Trails to Azure: arriva su Steam il miglior JRPG di sempre

Trails to Azure: arriva su Steam il miglior JRPG di sempre

Leggendo il titolo, forse qualcuno starà pensando: “Ma come, i vari Final Fantasy non sono già su Steam da tempo?”. Ebbene, a rischio di inimicarsi subito qualche lettore, mi riferisco invece all’ultimo episodio (almeno tra quelli disponibili in occidente) della straordinaria saga di The Legend of Heroes, creata dalla Nihon Falcom: Trails to Azure, capitolo conclusivo dell’arco di Crossbell.

Ma andiamo con ordine, partendo dalle basi. Per i videogiocatori più esperti, sentitevi liberi di saltare il paragrafo introduttivo e andare subito al sodo.

Steam? JRPG? Ma di che stiamo parlando?

Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando negli anni ‘70 facevano la comparsa le prime macchine per videogiochi (chiamate in America “coin-op”, abbreviazione di “coin-operated”, cioè funzionanti a gettoni). 

Giochi ormai mitici come Pong o Space Invaders crearono un tipo completamente nuovo di intrattenimento, inizialmente disponibile solo nelle ormai defunte “sale giochi” (“arcade” in America), poi arrivato direttamente nelle case degli utenti grazie ai primi PC e console (in particolare quelli della Atari, Nintendo, Commodore e IBM).

Fu solo nel decennio successivo che iniziarono a fare capolino i primi JRPG, acronimo per “Japanese Role Playing Games”, cioè giochi di ruolo giapponesi. 

Si tratta di videogiochi ispirati ai giochi di ruolo “cartacei” (cioè, giocati a tavolino) come Dungeons & Dragons, ma con un tocco tipicamente orientale. 

In questo tipo di giochi, il giocatore “impersona” uno o più personaggi principali e ne segue le vicende, tipicamente avventurose, nel mondo fantastico in cui è ambientato il gioco.

Esempi famosi includono le serie di Dragon Quest e del già citato Final Fantasy, che contribuirono in larga parte a “sdoganare” il genere anche in occidente verso la fine degli anni ‘80 e l’inizio dei ‘90.

All’epoca, e sostanzialmente fino ai primi anni del secolo in corso, i videogiochi erano distribuiti in formato fisico, inizialmente su floppy-disk e cartucce, quindi su CD e DVD

Poi, col miglioramento e il calo di prezzo della connessione a Internet, tale formato fu sostanzialmente soppiantato da quello digitale, con l’avvento di piattaforme videoludiche da cui scaricare direttamente i giochi sul proprio PC o console. 

A partire dal decennio scorso, la succitata Steam ha acquisito una posizione dominante nel mercato dei videogiochi per PC.

Trails to Azure e la lunga saga di The Legend of Heroes

Il primo capitolo della saga in questione (Dragon Slayer: The Legend of Heroes) risale alla fine degli anni ‘80, ma è solo nel 2004, con l’uscita in giappone di Trails in the Sky, che inizia la serie “moderna” di storie (denominata semplicemente “Trails”), attualmente ancora in corso (qui per approfondire).

In occidente bisognerà però aspettare un altro decennio per iniziare a godere dei capolavori della Nihon Falcom: infatti, è solo nel 2014 che Trails in the Sky viene rilasciato su Steam (qui la pagina del gioco)

Da allora, anche se piuttosto lentamente, tutti gli episodi usciti in lingua giapponese vengono poi tradotti in inglese e resi disponibili su Steam.

L’ultimo gioco a fare la sua comparsa sulla piattaforma è Trails to Azure (qui su Steam), seconda e ultima parte del cosiddetto “arco di Crossbell”, così chiamato dal luogo (Crossbell, appunto) in cui è ambientata la storia.

In realtà, per gli appassionati tale arco era già disponibile in occidente da qualche anno, grazie alla traduzione non ufficiale effettuata dalla Geofront, che poi è stata in larga parte incorporata in quella ufficiale.

Ma cosa distingue questi due giochi (e Trails in generale) dagli altri JRPG disponibili sul mercato, tanto da farmi pensare che si tratti di quanto di meglio il genere abbia da offrire?

Trails to Azure recensione: le ragioni di un capolavoro non annunciato

Nonostante Trails sia meno popolare dei suoi rivali (Final Fantasy su tutti), presenta alcune caratteristiche che lo rendono unico nel suo genere e, a mio parere, lo pongono una spanna sopra la concorrenza. 

Mi riferisco in particolare all’incredibile attenzione per i personaggi e per il mondo di gioco.

Oltre all’eccellente caratterizzazione dei protagonisti della saga, In tutti gli episodi sono presenti centinaia di personaggi secondari (i cosiddetti “PNG”, o personaggi non giocanti), ognuno dei quali ha centinaia di battute di dialogo, una cosa inaudita per gli altri videogiochi.

In pratica, ogni volta che il giocatore con le sue azioni fa avanzare la storia principale, anche tutte le micro-storie di tutti i personaggi secondari avanzano in corrispondenza.

trails to azure

Ciò rende il mondo di gioco estremamente vivo e variegato: in sostanza è come vedere la storia dipanarsi attraverso gli occhi di centinaia di osservatori, più o meno attivi o interessati.

A coronare il tutto, c’è un’ambientazione che diventa essa stessa personaggio, grazie all’incredibile cura nella sua caratterizzazione da ogni punto di vista, che sia geografico, politico o economico. 

E come se non bastasse, a rendere ancora più interessante il tutto, c’è un affascinante mondo sommerso e misterioso, che minaccia di cambiare per sempre quello visibile.

trails to azure dove

Tutti i succitati elementi sono mirabilmente evidenti in particolare nell’arco di Crossbell, suddiviso nei due episodi di Trails from Zero e Trails to Azure (entrambi disponibili su Steam), che rappresentano anche un ottimo “punto di ingresso” nella saga per chi non ha voglia o tempo per giocare i capitoli precedenti.

Come da titolo, è possibile trovare il gioco su Steam.

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Pubblicato da Girolamo Castaldo

I miei interessi principali sono scacchi, sci, anime, manga, videogiochi, musica e (astro)fisica. Storie Semplici: http://storiesemplici.substack.com

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