Trump Vs Harris: 5 punti programma a confronto, poche differenze

Trump Vs Harris: 5 punti programma a confronto, poche differenze

Vediamo quali sono le differenze di programma tra Donald Trump e Kamala Harris. Tra i due le differenze sono minori di quanto si pensi.

Il prossimo 5 novembre si terranno le fatidiche elezioni presidenziali americane. Un appuntamento politico che coinvolge non solo gli oltre cento milioni di cittadini americani aventi diritto, ma tutto il mondo. Perché da Washington passano molte decisioni che incidono fortemente sull’economia dei paesi occidentali, ma anche sugli equilibri geopolitici. Sebbene la leadership americana da alcuni anni sia controbilanciata dalla Cina, con altri paesi come Russia e India di stesso influenti.

I candidati, come saprete volenti o nolenti, sono Donald Trump per il Partito repubblicano e Kamala Harris per il Partito democratico. Il primo, già presidente dal 2016 al 2020, la seconda attuale vice di Joe Biden. Per i due si profila una sfida all’ultimo voto, come accaduto 4 anni fa tra Trump e Biden o, andando un po’ più indietro, accadde tra George Bush e Al Gore.

Due personaggi che sembrano agli antipodi, almeno apparentemente. Ma che in realtà hanno programmi piuttosto simili sui punti cruciali.

Vediamo di seguito cosa pensano di Politica interna, estera, economia, ambiente e sanità.

Programma di Trump e Harris sulla politica interna

Aiutandoci con SkyTg24, partiamo dalla politica interna, poiché è proprio sulle politiche di “casa loro” che i due sono dissimili solo apparentemente.

Se è vero che sull’aborto Kamala Harris è sempre stata per la libertà di autodeterminazione, per quanto riguarda Trump, proprio durante la sua presidenza, furono proprio tre giudici scelti da lui per entrare nella Corte Suprema i più favorevoli a revocare il diritto all’aborto a livello federale. Tuttavia, il Tycoon nelle ultime settimane ha anche affermato che le norme sul tema sono “troppo dure” e andrebbero “rifatte”. Magari per accattivarsi un elettorato più liberal, per quanto lui si rivolga a un elettorato molto più conservatore riguardo ai diritti civili.

Stesso discorso riguarda l’immigrazione. Trump spinge per la realizzazione di muri, ma la Harris nei fatti non è meno rigorosa, soprattutto nei confronti di Paesi come Messico, Honduras, Guatemala, El Salvador e così via. È sicuramente più attenta al rispetto delle norme internazionali in tema di diritti umani rispetto a Trump. Inoltre, la scivolata di Trump riguardo ai “i migranti irregolari” che “mangiano i cani e i gatti” dei residenti di Springfield, in Ohio ha lasciato il segno. Con una eco sui Social pesante, soprattutto col solito taglio ironico.

Riguardo il possesso delle armi, se Trump sarebbe per armare pure i professori per difendersi dagli alunni, la Harris, in piena linea con l’ipocrisia democratica di questi anni, da un lato vorrebbe rendere le regole più severe, ma dall’altro poi non fa nulla per realizzarle concretamente.

Programma di Trump e Harris sulla politica estera

Anche qui i due sembrano solo apparentemente lontani. E’ proprio sulla guerra in Medioriente che Kamala Harris rischia grosso, perché può perdere i voti dei migranti, soprattutto di fede musulmana. Per quanto denunci i crimini di guerra in corso a Gaza e dintorni, alla fine sta con Israele. Trump invece sta apertamente con Israele, ribadendo che Netanyahu “sa quello che fa“. Del resto, vanta l’appoggio dei sionisti, come dimostra chi c’è dietro il suo possibile vice e il fatto che spostò l’ambasciata americana a Gerusalemme quando era Presidente.

