Dopo la morte di Jefferson Tomala, ucciso lo scorso 12 giugno durante un Tso, sparato dagli agenti con ben 5 colpi di pistola in quanto la situazione stava precipitando, si è deciso di accelerare la dotazione di Taser alla Polizia italiana. Jefferson era di origini ecuadoregne ed aveva solo 21 anni e già una bimba di 2 anni.
I Taser, lo ricordiamo, sono pistole che “sparano” corrente elettrica. Molto utilizzati negli Usa, dove sono stati ideati, al fine di mobilizzare le persone ritenute pericolose, senza ricorrere all’uso delle armi da fuoco.
E così dal 5 luglio in 11 città italiane (Milano, Napoli, Torino, Bologna, Firenze, Palermo, Catania, Padova, Caserta, Reggio Emilia e Brindisi) è partita l’autorizzazione all’uso del Taser da parte delle forze di polizia. Per ora in via “sperimentale”, con un ridotto numero di pistole elettroniche.
Lo sforzo gigantesco, messo in piedi dal ministero dell’interno e dagli organi di informazione mainstream, è quello di presentare questa arma come “non letale”, nonostante le centinaia di morti provocate dal suo uso nel paese che l’ha inventata, prodotta e usata: gli Stati Uniti. Ovviamente è falso, come certificato appunto dalle centinaia di vittime mietute negli Usa.
E il ministero dell’interno ne è perfettamente a conoscenza – le denunce provengono da Amnesty, non da pericolosi istituti bolscevichi – tanto che il capo della Polizia, Franco Gabrielli, si è affrettato a presentare i dispositivi acquistati per le polizie italiane come “un modello ‘personalizzato’ di arma, caratterizzato da un amperaggio ridotto, con scariche ancora più corte rispetto ai cinque secondi dei modelli classici, e predisposte in modo da cessare automaticamente senza bisogno dell’intervento manuale”.
Vediamo cos’è il Taser e perché è pericoloso.
Taser, il caso di Jefferson Tomala ucciso durante un Tso
A raccontare la sua storia è il sito de Le Iene.
Jefferson Tomala, 21 anni. Un altro nome si aggiunge alla lista delle morti avvenute durante un Trattamento Sanitario Obbligatorio. Jefferson si aggiunge a quelli di Andrea Soldi e Franco Mastrogiovanni per i quali anche Le Iene si sono impegnate per fare chiarezza.
Il nuovo caso è avvenuto a Genova. Siamo a casa di Jefferson, di origine ecuadoriana, dove vive con la compagna e la figlia di appena due mesi. Scoppia una lite furibonda, forse lui è ubriaco. Brandendo un coltello minaccia tutta la famiglia di morte. Si teme che possa fare una strage per poi uccidersi.
La compagna spaventata e preoccupata per la sua crisi di nervi chiede aiuto per telefono. Quello che ha visto finora però non sa che è solo l’inizio. Si presentano i sanitari con in supporto della polizia come previsto in questi casi. Iniziano le cure del 21enne, ma durante questi momenti concitati succede qualcosa di imprevisto.
Jefferson ha una nuova crisi e minaccia. Intervengono i poliziotti che gli spruzzano dello spray al peperoncino negli occhi. Ma la situazione precipita ancora. Il 22enne ha in mano il coltello col quale pochi minuti prima aveva minacciato i suoi familiari. Un poliziotto rimane ferito. Gli agenti aprono il fuoco. Jefferson viene raggiunto al torace dalle pallottole: per lui, non c’è più nulla da fare.
Per la Procura è stata legittima difesa, per i familiari della vittima un abuso tragico di potere (nella foto in alto, Santiago Tomala, il fratello della vittima). Ora è stata aperta un’inchiesta per fare chiarezza. “All’agente che ha sparato a mio figlio dico che è un incompetente e non merita la divisa, se la deve togliere”, dice la madre che sta vivendo il dramma assieme alla compagna di Jefferson. “Volete la verità? Mio marito aveva litigato con me e un po’ con i fratelli, ma era calmo: è tornato a casa e si è addormentato”, ha scritto la compagna, Nataly Giorgia Tamalà, su Facebook. “Gli hanno spruzzato il peperoncino negli occhi e lo hanno provocato. L’hanno ammazzato: voglio giustizia, mio marito non era un delinquente, lavorava per dare un futuro a me e mia figlia”.
Il caso di Jefferson si somma a quelli di tante altre persone che nel momento di maggiore debolezza come quello del Tso hanno incontrato la morte. In passato ci siamo occupati di Andrea Guerra, morto per “violenta asfissia da compressione” durante un trattamento sanitario obbligatorio avvenuto il 5 agosto del 2015 a Torino. Tre anni più tardi, tre agenti della polizia municipale e uno psichiatra sono stati condannati un anno e otto mesi per la sua morte.
