Dopo Usa tocca a Ue: tutti i “Trump” europei che potrebbero vincere elezioni nel 2017

Dopo vari post su Facebook e Twitter – presi ora come minaccia, ora come promessa a seconda dei casi – Donald Trump sta mettendo in pratica il suo programma. Del resto, i primi 100 giorni per chi vince una qualsiasi elezione – dall’amministratore di condominio al Presidente degli Usa passando per i Sindaci – sono quelli che ne testano il polso. Ne determinano già un primo bilancio e, addirittura, possono già sentenziare sul suo operato. E così Trump non ha perso tempo nel chiudere le frontiere a 7 sette Paesi islamici; ad annunciare la realizzazione di un muro ai confini col Messico; a promettere meno tasse per chi produce in America e dazi severi per chi invece produce fuori dai confini americani e poi furbamente rivende i prodotti negli Usa. Un programma folle? Anacronistico? Può darsi. O, forse, semplicemente, si torna a parlare di interessi nazionali e si vuole uscire dalla retorica della globalizzazione e del mercato unico tra Paesi diversi. Gli stessi che hanno fatto arricchire pochi e impoverire la massa. Sottratto diritti e aumentato speculazioni.

Noi europei ne sappiamo qualcosa in fondo. E non a caso anche in seno all’Ue “rischiano” di vincere le elezioni, o comunque avere un peso notevole nei rispettivi parlamenti nazionali, tanti “Trump”. Una foto scattata nella cittadina tedesca di Coblenza e postata fieramente da Salvini, ritrae vari leader di partiti e movimenti nazionalisti e/o euroscettici. Al punto che già si parla di Internazionale populista, che prende il posto della già sepolta da tempo Internazionale socialista. Ma chi sono questi Trump europei e quante chance hanno di vincere? Vediamolo di seguito.

I tanti Trump europei che avanzano

partiti populisti europeiLa foto postata su Twitter da Matteo Salvini lo ritrae sorridente insieme a Marine Le Pen, Geert Wilders, Frauke Petry e Harald Vilimsky. Salvini lo conosciamo bene. Ha riportato la Lega Nord ai tempi d’oro con la sua perenne campagna elettorale contro Euro, immigrati, Stato centrale. Anche Marine Le Pen ormai la conosciamo bene. Leader del Front National che ha messo all’angolo il padre ormai diventato scomodo e vetusto, proprio come il buon Matteo ha fatto con Bossi. Geert Wilders (quello centrale) è un cinquantaquattrenne politico olandese, fondatore e leader del Partito per la Libertà (PVV). Euroscettico, tacciato anche di essere razzista e xenofobo, candidato alle politiche olandesi di quest’anno. Frauke Petry (ultima sulla destra) è una politica tedesca, leader del partito Alternativa per la Germania, decisamente anti-Merkel, che proverà a scalzare alle politiche tedesche del prossimo settembre. Infine, Harald Vilimsky (primo a sinistra), cinquantenne parlamentare austriaco dal 2006, leader del partito di destra austriaco Partito della Libertà Austriaco. Accusato di essere antisemita. Peraltro, in Austria lo scorso anno ha visto l’ultranazionalista Norbert Hofer ottenere il 47% di consensi alle amministrative.

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I Trump europei già consacrati

Viktor Orban trump europeiA loro poi vanno aggiunti quanti al potere ci sono già. In Ungheria, Fidesz, il partito del premier Viktor Orbán, governa dal 2010 riscuotendo consensi tra il 45% e il 52%. Con Jobbik, partito di estrema destra che insieme al governo è il principale artefice della costruzione della barriera anti-immigrati al confine con la Serbia, che attira consensi intorno all’11%. Situazione simile a quella della Polonia, dove la formazione della destra ultranazionalista Diritto e Giustizia con a capo Beata Szydlo è salita al governo nel 2015 senza bisogno di formare alleanze. Poi in Gran Bretagna c’è l’United Kingdom Independence Party, di Nigel Farage. Il principale artefice di quel terremoto chiamato Brexit. Nei Paesi dell’area slava – da quelli della ex Jugoslavia a quelli balcanici – pure c’è un vento da destra che soffia insistente da anni. Anche per effetto dell’esperienza comunista vissuta sulla pelle da essi.

Dall’Internazionale socialista all’Internazionale populista

trump farangeMa bisogna anche chiedersi: è giusto liquidare in maniera semplicistica il Trump americano, e gli omologhi europei, come populisti e cavalcatori di ansie e paure delle periferie e dei diseredati? Oppure c’è dell’altro? Forse, altrettanto semplicemente, chi è stato per troppi anni snobbato e sfruttato dalle élite che governano, ha trovato qualcuno che li rappresenti e gli dia voce nella “stanza dei bottoni”. Fosse che, laddove ha fallito l’Internazionale socialista, riesca quella populista?

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2 Risposte a “Dopo Usa tocca a Ue: tutti i “Trump” europei che potrebbero vincere elezioni nel 2017”

  1. Cito testualmente dall’articolo “O, forse, semplicemente, si torna a parlare di interessi nazionali e si vuole uscire dalla retorica della globalizzazione e del mercato unico tra Paesi diversi. Gli stessi che hanno fatto arricchire pochi e impoverire la massa. Sottratto diritti e aumentato speculazioni.”
    In un mondo anche solo vagamente giusto sarebbe doveroso farlo, ma non siamo in un mondo giusto e quindi non se ne parla proprio.
    Chiedo a tutti voi sulla scorta dell’esperienza degli ultimi 10-20-30 anni a seconda degli scaglioni di eta’ quanto c’e’ da fidarsi di un politico?
    Italiano, francese del paese dei puffi non ha importanza, sono se non cloni almeno molto simili.
    E ancora a memoria sempre coi parametri precedenti qual’e’ l’ultimo politico di cui avete memoria che ha fatto qualcosa per il popolo?
    E intendo qualcosa di vero, non la marketta da 80 euro o altre porcate varie.
    Non so all’estero ma credo che la globalizzazione sia anche in questo senso, ma in Italia non abbiamo un solo personaggio che sia con gli attributi per fare qualcosa, ma anche ammesso ci fosse il sistema si autoprotegge e quindi l’elemento di disturbo viene messo in condizione di non nuocere.
    Con questo scenario fosco e purtroppo reale credo proprio che valga solo il si salvi chi puo’ e una volta di piu’ capisco chi se la da a gambe, ovvio il paese della cuccagna non esiste, ma ci sono realta’ in cui una persona onesta puo’ vivere in modo decoroso e attualmente questo che dovrebbe essere la norma e’ quasi un miraggio.

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