Situazione delicata per quanto concerne la guerra in Ucraina. Trump dice da tempo che farebbe finire la guerra in 5 minuti ma non ha mai detto come. Tuttavia, è molto probabilmente che ridurrebbe pesantemente l’appoggio americano alla causa ucraina, dall’alto della sua filosofia “America the first”. Del resto, è l’unico presidente americano a non aver avviato guerre o inasprito conflitti dal dopoguerra e i rapporti con Putin sono buoni, per quanto sia costretto a nasconderlo. Anche qui ambigua invece la posizione della Harris, che spera che la guerra finisca domani ma poi non fa nulla affinché ciò accada. Anzi, proprio sotto la sua amministrazione all’ombra di Biden che i rapporti tra Ucraina e Russia si sono definitivamente deteriorati.

Per quanto riguarda i rapporti con Unione europea e Cina, se la Harris proseguirà sulla politica estera di Biden, di colonizzazione della prima e di rapporti da “pace armata” con la seconda, Trump ha già dimostrato cosa pensa di entrambe. Interrompendo diversi accordi con l’Ue, preferendo più accordi commerciali bilaterali con i singoli stati, mentre ha avviato una guerra commerciale con la Cina. E tutto lascia presagire che farà lo stesso con un nuovo mandato.

Programma economico di Trump e Harris

Anche per quanto riguarda la politica economica, come riporta Forbes, Harris si fa erede della politica economica di Joe Biden. Più inclusiva e aperta di quella di Trump, certo, eppure fondamentalmente radicata (ormai) in un approccio ‘America First’, anche essa. In campo economico e industriale.

Biden ha mantenuto i dazi di Trump contro l’export cinese e lo scorso maggio li ha resi più impervi. Tasse più alte per batterie, celle solari, acciaio, alluminio, attrezzature mediche. Da una parte, Biden ha sospeso i dazi imposti da Trump su acciaio e alluminio europei; dall’altra, ha firmato due grandi leggi all’insegna del nazionalismo industriale. Insomma, una sorta di ‘America first’ più green e diplomatico, con il duplice obiettivo di vincere la competizione tecnologica con la Cina e stabilizzare il sistema politico americano. Tuttavia, si sa che le soluzioni a metà e morbide poi sono meno mordenti. Del resto, l’economia americana con Trump è letteralmente “volata”, con la Borsa che ha segnato dei trend positivi incredibili e l’industria in generale che ha avuto ottimi profitti. Certo, Biden ha dovuto operare dal 2020, anno di inizio di quella situazione sanitaria globale che ben conosciamo.

Programma di Trump e Harris su Ambiente

Veniamo all’Ambiente. Questo è il settore nel quale le due parti sono agli antipodi, sebbene certo non in modo nettissimo. Se è vero che Trump viene considerato un “negazionista“, la Harris viene criticata per aver allentato la sua contrarietà alle pratiche di estrazione di risorse naturali conosciute come fracking, invise ai movimenti ambientalisti per il loro impatto sugli ecosistemi. A parte questo, la vice presidente punta a promuovere lo sviluppo di risorse sostenibili, mentre questo non compare nei piani di Trump (che da presidente aveva eliminato varie restrizioni all’utilizzo di risorse inquinanti).

Il tycoon è contrario anche alle disastrose auto elettriche e ha promesso di potenziare le trivellazioni nella zona dell’Artico (cosa che però fece anche l’osannato Obama). Insomma, democratici come al solito un po’ più ambientalisti ma non troppo. Le lobby del petrolio peso, sebbene adesso stiano spostando l’attenzione verso le auto elettriche. Che Harris sostiene, mentre Trump avversa.

Programma di Trump e Harris su Sanità

Qui in teoria le due parti dovrebbero essere distanti, ma non lo sono troppo. Infatti, è noto che il sistema sanitario americano sia privato, e quindi costosissimo per i cittadini, e sia lei che Trump in campagna elettorale hanno promesso di rendere il tutto più accessibile. Entrambi vogliono mantenere l’Affordable Care Act, il cosiddetto Obamacare, che reso un po’ più accessibile la Sanità pubblica a chi non può permettersela. La Harris ha annunciato che vorrebbe potenziarla, Trump che vorrebbe modificarlo “in meglio”. Anche qui le lobby fanno sentire il proprio peso.

5,0 / 5
Grazie per aver votato!
PubblicitàPubblicità

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.