Nel 2016 con Gaetano Pecoraro Le Iene hanno raccontato di un caso simile, altrettanto tragico, quello di Franco Mastrogiovanni, maestro elementare, morto a 58 anni nel 2009 dopo quattro giorni di Tso. Nel servizio “Così si muore in un ospedale italiano”, che vi riproponiamo qui sotto, si vede il trattamento a cui è stato sottoposto, ripreso dalle telecamere dell’ospedale. Immagini fondamentali, un documento unico e terribile nella storia di questo Paese, che hanno portato alla condanna, in questo caso di 6 medici e 11 infermieri.
Taser cos’è
Cos’è il Taser? Come riporta Wikipedia, Taser è un marchio di arma per elettroshock venduto da Axon. Le pistole stordenti sparano due piccoli elettrodi a forma di dardo, che rimangono collegati all’unità principale da conduttori, per fornire corrente elettrica che interrompe il controllo volontario dei muscoli, causando “incapacitazione neuromuscolare”.
Qualcuno colpito da un Taser può provare dolore e sovrastimolazione dei nervi sensoriali e dei nervi motori, con conseguente forti contrazioni muscolari involontarie. La forza applicata è quindi proporzionale alla forza della persona che riceve lo shock piuttosto che alla forza dell’ufficiale di polizia. Le freccette Taser possono invalidare, non solo causare il rispetto del dolore, e sono quindi preferite da alcune forze dell’ordine per gli storditori non Taser e altre armi elettroniche di controllo, che, come un Taser quando usato esclusivamente in modalità “Drive Stun”, possono solo
I taser sono stati introdotti come armi non letali per consentire alla polizia di sottomettere le persone in fuga, belligeranti o potenzialmente pericolose, che altrimenti sarebbero state sottoposte a armi più letali come le armi da fuoco . Uno studio del 2009 del Forum di ricerca sull’esecutivo della polizia ha affermato che le ferite degli ufficiali scendono del 76% quando si utilizza un Taser.
Taser International ha dichiarato che i sondaggi condotti dalla polizia mostrano che il dispositivo ha salvato 75.000 vite nel 2011, ci sono stati casi in cui i taser hanno contribuito a gravi lesioni o alla morte. Altre società hanno prodotto dispositivi simili (ad esempio, Raysun X1).
Taser come nasce
Chi ha inventato il Taser? Jack Cover, un ricercatore della NASA, ha iniziato a sviluppare il Taser nel 1969. Nel 1974, Cover aveva completato il dispositivo, che ha intitolato a un libro con il suo eroe dell’infanzia Tom Swift, Tom Swift e His Electric Rifle, di “Victor Appleton” (uno pseudonimo di casa dello Stratemeyer Syndicate). Il difensore utilizzò la polvere da sparo come propellente, che portò il Bureau of Alcohol, Tobacco and Firearms a classificarlo come arma da fuoco nel 1976. Qualche volta viene usato il verbo “to tase”. L’amministratore delegato di Taser International Patrick Smith ha testimoniato in una causa correlata a Taser che il catalizzatore per lo sviluppo del dispositivo era la “sparatoria di due dei suoi conoscenti” da un “ragazzo” con una pistola legalmente autorizzata che ha perso la calma”.
Nel 1993, Rick Smith e suo fratello Thomas iniziarono a indagare su ciò che chiamavano “uso più sicuro delle opzioni di forza [s] per i cittadini e le forze dell’ordine“. Presso le loro strutture di Scottsdale, in Arizona, i fratelli hanno lavorato con “… l’inventore originale di Taser, Jack Cover” per sviluppare un “dispositivo di controllo elettronico Taser non da arma da fuoco”.
L’Air Taser Modello 34000 del 1994 aveva un “sistema di identificazione anti-crimine (AFID)” per prevenire la probabilità che il dispositivo venisse usato dai criminali; dopo l’uso, ha rilasciato molti piccoli pezzi di carta contenenti il numero di serie del dispositivo Taser. Il regolatore di armi da fuoco degli Stati Uniti, l’ATF, ha dichiarato che l’Air Taser non era un’arma da fuoco. Nel 1999, Taser International ha sviluppato un “… dispositivo ergonomico a forma di pistola chiamato Advanced Taser M-series systems“, che utilizzava un “.. tecnologia brevettata di neuromuscular invalidability (NMI)“. Nel maggio 2003, Taser International ha rilasciato una nuova arma chiamata Taser X26, che utilizzava la “tecnologia a forma di impulso“.
Il 27 luglio 2009 Taser International ha rilasciato un nuovo tipo di Taser chiamato X3, che può sparare tre colpi prima di ricaricarlo. Contiene tre nuovi tipi di cartucce, che sono molto più sottili rispetto al modello precedente.
