Thomas Sankara, chi era il Che Guevara africano e perchè fu ucciso

Storie di uomini che hanno provato a cambiare il loro paese, prima che il mondo. Nati e cresciuti in quelle parti del Globo funestate da fame, analfabetismo e carestie. Ma che andati al potere, qualcosa di concreto sono riusciti pure a farla. Come Thomas Sankara.

Ribattezzato il Che Guevara africano, alla guida del Burkina Faso in poco più di 4 anni è riuscito a risollevare la vita dei suoi abitanti. Di un paese con un tasso di analfabetismo altissimo, una aspettativa di vita di circa 40anni e con il pericolo che esploda una carestia sempre in agguato.

Thomas Sankara denunciò anche le responsabilità della Comunità internazionale, diventando così scomodo anche per quella parte di Mondo benestante e imperialista. Perchè il suo esempio poteva espandersi altrove.

Ripercorriamo la pur breve esperienza di Thomas Sankara alla guida del Burkina Faso.

Thomas Sankara chi è

Come riporta Wikipedia, Thomas Sankara era figlio di Marguerite e Sambo Joseph Sankara, ferventi cattolici di etnia Silmi-Mossi. Si diplomò nel 1966 a Bobo-Dioulasso.

Per lui il destino aveva più diramazioni: i genitori lo volevano prete, lui voleva diventare medico, essendo peraltro bravo a scuola. Ma fallì in questo tentativo. E così intraprese la carriera militare, anche per aiutare economicamente la famiglia. trasferendosi poi a 19 anni in Madagascar. Paese nel quale assistì alle rivolte del biennio 1971-1972 contro il presidente Philibert Tsiranana.

Ma in questo paese, oltre allo spirito rivoluzionario, acquisì un altro insegnamento: la dottrina marxista-leninista di Adama Touré. Un militante del Partito africano dell’indipendenza. In quel periodo divenne caporedattore del giornale scolastico: il Club dell’informazione.

Thomas Sankara biografia

Tornato in Burkina Faso ad inizio anni ’70, si fece notare come militare ed entrò anche nell’allora regime guidato dal colonnello Saye Zerbo. Ma era spesso in contrasto con quel governo, fatto di lusso e soprusi, nel quale non si rivedeva. Lui, molto modesto e profetizzante una vita semplice e senza sfarzi. In rispetto della stragrande maggioranza del suo popolo in grandi difficoltà economiche ed igienico-sanitarie.

Nell’esercito strinse anche una profonda amicizia con Blaise Compaoré, col quale, insieme ad altri, formò una organizzazione paramilitare segreta: il Regroupement des Officiers Communistes (ROC).

Dopo un colpo di Stato nel novembre 1982 che portò al potere Jean-Baptiste Ouédraogo, questi non potendo ignorare la sua popolarità nell’esercito e in parte della popolazione, lo nominò Primo Ministro (Sankara rifiutò l’offerta di presidente). Tuttavia, le crescenti proteste contro il regime e i contrasti con Sankara, portarono al suo arresto. Sebbene la sommossa popolare che questa notizia generò, lo portarono poco dopo al rilascio.

In quel periodo, Sankara viaggiò molto per il mondo, assimilando anche l’esperienza di altre realtà. Tra cui nella Libia di Gheddafi, che stimava molto tanto che il Raìs gli promise un aiuto finanziario e in India da Indira Gandhi.

Nell’agosto del 1983 divenne presidente all’età di 35 anni, in seguito al colpo di Stato contro Jean-Baptiste Ouédraogo guidato dall’amico Compaoré, con l’appoggio della Libia. E

sattamente un anno dopo il suo insediamento, nel 1984, cambiò il nome del Paese in Burkina Faso, che in More e Djoula, i due idiomi più diffusi nella nazione, significa “Terra degli uomini integri“. Cambiò anche la bandiera e lo stemma nazionale e scrisse un nuovo inno: Une Seule Nuit.

Nel dicembre 1985 fu organizzato il censimento generale della popolazione burkinabé. Tuttavia, per sbaglio gli addetti al censimento sconfinarono nel vicino Mali. Il che portò addirittura ad una guerra tra i due Stati, chiamata “Guerra di Natale“, che durò cinque giorni e che causò 100 morti. Soprattutto a Ouahigouya, a causa dei bombardamenti dei maliani.

Thomas Sankara cosa ha fatto

Vediamo perchè Thomas Sankara va ricordato.

Prese di posizione all’Onu

Sankara si distinse anche per alcune prese di posizioni forti in seno all’ONU. Su tutte, si ricorderanno:

  • il voto per l’indipendenza della Nuova Caledonia
  • la condanna per l’Operazione Urgent Fury degli USA
  • le dure critiche per l’invasione dell’Afghanistan da parte dei sovietici

Da ciò si evince come il Burkina Faso acquisì una certa importanza internazionale, rientrando tra i paesi “non allineati“.

