TORNANO I QUEEN…SENZA IL LORO QUEEN
Si chiama “The Cosmos Rocks” il nuovo album dei Queen, dopo ben 13 anni di silenzio discografico (l’ultimo album fu “Made in Heaven”, pubblicato nel 1995, dove erano inclusi gli ultimi pezzi registrati con Freddie Mercury).
Della band originaria è rimasto ben poco, data la morte del grande Freddie Mercury (per Aids) nel 1991, e l’abbandono della band da parte del bassista John Deacon, nel 1997, ritenendo ormai conclusa la vita del gruppo. Imperterriti invece il chittarista Brian May e il batterista Roger Taylor, che a differenza di Deacon ritengono che la band debba esistere ancora, nonostante la scomparsa di Mercury. E così, hanno stretto una collaborazione dal 2004, con un cantante inglese, Paul Rodgers, ex cantante dei Free e dei Bad Company, facendo vari tour, ricantando vecchi successi del gruppo.
Dal 2006 però hanno iniziato a registrare nuovi pezzi, dando vita ad un album di 14 brani inediti, uscito da una settimana anche in Europa.
Non discuto sulla bravura del nuovo cantante, e nemmeno sull’indiscutibile bravura di May e Taylor, e ammetto di non aver ancora sentito il nuovo album. Ma con questo post non voglio discutere i suoi contenuti, bensì criticare l’utilizzo del nome “Queen”, anche se ormai metà gruppo originario non c’è più, soprattutto data l’assenza del membro più importante della band, il suo insostituibile frontman, sia per bravura che per immagine, Freddy Mercury. Del resto, anche il nome “Queen”, con tutta l’ambiguità che contiene (indica sia la Regina Madre, sia il gergo inglese “prostitute”), è fortemente ispirato al suo cantante di sempre.
Almeno hanno avuto la decenza di chiamarsi “Queen + Paul Rodgers, ma comunque il nome Queen per me resta improprio. Meglio se formavano un gruppo ex novo, anche perché, dato il talento di May e Taylor, qualcosa di buono avrebbero comunque fatto; in un panorama musicale sempre più scadente.
E’ vero che lo stesso Mercury cantava “Show must go on” (lo spettacolo deve andare avanti). Ma quello dei Queen si è concluso con la sua morte, ed è giusto che si fermi; o almeno continui sotto un altro nome.