Taser come funziona
Il Taser emette due piccoli elettrodi a forma di dardo, che rimangono collegati all’unità principale mediante filo conduttivo mentre sono spinti da piccole cariche di azoto compresso. La cartuccia contiene un paio di elettrodi e propellente per un singolo colpo (o tre colpi nel modello X3) e viene sostituita dopo ogni utilizzo. Ci sono un certo numero di cartucce designate dalla gamma, con il massimo a 35 piedi (10,6 m). Le cartucce disponibili per i consumatori non appartenenti alle forze dell’ordine sono limitate a 4,5 m (15 piedi).
Gli elettrodi sono puntati in modo da penetrare nell’abbigliamento e spinato per impedire la rimozione una volta sul posto. I modelli precedenti di Taser avevano difficoltà a penetrare vestiti spessi, ma le versioni più recenti (X26, C2) usano un “impulso sagomato” che aumenta l’efficacia in presenza di barriere. I taser forniscono anche un beneficio di sicurezza agli ufficiali di polizia. I taser hanno un raggio d’azione maggiore rispetto a manganelli, spray al peperoncino o tecniche a mani vuote. Ciò consente alla polizia di mantenere una distanza maggiore.
Uno studio sugli incidenti di utilizzo da parte del servizio di polizia di Calgary condotto dal Centro di ricerca della polizia canadese ha rilevato che l’uso di Tasers ha causato meno infortuni rispetto all’uso di manganelli o tecniche a mani vuote. Lo studio ha rilevato che solo spray al peperoncino era un’opzione di intervento più sicura.
Taser, l’allarme di alcune associazioni
Come riporta Contropiano, non tutti però sono concordi sulla bontà del Taser. Il Garante dei detenuti nella sua relazione annuale ha sottolineato già come il taser sia
“uno strumento che richiede molta più cautela di quanto la sua definizione di non letalità lasci presupporre. Il beneficio derivante da un minor utilizzo delle armi letali è controbilanciato da alcuni elementi negativi non trascurabili: i potenziali rischi di abuso; la sofferenza provocata dalla scarica elettrica alla quale è associato, oltre alla perdita di controllo del sistema muscolare, anche un dolore acuto; le ulteriori conseguenze di tipo fisico dal momento che la persona colpita dal taser normalmente rovina a terra e quindi può provocarsi lesioni alla testa o a altre parti del corpo. Nei casi più gravi, infine, la morte per arresto cardiaco o conseguenze, per esempio, sulla salute del feto nel caso di donne incinte“.
Tanto più che probabilmente l’uso del Taser potrebbe essere autorizzato nei contesti dove normalmente non è consentito l’impiego delle armi tradizionali. In pratica, potrebbe essere usato in decine di situazioni in cui gli agenti saranno tentati di ricorrere alle “maniere spicce”, confidando appunto nelle caratteristiche “non letali” del giocattolo loro affidato.
Amnesty International e l’Onu hanno invece classificato i taser come strumenti di tortura.
Taser è pericoloso
Perchè il Taser è pericoloso? l rapporto Morti da Taser negli Stati Uniti, risalente ormai al 2012. E’ attualissimo, dunque agghiacciante.
Secondo informazioni raccolte da Amnesty International, tra il giugno 2001 e il mese di giugno 2012 almeno 515 persone negli USA sono morte dopo essere state colpite da ‘Taser’ durante il loro arresto e/o nel corso della loro detenzione.
I dispositivi Taser1 sono armi che sparano proiettili a forma di dardo che producono scariche elettriche, e sono comunemente classificate come armi “a trasferimento di energia” (Conducted Energy Devices o CED). Vengono utilizzate a breve distanza come armi paralizzanti, rilasciano scariche elettriche a bassa intensità e ad alto voltaggio che agiscono sul sistema nervoso centrale e causano contrazioni muscolari incontrollate, rendendo temporaneamente incapacitato il soggetto.
Negli Stati Uniti attualmente le forze di polizia sono autorizzate all’ impiego di Taser e altri dispositivi CED spesso in situazioni che non richiedono un tale eccessivo uso della forza.
Molti dipartimenti di polizia le utilizzano per rendere inermi individui che oppongono resistenza o emotivamente disturbati ma che non costituiscono una seria minaccia per la sicurezza.
Dispositivi Taser sono stati utilizzati su studenti, donne incinte, malati mentali o in stato di ubriachezza, anziani affetti da demenza senile, e individui che soffrono di attacchi epilettici.
Amnesty ritiene che Taser e dispositivi simili, oltre che prestarsi intrinsecamente all’abuso, siano potenzialmente letali, specialmente se utilizzati su persone vulnerabili, come coloro che soffrono di malattie cardiache o che sono sotto l’effetto di sostanze stimolanti o droghe. Tra le vittime anche persone apparentemente in buone condizioni di salute o il cui organismo non presentava tracce di stupefacenti, sono ugualmente morte dopo essere state colpite.
