Terremoto in Myanmar previsto nel 2011: ecco lo studio

Terremoto in Myanmar previsto nel 2011: ecco lo studio

Il terremoto che ha colpito il Myanmar il 28 marzo 2025 sarebbe stato previsto in un articolo del 2011 da Nobuo Hurukawa e Phyo Maung Maung.

Il Sisma di magnitudo 7.7 che alle ore 07:20 italiane (06:20 UTC) del 28 marzo 2025 ha colpito il Myanmar sarebbe stato previsto da uno studio pubblicato il 14 gennaio 2011 sulla rivista specializzata Geophysical Research Letters, per opera di due studiosi asiatici: il giapponese Nobuo Hurukawa e il birmano Phyo Maung Maung.

I due ricercatori giunsero alle proprie deduzioni analizzando e mappando con il Gps i terremoti superiori a magnitudo 7 dal 1918 fino a quel periodo, avvenuti lungo la faglia Sagaing che attraversa il Myanmar da Nord a Sud. Accorgendosi così di due «buche» sismiche, una proprio in un settore lungo 260 chilometri nel Myanmar centrale.

Pervenirono così a questa conclusione:

Un futuro terremoto di magnitudo di circa 7,9 è atteso in questa zona. Poiché la nuova capitale del Paese è stata costruita proprio nei pressi della faglia, la sua popolazione è esposta a un significativo rischio sismico

Terremoto in Myanmar: lo studio che lo avrebbe previsto nel 2011

Come riporta Il Corriere della sera, i due studiosi sembrano proprio averci preso. Infatti, a conti fatti, l’epicentro del terremoto del 28 marzo è avvenuto proprio nella lacuna sismica evidenziata nel 2011, la rottura della faglia è stata di 250 chilometri, la magnitudo di 7,7. Una previsione, dunque, quasi perfetta.

Come sono riusciti a giungere a tale precisione, visto che ci è sempre stato detto che i terremoti non si possono prevedere? In sostanza, la faglia Sagaing è di tipo “trascorrente destro” e si muove a una velocità di 1,8 centimetri all’anno. È la sutura orientale dello scontro tra la placca Indiana con quella Euroasiatica e quella della Sonda più a Sud. I due scienziati ipotizzavano che il movimento della faglia Sagaing producesse intervalli brevi tra un sisma e il successivo.

Nell’articolo, i ricercatori evidenziano altresì che nell’area interessata ci fosse il pericolo della «liquefazione delle sabbie». Cosa vuol dire? E’ un fenomeno che si verifica quando un sottosuolo sabbioso attraversato da onde sismiche si assesta, comportandosi appunto come fosse in uno stato liquido.

Questa è stata la causa del crollo di edifici anche in Thailandia a Bangkok, a centinaia di chilometri dall’epicentro. Crolli che Carlo Doglioni – presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, intervistato da ‘Repubblica’ – ritiene invece stupefacenti, poiché i due punti si trovano 1.300 km di distanza. Facendo dunque un esempio:

è come se un terremoto avvenisse a Palermo e venissero giù gli edifici a Monaco di Baviera

Del resto, non è la prima volta che si verifica qualcosa del genere: lo stesso fenomeno si verificò in occasione del potente terremoto del 1985 a Città del Messico o nel maggio 2012 in Emilia Romagna.

Dove è stato individuato il secondo terremoto?

Ma ci sarebbe un secondo buco, a questo punto da non sottovalutare. Si trova più a Sud nel Mare delle Andamane, che fa parte dell’Oceano Indiano. Di qui la conclusione di Hurukawa e Maung Maung:

In questa “lacuna” un terremoto di magnitudo 7 non si verifica dal 1957. Un nuovo sisma potrebbe generare uno tsunami distruttivo nella parte settentrionale del Golfo del Bengala

Numero delle vittime del terremoto del Myanmar del 28 marzo 2025

Il terribile terremoto che ha colpito il Myanmar (ex Birmania, ribattezzato tale da quando è stata instaurata una dittatura militare) al momento della scrittura ha provocato almeno duemila vittime e, secondo le stime più pessimiste, il calcolo potrebbe arrivare a oltre 10mila morti. Sono almeno 3000 gli edifici crollati. Previsto un lungo sciame sismico.

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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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