Turchia: 9 paesi hanno chiuso consolati prima del sisma, sapevano?

Turchia: 9 paesi hanno chiuso consolati prima del sisma, sapevano?

Continua la triste conta delle vittime del terribile terremoto che ha colpito la i territori ai confini tra Turchia e Siria. Hanno superato quota 40mila, ma la cifra è ancora destinata a salire.

Ma non solo morti. Il terremoto in Turchia ha anche provocato in pochi secondi circa 3 milioni di senza tetto, la distruzione di infrastrutture civili, anche ospedali e strade strategiche oltre che case.

Diversi ingegneri edili sono stati arrestati prima che scappassero dal paese. Risponderanno del fatto che edifici di nuova costruzione si siano sbriciolati come nulla.

Ma in queste ore stanno emergendo altre inquietanti notizie. Alcuni paesi avevano ordinato la chiusura dei loro consolati in Turchia poco prima del terremoto. Alla luce di quali paesi si tratta, viene un terribile sospetto.

Paesi che hanno chiuso consolato prima del terremoto in Turchia

A lanciare il sospetto, anche se lui ne parla con sicurezza, il decano del giornalismo Maurizio Blondet sul proprio sito. Il quale cita come fonte un gruppo Telegram di contro-informazione: Consenso disinformato.

In pratica, la notizia sarebbe questa: alcuni paesi avrebbero richiamato il proprio ambasciatore 24 ore prima del sisma. I seguenti:

  • Canada
  • Stati Uniti
  • Gran Bretagna
  • Germania
  • Belgio
  • Italia
  • Olanda
  • Francia

Per Maurizio Blondet, questi paesi sapevano in anticipo che ci sarebbe stato il sisma. E a provocarlo sarebbero stati gli Stati Uniti ai danni della Turchia. Che è nella Nato dagli anni ’50 ma più volte non ha mostrato di opporsi a Putin e alla sua invasione dell’Ucraina. Quindi, andava punito.

Blondet poi chiama in causa anche la richiesta di investire di più in armi da parte della Nato a Bruxelles. Con la Germania che si è fatta capofila di questa corsa agli armamenti, nonché il dispiegamento di navi con armi nucleari nel Mar Baltico da parte della Russia, come conseguenze e inevitabile escalation del sisma provocato in Turchia dall’Occidente.

Maurizio Blondet chiude parlando di Crimine Assoluto di Strage ma si appella per ogni residua speranza al miracolo del bambino di 5 anni rimasto illeso dopo 112 ore sotto le macerie.

Richiamo ambasciatori: Paesi occidentali sapevano del terremoto in Turchia?

Sebbene non ami la categoria, cerchiamo di fare fact-checking. L’unica notizia in merito la riporta tra le fonti autorevoli ADNKronos, che però aveva riportato qualcosa di diverso: la chiusura da parte di 9 Paesi dei loro consolati a Istanbul. Il motivo era un rischio attentato.

Nella stessa si legge che il ministro dell’Interno di Ankara, Suleyman Soylu, ha denunciato “la guerra psicologica” contro il suo Paese.

Il rischio attentato deriverebbe dal fatto che il 30 gennaio, l’ambasciata americana aveva avvertito del rischio di possibili attacchi di rappresaglia per il rogo di copie del Corano in varie città europee. Come relazione alle richieste avanzate dalla Turchia a Svezia e Finlandia per aderire alla Nato. Presumibilmente, il rimpatrio dei terroristi curdi del PKK in Turchia, che hanno trovato riparo nei due paesi scandinavi (ne ho parlato qui).

Quindi, ci sono delle incongruenze. In primis, la chiusura è avvenuta ad inizio febbraio, mentre il drammatico terremoto si è verificato il 6 febbraio. Quindi, non 24 ore prima. Tuttavia, l’obiezione potrebbe essere che la chiusura sia avvenuta con qualche giorno di anticipo in via precauzionale.

La seconda è che la chiusura ha riguardato i consolati e non le ambasciate. Tra le due istituzioni c’è una importante differenza, malgrado siano spesso confuse.

Infine, i paesi che hanno chiuso i consolati sono 9 e non 8 come nell’elenco.

Come spiega Differenza tra, l’ambasciata svolge delle funzioni diplomatiche e di politica internazionale con lo Stato ospitante. Il consolato, invece, si occupa di fornire dei servizi di carattere amministrativo ai cittadini del proprio Stato, anch’essi all’estero.

Insomma, per dirla in soldoni, il primo è un organo con funzioni politiche e diplomatiche, il secondo burocratiche e amministrative.

Almeno che, invece della geopolitica, c’entrino questioni scientifiche. Magari quei paesi avevano informazioni preventive sul sisma che non hanno diffuso alla collettività. Ma siamo nel campo delle ipotesi.

Comunque, ho ritenuto giusto dare la notizia, seppur con le sue falle. Perché oggi come oggi, non va escluso più nulla. Un ritiro di rappresentanti dello Stato c’è stato davvero e giusto qualche giorno prima il sisma…

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