Amnesty International chiede che tali armi vadano adoperate solo in quei contesti in cui siano effettivamente alternative all’utilizzo delle armi da fuoco e l’emanazione di linee guida nazionali che regolamentino in modo più restrittivo l’utilizzo di Taser in sostituzione di migliaia di regolamenti applicati attualmente da forze dell’ordine statali e locali.
In un rapporto del 2008, ‘Less than letal? The use of Stun Weapons in US law Enforcement‘, Amnesty International ha esaminato centinaia di dati relativi ai decessi causati dall’impiego di ‘Taser’, tra cui 98 autopsie e studi sulla sicurezza di tali strumenti.
Tra i casi analizzati, il 90% di coloro che sono deceduti a causa dei ‘Taser’ non erano armati. Molte di queste vittime sono state colpite più volte.
I medici che hanno condotto le autopsie hanno ritenuto l’utilizzo di ‘Taser’ come la causa e/o comunque un fattore che ha contribuito al verificarsi di queste morti in più di 60 casi, e in numerosi altri casi la causa del decesso è rimasta sconosciuta.
Nella maggior parte dei casi mortali le vittime sarebbero decedute per arresto cardio – respiratorio poco dopo essere state colpite. Alcune sono morte immediatamente, altre sono state dichiarate morte successivamente in ospedale dopo che sono falliti i tentativi di rianimazione.
Alcuni studi e dei medici esperti hanno scoperto che il rischio di gravi effetti collaterali – per coloro che sono stati colpiti da ‘Taser’ – è più elevato in persone sofferenti di cuore e/o in coloro in cui il cui sistema immunitario è compromesso dall’uso delle droghe o successivamente ad una collutazione.
“Anche se i decessi causati dall’impiego del ‘Taser’ sono relativamente rari, i gravi effetti collaterali possono verificarsi velocemente, senza pre-allarme, e sono irreversibili”, ha affermato Susan Lee, Direttrice del Programma Americhe di Amnesty International.
“A causa di questo rischio, tali armi dovrebbero essere adoperate con estrema cautela, cioè solo in situazioni in cui non vi siano alternative meno pericolose”.
L’ articolo ‘Sudden Cardiac Arrest and Death Associated with Application of Shocks from a TASER Electronic Control Device’ pubblicato nel mese di aprile 2012 dalla rivista dell’ American Heart Association “Circulation,” presenta i risultati di uno studio da cui emergono prove scientifiche del fatto che dispositivi Taser possono causare arresto cardiaco e la morte.
Tra i decessi che si sono verificati di recente vi è pure quello di Allen Kephart, di 43 anni, che è morto nel mese di maggio 2011 dopo essere stato bloccato dalla polizia a causa di una sospetta infrazione del traffico nella Contea di San Bernardino, in California. E’ morto dopo che tre poliziotti l’avevano colpito con ‘Taser’ per ben 16 volte.
Questi poliziotti – in seguito – sono stati scagionati.
Nel mese di novembre del 2011, Roger Anthony è caduto dalla sua bicicletta ed è morto dopo essere stato colpito da un poliziotto. A quanto pare il poliziotto aveva colpito Anthony – che aveva problemi di udito – perchè non aveva risposto all’ordine di accostare la bicicletta.
Nessuno dei due uomini era armato quando hanno subito questo trattamento da parte della polizia.
“La cosa terribile è che la maggior parte di coloro che sono morti in seguito all’utilizzo dei ‘Taser’ non costituiva una grave minaccia per l’ordine pubblico”, ha detto Susan Lee.
Di seguito le statistiche sui decessi connessi all’utilizzo di taser da parte della polizia tratte da: “Statistical analysis of deaths following police Taser use” AI Index: AMR 51/013/2012 – del 15 Febbraio 20122
L’analisi statistica mostra la distribuzione dei decessi che hanno fatto seguito all’utilizzo di taser ed è riferita agli Stati (tabella 1), alle Contee (tabella 2) e alle diverse forze di polizia (tabella 3):
Il 13 febbraio 2012 Johnnie Kamahi Warren è stata una delle ultime persone a morire dopo essere stato colpito per almeno due volte con un dispositivo ‘Taser’ di un poliziotto a Dohan, in Alabama. Il quarantatreenne Warren, che sembra fosse disarmato ed ubriaco, ha smesso di respirare poco dopo aver subito le scosse del ‘Taser’ ed è stato dichiarato morto in ospedale meno di due ore più tardi.
