Mentre il dibattito politico, su tutti i livelli istituzionali, è incentrato sul tema Covid-19, altre priorità sono passate in secondo piano. Come l’emergenza Terra dei fuochi in Campania. Per la quale, non è stata istituita una commissione speciale in seno al consiglio regionale.
Nella seduta del consiglio regionale del 17 novembre, su proposta delle opposizioni e con il voto favorevole di tutte le forze politiche, sono state istituite quattro “commissioni speciali”. Manca però quella relativa alla Terra dei fuochi, istituita per 3 volte in questi anni. Un problema che affligge la Campania da decenni e a causa del quale ogni anno muoiono centinaia di persone, di tutte le età.
Uno smacco, soprattutto da parte di tre personaggi. Ecco quali.
Salta commissione speciale Terra dei fuochi, conseguenze
Come spiega Cronache dalla Campania, senza la commissione speciale, qualsiasi decisione deve passare per l’approvazione del consiglio regionale, allungando i tempi e le procedure.
Il Governatore Vincenzo De Luca è troppo presto con i suoi cabaret del venerdì sera. Eppure, non ha disdegnato parole di fuoco (il lanciafiamme è ormai entrato a pieno diritto nel già impoverito lessico della politica italiana) in questi mesi contro i disertori delle sue pseudo-rigide politiche anti-Covid. O contro chi, si permetteva di fargli presente qualche incongruenza con quanto asseriva.
Abbiamo visto autentiche sceneggiate e prove di forza, come l’elicottero calato sulla testa di un paio di persone sdraiate sugli scogli ad aprile. O come quando è sceso dall’auto per far rimproverare alcune persone senza mascherina.
E cosa dire del M5S, preso a puntare alla presidenza di due commissioni: Imprese, Innovazione e Aree interne, con Michele Cammarano e Gennaro Saiello, i due fedelissimi della scuderia di Pomigliano d’Arco. Come fa notare Anteprima24.
Movimento che si arreso in partenza nella corsa a Palazzo Santa Lucia, riproponendo Valeria Ciarambino. Ma ho sempre avuto il sospetto che tra i Cinquestelle e il Pd ci fosse stato uno scambio. Con i primi che non avrebbero fatto concorrenza alle regionali e i secondi che avrebbero votato il referendum sul taglio dei parlamentari.
E pensare che in un primo tempo, i Cinquestelle volevano addirittura candidare proprio l’attuale Ministro dell’ambiente. Per dare un segnale forte in questo senso.
E cosa dire di Francesco Emilio Borrelli, persecutore di bancarellari e parcheggiatori abusivi, da 16 anni nelle istituzioni tra le fila dei Verdi.
Il popolo campano è stato ancora una volta tradito. Ma relativamente. Perché spesso è stato fautore del proprio destino.