Due pasti al giorno

Ma a parte ciò, Thomas Sankara fu un vero rivoluzionario. Benché abbia guidato il suo paese per così poco tempo.

Come riporta Piccole note, in un paio di anni di governo riuscì ad assicurare ai 7 milioni di burkinabè due pasti al giorno e acqua potabile. Qualcosa di utopico per molti paesi africani, ancora oggi.

Fece costruire infrastrutture

Fece costruire infrastrutture di cui il Burkina Faso era quasi totalmente privo (come pozzi, scuole e ospedali). Inoltre si ribellò alla dipendenza dai paesi stranieri, sostenendo una sorta di autarchia. Invitando il popolo ad utilizzare i prodotti locali per favorire lo sviluppo agricolo e industriale.

Lotta all’analfabetismo

Impostò una strenua lotta contro l’analfabetismo, iniziando col formare una classe di insegnati. Ispirandosi a quanto fatto da Fidel Castro a Cuba, uno dei suoi ispiratori.

Ambientalista

Ed ancora, fu un ambientalista ante-litteram, combattendo la desertificazione che stava erodendo le terre del suo Paese, piantando alberi ovunque fosse possibile.

Vaccini

Si sforzò per ottenere imponenti campagne vaccinali contro le malattie più diffuse nella sua terra. Come morbillo, meningite e febbre gialla. Le quali causavano migliaia di vittime l’anno.

Promosse l’emancipazione femminile

Thomas Sankara si prodigò anche per le donne. E anche qui, in modo concreto e in netto anticipo di decenni rispetto ad altri paesi, anche i cosiddetti sviluppati.

Per la prima volta in Africa (e non solo) le donne assunsero per meriti ruoli di potere vero, nell’esercito, nella polizia e nella politica. Entrando perfino nella dirigenza di alcuni ministeri dello Stato.

Il suo motto era:

Dobbiamo dare un lavoro a ogni donna, dobbiamo dare alle donne i mezzi per una vita dignitosa

e lo fece concretamente, non come spot elettorale.

Lotta alla Globalizzazione e all’alta finanza

Sankara fu anche anticipatore della critica alla Globalizzazione, che in realtà sarebbe esplosa il decennio successivo. Ma lui ne intuì lo stato embrionale.

Così come si scagliò contro l’alta finanza e suoi giochini sporchi. Anche qui intuendone le pericolosità molto prima degli altri.

Il discorso sul debito

Thomas Sankara firmò però la sua condanna a morte pronunciando il cosiddetto discorso sul debito. Il 29 luglio 1987 ad Addis Abeba, in occasione del vertice dell’Organizzazione dell’unità africana.

Durante il quale puntò il dito contro le super potenze che depredavano i paesi africani, cercando, invano, di convincere gli altri capi di Stati africani a rifiutarsi di saldare i debiti con gli Stati Uniti e i paesi europei. Poiché quei soldi potevano essere utilizzati per scuola e sanità.

Eccolo per intero:

Perciò vorrei proporre, signor presidente, che stabilissimo dei livelli di sanzione per i capi di stato che non rispondono all’appello. Facciamo in modo che attraverso un sistema di punti di buona condotta quelli che vengono regolarmente, come noi, per esempio, possano essere sostenuti in alcuni dei loro sforzi. Per esempio: ai progetti che presentiamo alla Banca africana di sviluppo deve essere attribuito un coefficiente di africanità. I meno africani saranno penalizzati. Così tutti verranno alle riunioni qui.

Noi pensiamo che il debito si analizza prima di tutto dalla sua origine. Le origini del debito risalgono alle origini del colonialismo. Quelli che ci hanno prestato denaro, sono gli stessi che ci avevano colonizzato. Sono gli stessi che gestivano i nostri Stati e le nostre economie. Sono i colonizzatori che indebitavano l’Africa con i finanziatori internazionali che erano i loro fratelli e cugini. Noi non c’entravamo niente con questo debito. Quindi non possiamo pagarlo. Il debito è ancora il neocolonialismo con i colonizzatori trasformati in assistenti tecnici. Anzi, dovremmo invece dire “assassini tecnici”. Sono loro che ci hanno proposto i canali di finanziamento dei finanziatori.

Un termine che si impiega ogni giorno come se ci fossero degli uomini che solo sbadigliando possono creare lo sviluppo degli altri. Questi finanziatori ci sono stati consigliati, raccomandati. Ci hanno presentato dei dossier e dei movimenti finanziari allettanti.