L’utilizzo di tali armi nel genere di situazioni descritte è contrario agli standard internazionali che prevedono che la polizia ricorra all’ uso della forza solo come ultima risorsa, in proporzione alla minaccia e in modo da minimizzare dolore e danni.
In molti casi le azioni della polizia sembrano equivalere a tortura o ad altri trattamenti crudeli inumani o degradanti che sono proibiti dalla normativa internazionale.
“Delle centinaia di persone che sono morte in seguito all’utilizzo di ‘Taser’ da parte della polizia, dozzine di loro sono decedute in seguito ad un non necessario impiego della forza”, ha detto Susan Lee, Direttrice del Programma Americhe di Amnesty International. “Ciò è inaccettabile e sono imperative delle linee guida più restrittive sull’uso dei ‘Taser”.
Ecco 3 tabelle che mostrano le agghiaccianti statistiche collegate all’uso del Taser:
La mia brutta esperienza
Al di là dell’arma in sé, il problema del Taser è anche collegato a chi lo utilizza. Cioè può finire in mani sbagliate, di chi abusa del proprio potere, usandolo anche laddove non ve ne sarebbe bisogno. Io con l’abuso di potere, seppur non collegato al Taser, ho avuto la mia brutta esperienza.
Era il 3 dicembre 2014. La mia seconda data di nascita. In pratica, a 200, forse 300, metri di distanza da casa mia, mentre mi trovavo in auto, vedo che la seconda macchina davanti alla mia si ferma malgrado dinanzi a se non avesse nessuno. Ad un certo punto vedo che un uomo si avvicina al vetro dell’auto davanti alla mia e rompe il vetro usando il manico della pistola, per poi sottrarre al passeggero la ventiquattro ore che ha in mano.
Il ladro passa sul lato destro della mia auto, mentre io non riesco a fare manovra perché dietro di me ho un’altra auto. Ad un certo punto sento il finestrino della mia auto, lato passeggeri, andare in frantumi, e sento un rumore sordo. Giusto qualche secondo per capire che un tizio aveva sparato al ladro ad altezza uomo, il quale però è riuscito a salire su un motorino e andare via, dall’altro senso rispetto a dove mi trovato io. Ha mollato la borsetta, quindi lo sparo è stato utile. Ma a quale prezzo?
Il tizio che ha sparato era un poliziotto in borghese, che, almeno da quanto asserisce, si trovava lì per caso e ha sventato la rapina. Dopo mi sono reso conto che il proiettile dell’eroe (come poi è passato anche agli occhi della mediocre stampa locale) ha perforato il sediolino passeggeri, attraversato l’auto dall’altra parte creato un forellino. Dunque, per soli 3-4 centimetri non mi ha colpito. Ma, cosa ancor più incredibile, per fortuna non c’era nessuno seduto sul sediolino passeggeri. Altrimenti lo avrebbe ucciso sul colpo.
Ho deciso di non denunciare quell’action man da 4 soldi, perché fare causa alle istituzioni, soprattutto a quella delle armi, è sempre un passo importante e delicato. E a me non va di frequentare le aule dei tribunali. Già mi è capitato con un ex capo della squadra mobile di Macerata che mi ha copiato la tesi e io fui chiamato a testimoniare presso il tribunale dell’Aquila (che all’epoca, ottobre 2010, si trovava nella frazione di Bazzano causa terremoto). E pure in quella occasione non feci causa per danni morali e violazione del copyright. Che fesso sono, vero?!
Tutto questo per dire che il problema non sono solo le armi in sé, ma anche chi le usa. Il Taser è pericoloso e può diventare un’arma abusata se finisce in mani sbagliate. Come quel poliziotto penitenziario in borghese che stava per farmi la pelle.
Taser, cosa dice Axon
Riporto di seguito il comunicato stampa ricevuto da Axon Public Security, azienda leader del settore:
Spettabile redazione,
a seguito dei recenti fatti di cronaca, si parla molto delle armi a conduzione elettrica TASER® e di Axon. Vorremmo cogliere l’occasione per fornirvi alcuni chiarimenti e informazioni più accurate sul tema.
A seguito dell’evoluzione e della crescita dell’offerta di soluzioni dedicate alle forze dell’ordine, nell’aprile 2017, TASER International ha cambiato formalmente il proprio nome in Axon Publix Safety, o semplicemente Axon. Negli anni, infatti, il portafoglio dell’azienda è cresciuto fino a comprendere una gamma molto ampia di tecnologie, tra cui un ricco ecosistema di dispositivi connessi e applicazioni software. Il cambiamento del nome riflette l’evoluzione dell’azienda, da un semplice produttore di armi meno letali a un fornitore di soluzioni complete di software cloud e mobile, dispositivi connessi, videocamere indossabili, dash cam per auto, intelligenza artificiale, servizi e applicazioni – tutti rivolti alle forze dell’ordine per consentire loro di fare il proprio lavoro in modo più efficace ed efficiente. TASER® rimane uno dei prodotti di punta di Axon, sotto cui rientra la gamma di armi intelligenti dell’azienda.
