tre settimane. Idem per la ricerca delle diatomee, l’alga unicellulare che dimostra con la sua presenza se una persona è morta annegata o se invece è deceduta per altre cause. I periti lavoreranno sulle ossa, «grattandole» sino a esaminare il quantitativo necessario per arrivare a delle conclusioni. Anche in questo caso, ci vorrà tempo.
COMUNICAVA CON PIU’ UOMINI – Ma ci sono altri elementi: i genitori hanno confermato agli inquirenti che Elena Ceste, nel corso di una riunione, avvenuta il 3 novembre 2013, una domenica, a Torino nella casa di famiglia, aveva rivelato, in modo chiaro, che nel suo matrimonio c’era qualcosa che non andava, insomma la rivelazione di una crisi, per la prima volta espressa in modo esplicito; i genitori precisano inoltre che la figlia non era depressa, né faceva uso di psicofarmaci; circostanza confermata dal medico di famiglia Mario Gozzellino che vide Elena proprio il pomeriggio prima della scomparsa, trovandola tranquilla e serena come sempre, intenta la rassicurare la figlia più piccola che aveva avuto un lieve malessere.
Si è scoperto, per la gioia dei programmi succitati, che la donna comunicasse con diversi uomini. In ordine di comparizione: Paolo Lanzilli, l’ex compagno di scuola di Elena rientrato in contatto con lei dopo avere rivisto la foto delle elementari su Facebook in cui erano insieme. «Solo un’amicizia – ha detto Lanzilli – dai contorni ben definiti»; segue il torinese Gian Domenico A., anche lui ex compagno di scuola; Antonio R., l’artigiano, 43 anni, di Settimo Torinese con cui ci fu una vera relazione nell’estate del 2013; Damiano S., muratore e padre di un compagno di scuola del figlio a cui era legata da una profonda amicizia, scandita da decine e decine di telefonate, anche nelle ultime ore prima della scomparsa.
Damiano S. ha lasciato Costigliole. Teme i giornalisti e in paese corre voce che il suo matrimonio sia entrato in crisi. Di certo c’è che Michele Buoninconti, il marito, sapeva delle attenzioni del muratore nei confronti di sua moglie. Quindi la storia della ricarica da 30 euro della scheda di Elena, forse effettuata proprio da Damiano S., circostanza poi scoperta dal marito. Il quinto uomo, pare un collega di Michele, aveva attivato la funzione «You and me» della sua Sim con quella utilizzata da Elena. Ma quella scheda era stata attivata a suo tempo dal marito. Gli sarebbe bastato connettersi con il sito web del gestore, registrarsi e poi, con una password, visualizzare tutto il traffico telefonico della moglie, compresi numeri chiamanti e Sms inviati.
Il sesto personaggio, il più anziano, fa parte delle vecchie amicizie di famiglia, in qualche modo sopravvissute al trasferimento di Elena prima a Salerno e poi nell’Astigiano. L’età varia dai 37 ai 63 anni. Quasi tutti sposati, in possesso di un lavoro, alcuni con la fama e l’atteggiamento da «conquistatori» di donne, quasi scelte nel proprio ambiente sociale, con profili simili o identici.
SGAMATA – Ultimo dettaglio. Inquietante. Elena aveva scoperto che «qualcuno» si era impossessato della password del suo profilo Facebook. Aveva letto delle risposte a delle conversazioni private con alcuni dei suoi amici che lei non aveva scritto. Persino auguri di compleanno fatti e ricambiati. Un misterioso alter ego che aveva violato i segreti della sua chat. Tanto da sconvolgerla. Così si ipotizza che il marito la abbia uccisa per gelosia o che la donna si sia suicidata per la scoperta.
Certo, può capitare anche di peggio, come i plastici di Vespa a Porta a porta o il turismo sul luogo della tragedia, come accadde ad Avetrana per il caso Scazzi o all’isola del Giglio per la Concordia.
Purtroppo la canzone di Samuele Bersani è ancora tristemente attuale.

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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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