Noi ci siamo indebitati per 50, 60 anni e più. Cioè siamo stati portati a compromettere i nostri popoli per 50 anni e più. Il debito nella sua forma attuale, controllata e dominata dall’imperialismo, è una riconquista dell’Africa sapientemente organizzata, in modo che la sua crescita e il suo sviluppo obbediscano a delle norme che ci sono completamente estranee. In modo che ognuno di noi diventi schiavo finanziario, cioè schiavo tout court, di quelli che hanno avuto l’opportunità, l’intelligenza, la furbizia, di investire da noi con l’obbligo di rimborso.

Non vi ricorda qualcosa? Ossia, la attuale situazione italiana rispetto all’Unione europea?

Comunque, questo discorso gli creò non pochi nemici. In primis la Francia, allora guidata da François Mitterand. Paese che in Africa ha da secoli grossi interessi e colonizzava anche lo stesso Burkina Faso.

Thomas Sankara morte

Sankarà venne ucciso tre mesi, il 15 ottobre 1987, insieme a dodici ufficiali dopo quel discorso. Proprio da Blaise Compaoré, con l’appoggio di mercenari di quel Charles Taylor che, “evaso” da una prigione americana, approdò in Africa divenendo in breve presidente della Liberia. Consumando varie atrocità, per le quali in seguito venne condannato a 50anni di carcere.

Sankara si era anche rifiutato di appoggiare militarmente Taylor per la ripresa del potere in Liberia. Inoltre, Mitterand gli fece pagare le ripetute accuse di appoggiare il governo di Pieter Willem Botha in Sudafrica. Fervente afrikaner ostinato e realistico, fermo sostenitore dell’Aprtheid tra bianchi e neri nel paese.

Sankara accusò pubblicamente Mitterand anche quando il presidente francese si recò in visita nel suo paese.

Il compianto Silvestro Montanaro, autore di tanti documentari molto emozionanti sugli ultimi del mondo (qui una biografia), ha dedicato a Sankara un bel documentario: “E quel giorno uccisero la felicità”. Che RAI3 mandò in onda nel 2013, ovviamente in orari notturni. Semmai si dovesse rischiare che in troppi dovessero conoscere quella storia

Nello stessiol, viene fuori come dietro la la sua morte ci sia la mano pesante della CIA. Che fece scappare Taylor gli diede soldi e armi. Facendo addestrare il suo esercito in Libia, spiando anche in questo modo Gheddafi.

Sankara si era rifiutato di appoggiare la presa del potere di Taylor in Liberia, ospitando lui e il suo manipolo di mercenari in Burkina Faso. La Liberia interessava alla Francia per il caucciù e agli Usa per i diamanti. Mentre Gheddafi aiutò Compaorè a prendere il potere in Burkina Faso. Fu proprio lui ad ucciderlo sparando due colpi. Nella grande sorpresa di Sankara che lo reputava il migliore amico.

Compaorè prese il suo posto alla presidenza del Paese come promessogli da Usa, Francia e Libia e si adoperò a cancellare tutte le riforme attuate dal suo predecessore. Arrivando al punto di distruggere più volte la sua tomba, sempre ricostruita dai tanti che non l’avevano dimenticato.

Compaorè fu anche dipinto dalla comunità internazionale come colui che aveva ripristinato la democrazia nel paese, riportando la stabilità politica. La Treccani scrive di lui:

Compaorè avviò un formale processo di democratizzazione (nel 1991 si fece eleggere alla presidenza della Repubblica, carica in cui è stato riconfermato nel 1998, nel 2005 e nel 2010). Il Burkina Faso ha avuto un periodo di stabilità politica fino allora sconosciuta, che ha consentito l’apertura agli investimenti stranieri e l’adozione di misure di privatizzazione e liberalizzazione dell’economia in linea con le direttive del Fondo monetario internazionale

C’è altro da aggiungere? Ho dedicato già un articolo a Compaoré 9 anni fa, pubblicato anche su Giornalettismo.

Per fortuna, è notizia del 13 aprile scorso che un tribunale militare burkinabè processerà l’ex presidente Blaise Compaoré per l’assassinio del suo predecessore ed amico Thomas Sankara. Assassinio che lui ha sempre liquidato come incidente.

Ma è palese che egli ebbe il sostegno dei paesi occidentali, in primis la Francia, per far rientrare tra i ranghi un piccolo paese che aveva provato a rialzare la testa. Speriamo non sia un processo farsa, anche se ormai l’ex presidente è anziano.

Lascio qui la puntata di C’era una volta di Montanaro dedicata a Thomas Sankara. Come sempre emozionante ma anche fonte di verità documentate, che fanno solo male.

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