L’infografica allegata (Axon Ecosystem) fornisce una panoramica completa dell’offerta Axon. Guardandola, dovrebbe apparire chiaro il perché l’azienda ha deciso di cambiare nome, piuttosto che continuare a usare un brand iconico e molto forte, quale è TASER®, legato a un singolo prodotto.
Le tecnologie Axon offrono alle forze dell’ordine la fiducia, l’attenzione e il tempo di cui hanno bisogno per mantenere le loro comunità al sicuro. I prodotti Axon dedicati alle forze dell’ordine incidono su ogni aspetto dell’esperienza giornaliera di un ufficiale di pubblica sicurezza:
• Sul campo: Le armi a conduzione elettrica offrono un uso della forza meno letale, le videocamere indossabili e da auto raccolgono prove video per garantire la verità di un incidente, e le applicazioni mobile consentono la raccolta semplice delle prove.
• Alla stazione di polizia: La soluzione sicura e basata su cloud per la gestione digitale delle prove permette agli ufficiali e al personale di comando di gestire, rivedere, condividere ed elaborare prove digitali utilizzando strumenti forensi, di redazione, di trascrizione e altri ancora.
• In tribunale: Le soluzioni per i pubblici ministeri rendono facile la collaborazione tra le giurisdizioni e le agenzie di pubblica sicurezza, in modo che i casi possano essere risolti più rapidamente.
Le armi a conduzione elettrica TASER® (ACE)
TASER® è l’acronimo di “Thomas A. Swift’s Electronic Rifle”, dal nome del suo inventore. Il modello di arma a conduzione elettrica TASER® che sarà dato in dotazione agli agenti della Polizia di Stato, qualora la fase di sperimentazione sul campo avrà esito positivo e a prescindere da fatti di cronaca che suscitano emozione, è il TASER X2. Si tratta di un’arma a conduzione elettrica che spara due dardi fino a 7 metri di distanza, collegati a fili conduttori, che trasmettono una scarica di 63 microcoulomb di elettricità per 5 secondi. Questa scarica ha l’effetto di contrarre i muscoli di chi viene colpito e, quindi, consente di immobilizzare il soggetto rendendolo innocuo. Il contatto con il soggetto colpito non comporta però il passaggio di corrente elettrica, dunque la persona immobilizzata può essere toccata dagli agenti di polizia.
TASER X2 include la funzione di arco elettrico di avvertimento che favorisce la resa volontaria del sospettato (fino all’84%) ed evita l’esacerbazione dei conflitti, proteggendo la sicurezza degli agenti e la vita sul campo. Questa funzione emette un avvertimento udibile direttamente sopra la parte anteriore delle cartucce cariche.
Per maggiori informazioni sul funzionamento di TASER X2, è possibile guardare questo video.
L’uso delle armi a conduzione elettrica rappresenta un’alternativa al manganello o all’arma da fuoco d’ordinanza, in caso di colluttazione o di intervento su soggetti violenti.
Il report di Amnesty International
I dati di Amnesty International vengono spesso utilizzati in modo errato dai media, affermando che centinaia di decessi sono stati “causati” dalle armi a conduzione elettrica TASER® (ACE).
Ad esempio, un errore comunemente riportato dai media è: “Amnesty International riferisce che fino al dicembre 2008, 334 persone sono morte a seguito degli shock elettrici dei TASER”. Ma il report di Amnesty afferma chiaramente che queste morti sono avvenute “in seguito” l’uso dei dispositivi a controllo elettrico TASER®. Questo è un punto cruciale dal momento che questa statistica include qualsiasi morte avvenuta in un secondo momento dopo l’uso di un’ACE TASER® – anche se il TASER® è stato completamente scagionato da qualsiasi causalità o contributo nel decesso.
Questi dati sono stati erroneamente interpretati da molti giornalisti e critici per anni come “causali” anziché come “prossimali”. Il fraintendimento generale è che ci sono stati “334 morti causati” da TASER® invece, e più propriamente, che “334 decessi sono avvenuti in un secondo momento” dopo l’uso di un’ACE TASER®. Alla luce di questo chiarimento, bisogna affermare che Amnesty non ha dichiarato che 334 decessi sono stati “causati” da o che un’ACE TASER® ha “contribuito” a questi decessi.
