Vediamo la storia della tastiera QWERTY e perché non è in ordine alfabetico. Smentisce alcune leggende che circolano da tempo.
Tutti, per lavoro o per diletto, utilizziamo la tastiera QWERTY per trasmettere al PC input per scrivere testi o impartire comandi. Eppure, in molti ci siamo chiesti almeno una volta nella vita: perché le lettere della tastiera non sono in ordine alfabetico?
La tastiera QWERTY, così definita dall’ordine delle prime 5 lettere che vi compaiono, nasceva il primo marzo 1873. Era collocata sulla prima macchina da scrivere: la Remington n. 1. In realtà, sulle sue origini circolano varie storie, sebbene alcune siano autentiche leggende.
Di seguito vediamo la storia della tastiera QWERTY e perché non è in ordine alfabetico.
Perché la tastiera non è in ordine alfabetico
La vera storia della QWERTY è stata pubblicata da 2 ricercatori giapponesi, Koichi Yasuoka e Motoko Yasuoka, proprio in occasione dei suoi 150 anni di storia.
Nel loro lavoro, leggibile in originale qui, si evince che alla tastiera QWERTY si è arrivati grazie al contributo dei telegrafisti, in quanto non c’erano ovviamente ancora i tipografi.
Quando Christopher Latham Sholes – inventore della macchina da scrivere con la tastiera QWERT – e i suoi soci cominciarono a lavorare a un modello destinato alla massa, si pensò alla disposizione dei tasti sulla base di come la userebbe un telegrafista che decifra la sequenza di punti e linee. Oltre a dover trascrivere il più velocemente possibile la corretta sequenza di lettere.
L’ordine alfabetico non andava bene per questo scopo, anche per quanto concerne le ambiguità del codice. Infatti, poteva accadere che un telegrafista doveva aspettare la lettera successiva di una parola per essere sicuro di trascrivere quella giusta. Si pensi a Z e SE, che nel Morse americano sono molto simili. Ecco dunque il loro posizionamento ravvicinato (in diagonale).
La storia della tastiera QWERTY
Dunque, la tastiera QWERTY non è altro che il frutto dell’influenza della scrittura dei telegrafisti. La ricerca tende quindi a smentire altre voci legate a esigenze di marketing o a particolari intuiti, così come alla teoria più accreditata sulla nascita della QWERTY: il difetto meccanico legato alla velocità di scrittura.
Importante però fu infine l’esigenza di aggirare altri brevetti dell’epoca e battere sul tempo la concorrenza.
Dal modello successivo, la Remington no. 2 (uscita oltre un secolo dopo, nel 1978) troviamo presente anche lo shift per poter differenziare maiuscole e minuscole. Ciò denota quindi il fatto che esistessero gli stenografi le cui esigenze ne influenzarono la progettualità.
La nascita di una seconda macchina da scrivere con tastiera QWERTY portò anche alla nascita delle prime scuole di dattilografia.
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