Uno sguardo più approfondito alle prove scientifiche e mediche presentate nel report Less Than Lethal? The Use of Stun Weapons In US Law Enforcement, e associate ai decessi correlati agli arresti citati da Amnesty International, indicano che in meno di 50 incidenti un’ACE TASER® è stato indicato dal medico legale o dal coroner come fattore che ha contribuito o, più probabilmente, non è stato possibile eliminarlo dalle possibili cause di morte. Solo in pochi casi controversi un’ACE TASER® è stata indicata come “causa” di morte.
Pagina 1: “Vi sono state continue polemiche riguardo alla potenziale letalità dei dispositivi ACE, specialmente dopo l’introduzione nell’ultimo decennio di modelli più potenti di nuova generazione. Dal giugno 2001, più di 330 persone negli Stati Uniti sono morte, in seguito all’essere state colpite dalla polizia, e 25 morti simili sono state segnalate in Canada. Nella maggior parte dei casi i coroner hanno attribuito la morte ad altre cause, come l’intossicazione da farmaci o la sindrome da delirio eccitato, un termine spesso usato per descrivere qualcuno che si trova in uno stato agitato o altamente disturbato. Tuttavia, in almeno 50 casi, si dice che i coroner abbiano indicato il TASER come causa o fattore che ha contributivo alla morte. Le evidenze scientifiche dei medici legali e il ruolo delle ACE nelle morti continuano a essere oggetto di controversie”.
Pagina 3: “Il rapporto di Amnesty International non è uno studio scientifico, né l’organizzazione è in grado di trarre conclusioni sul ruolo del TASER in ogni caso.”
Pagina 20: “Tra il giugno 2001 e il 31 agosto 2008, 334 persone sono morte negli Stati Uniti in seguito all’essere state colpite con un’ACE dalla polizia. Amnesty International non suggerisce che i TASER abbiano necessariamente causato o contribuito a ciascuna di queste morti”.
Nel maggio 2011, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha affrontato in modo chiaro questo problema dopo diversi anni di ricerche indipendenti su questa questione controversa ed emotiva, in un rapporto dal titolo: Study of Deaths Following Electro Muscular Disruption.
Pagina VIII dell’introduzione: “Nonostante il rischio di lesioni secondarie, dovute a cadute o perforazioni, il rischio di morte umana dovuto direttamente o principalmente agli effetti elettrici dell’uso delle ACE non è stato dimostrato in modo conclusivo. Tuttavia, ci sono casi aneddotici in cui non è noto nessun altro fattore di rischio significativo della morte. Inoltre, la ricerca attuale non supporta l’ipotesi di rischio aumentato di aritmia cardiaca in situazioni sul campo, anche se i dardi dell’ACE colpiscono la parte anteriore del torace. Vi sono casi aneddotici in cui non è noto nessun altro fattore di rischio significativo per la morte e in cui l’associazione temporale fornisce prove circostanziali deboli di causalità. Il gruppo ha esaminato gli studi sulla fibrillazione ventricolare in relazione al posizionamento dei dardi, sulla dimostrazione della fibrillazione ventricolare, sulla tachicardia ventricolare senza polso, sull’attività elettrica senza polso negli animali e sugli esempi aneddotici di cattura degli esseri umani che indossano pacemaker o defibrillatori cardiaci. Questi studi suggeriscono meccanismi plausibili, ma non dimostrati, per casi insoliti e rari di morte a causa di una confluenza di circostanze improbabili”.
Ancora una volta, va notato che, per sua stessa ammissione, Amnesty International non ha condotto studi medici e non ha effettuato alcuna valutazione scientifica diretta sulle armi TASER®. Le sue affermazioni non sono solo fuorvianti e imprecise, ma anche non supportate dalla scienza medica o accademica.
Nella stragrande maggioranza di queste morti riportate da Amnesty, i medici legali hanno escluso che il TASER® fosse stato causa o avesse contribuito al decesso.
Gli articoli di Reuters
In risposta alla serie di articoli sulle armi a conduzione elettrica TASER® (ACE) pubblicata da Reuters alla fine del 2017, abbiamo fornito la seguente dichiarazione e le seguenti risorse (con statistiche aggiornate al 15 giugno 2018) pubblicate al seguente link https://www.axon.com/info/reuters
La nostra missione è proteggere la vita e diamo grande importanza alla sicurezza dei nostri clienti e delle persone di cui i nostri clienti sono al servizio, più di ogni altra cosa. Le armi a conduzione elettrica TASER® non sono esenti da rischi, ma si sono dimostrate più sicure di manganelli, pugni, abbattimenti, placcaggi e pallottole a impatto (impact munitions). Sono anche le armi-meno-letali più studiate al mondo con oltre 785 report, abstract, lettere and studi sulla sicurezza delle armi TASER® e oltre 3,7 milioni di implementazioni nel corso di 24 anni. Qualsiasi perdita di vite umane è una tragedia a prescindere dalla circostanza, motivo per cui rimaniamo impegnati a sviluppare la nostra tecnologia e a formare le persone che la utilizzeranno allo scopo di proteggere la vita e garantire la sicurezza pubblica.
Axon è profondamente coinvolta nella sicurezza delle nostre comunità e crediamo che la sicurezza vada di pari passo con la trasparenza. Per noi è importante avere assoluta fiducia nella sicurezza dei nostri prodotti. Come risultato diretto di tale convinzione, garantiamo che i nostri prodotti siano sottoposti a una ricerca e a test rigorosi sia interni, sia attraverso terze parti, e continuino a testarli e monitorarli anche dopo che sono stati rilasciati.
Il più sicuro uso di forza intermedia
Sebbene non siano prive di rischi, le armi a conduzione elettrica TASER® hanno dimostrato di essere più sicure rispetto ad altre opzioni di uso della forza. Uno studio della Wake Forest University del 2009, pubblicato sull’Annals of Emergency Medicine, che ha analizzato 1.201 casi di utilizzo di armi intelligenti TASER® da parte di sei diverse agenzie di pubblica sicurezza nell’arco di 3 anni, ha evidenziato che il 99,75% delle colpite da un’arma intelligente TASER® non ha riportato ferite o ha riportato solo delle leggere abrasioni. Lo studio ha preso in considerazione diversi stati di influenza da alcol e droghe, età e razza, dimostrando che i dispositivi TASER® sono il più sicuro uso di forza intermedia a disposizione della polizia.
GLI STUDI HANNO DIMOSTRATO CHE:
• Le armi a conduzione elettrica TASER® sono le armi-meno-letali più studiate al mondo con oltre 785 report sulla sicurezza, abstract, lettere and studi, e il 78% di questi sono indipendenti
• Oltre 18.000 agenzie di pubblica sicurezza in più di 107 Paesi hanno adottato le armi a conduzione elettrica TASER® e salvato oltre 201.300 vite da morte potenziale o lesioni gravi.
“Non tolleriamo le torture di alcun tipo – la nostra tecnologia è progettata per proteggere la vita e ridurre i danni a tutte le parti coinvolte in situazioni ad alto rischio, violente e di risposta alla resistenza”.
Durante la nostra formazione affermiamo esplicitamente di:
• Usare la forza minima necessaria per raggiungere obiettivi legittimi;
• Usare la forza solo verso chi “resiste attivamente” ha reazioni ancora più forti;
• Fare un avvertimento verbale prima di usare la forza;
• Attenersi all’uso proprio. Utilizzare le armi a conduzione elettrica solo per gli scopo previsti, in situazioni legalmente giustificabili e in conformità con le Linee guida della propria agenzia. Non usare per la tortura.
L’accusa: i dispositivi TASER® sono una forma di tortura
Tutte le forme di risposta attuate delle forze di pubblica sicurezza nei confronti della resistenza all’arresto implicano attenzione al dolore inferto (pugni, calci, manganelli, spray al peperoncino, morsi, pallottole a impatto e normali, armi a conduzione elettrica TASER®).
Le armi a conduzione elettrica TASER® generano il minimo dolore e la massima responsabilità rispetto a qualsiasi altro strumento di risposta alla resistenza.
• Le ACE TASER® hanno il periodo di disagio più breve (recupero immediato dopo un ciclo di 5 secondi rispetto a un recupero di 30-60 minuti per lo spray al peperoncino, di giorni o settimane per contusioni / ossa rotte derivanti dall’uso di manganelli e morsi, e rispetto a possibili lesioni mortali o permanenti da ferite da proiettile)
• Solo le ACE TASER® sono equipaggiate con una tecnologia che ne garantisce la responsabilità (i Triology Logs, che registrano ora e data di ogni attivazione, e il sistema di registrazione audio / video TASER CAM HD)
Più di 5,24 milioni di persone hanno sperimentato gli effetti di un dispositivo TASER® sul campo o come parte della formazione e certificazione all’uso:
• Utilizzi del TASER® (dato aggiornato al 15 giugno 2018):
◦ Utilizzi sul campo / applicazioni stimate: 3.727.000
◦ Applicazioni volontarie / durante la formazione: 2.446.465
◦ Totale: Oltre 6,1 milioni di utilizzi
Più di 201.300 vite sono state salvate da morte potenziale o lesioni gravi grazie ai dispositivi TASER®.
• Questi dati provengono dallo studio del Dr. Eastman sull’uso del TASER® da parte del Dallas Police Department: “Nel 5,4% degli utilizzi, l’ACE (TASER®) ha chiaramente impedito l’uso della forza letale da parte della polizia”.
Le ACE TASER® registrano il più alto uso rispetto a tutti gli altri strumenti meno letali disponibili sulla cintura di un ufficiale di pubblica sicurezza degli Stati Uniti.