Talebani, perchè la Cina è la vera vincitrice in Afghanistan

I talebani si stanno riprendendo l’Afghanistan. In realtà, a parte la capitale Kabul e qualche area circostante, non avevano perso mai il controllo del paese. Ormai i talebani controllano quasi il 70% dell’Afghanistan e sono a pochi chilometri dalla capitale.

A vent’anni esatti dall’invasione americana in nome dell’esportazione della democrazia in Medioriente (alla quale seguirà, seppur in modalità diverse, quelle di Iraq, Libia e Siria), con un’importante contributo, anche in termini di vittime, da parte dell’Italia (ne ho parlato qui), siamo dunque di nuovo punto ed accapo.

In realtà, l’Afghanistan faceva gola agli americani. Sia per la realizzazione di un gasdotto verso l’Europa che depotenziasse così il quasi monopolio russo, sia per la gestione dell’oppio, del quale è molto ricco. Di cui invece i talebani avevano quasi bloccata la produzione. Considerata una sostanza peccaminosa. Tanto che molti sono i dubbi sull’autenticità dell’11 settembre (come ho esposto in più articoli, come questo).

Dopo l’Unione sovietica, quindi, anche gli Usa devono arrendersi alla caparbietà dei talebani. E, tra i due litiganti, godrà la Cina. Paese che ha capito che coi talebani non devi farci la guerra, ma gli affari.

Ecco come la Cina si sta prendendo l’Afghanistan.

Cina affari in Afghanistan

cina talebani
Foto da scmp.com

Come riporta l’Huffington Post, l’amministrazione di Pechino vuole migliorare l’economia e la prosperità della regione sviluppando relazioni commerciali e avviando progetti infrastrutturali.

Pechino vuole realizzare in Afghanistan qualcosa di simile al Corridoio Economico Cina-Pakistan, o quantomeno estendere questo corridoio fino a Kabul, così da garantire i propri rilevanti interessi nel Paese. Realizzare una “tappa afgana” nel più amplio progetto della Nuova Via della Seta.

Non a caso, di recente, i funzionari cinesi hanno rilasciato importanti dichiarazioni che mostrano la loro volontà di estendere il corridoio economico Cina-Pakistan all’Afghanistan nell’ambito appunto della Belt and Road Initiative.

Pechino prevede di investire in Afghanistan in molti settori, soprattutto nelle risorse sotterranee e nel potenziale idroelettrico. E i talebani cosa ne pensano? Nelle sue dichiarazioni, il portavoce dei talebani Süheyl Şahin ha affermato senza mezzi termini che i talebani accoglierebbero con favore gli investimenti della Cina in Afghanistan

La Cina intende investire 62 miliardi di dollari (CPEC) in autostrade, ferrovie e condutture energetiche tra il Pakistan e la Cina, fino all’Afghanistan. Spicca in particolare la realizzazione di una strada principale tra l’Afghanistan e la città nordoccidentale del Pakistan, Peshawar, che è già collegata alla rotta CPEC.

La Cina intende collegare l’Asia con l’Africa e l’Europa tramite reti terrestri e marittime che coprono 60 paesi come parte della sua strategia BRI. La strategia non solo promuoverebbe la connettività interregionale, ma aumenterebbe anche l’influenza globale della Cina al costo stratosferico di 4 trilioni di dollari. Per una sorta di mega hub commerciale che collega il Medio Oriente, l’Asia centrale e l’Europa.

La Cina in Afghanistan vuole anche dimostrare la bontà della sua ideologia

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Foto da RepublicWorld.com

La Cina in Afghanistan ha pure un’altra ambizione, meno “materialistica”: dimostrare cioè che la sua ideologia e le sue politiche possono portare stabilità anche nelle geografie più impegnative del mondo, sviluppando economicamente e rendendo stabile l’Afghanistan, proprio laddove gli stati occidentali, in particolare gli Usa, hanno completamente fallito.

Una sorta di rivalsa del comunismo sul capitalismo. Quando in realtà anche il comunismo cinese non è altro che una maschera di un capitalismo “con gli occhi a mandorla“. Con la differenza, occorre ammetterlo, che il capitalismo cinese impiega denaro per sopraffare l’altro (vedi quanto sta accadendo in Africa o in Israele) mentre il capitalismo americano usa le armi. O direttamente o armando gli altri.

Gli interessi della Cina verso l’Afghanistan risalgono in realtà agli anni ’80, quando già ci furono prime dichiarazioni in tal senso. Visto che all’epoca il paese fu invaso dall’Unione sovietica, paese da decenni concorrente dei cinesi.

Tuttavia, è a partire dagli anni dieci di questo millennio che la Cina sta progettando qualcosa di concreto in Afghanistan. Come confermano le parole di Xi Jinping nel 2014, quando, partecipando alla “Conference on Cooperation and Confidence-Building Measures in Asia”, disse:

I problemi dell’Asia dovrebbero essere risolti dagli asiatici in ultima istanza e la sicurezza dell’Asia dovrebbe essere garantita da asiatici

Talebani chi sono

talebani chi sono
Foto da Globalist

Ma chi sono i Talebani? Come riporta Wikipedia, il termine talebani o talibani indica gli studenti delle scuole coraniche in area iranica, incaricati della prima alfabetizzazione, basata su testi sacri islamici.

Il nome ha assunto notorietà a causa dell’improprio uso del termine da parte dei mezzi di comunicazione di massa per indicare la popolazione di orientamento religioso fondamentalista presente in Afghanistan e nel confinante Pakistan.

I talebani sono noti per essersi fatti portatori dell’ideale politico-religioso che vorrebbe recuperare tutto il portato culturale, sociale, giuridico ed economico dell’Islam per costituire un Emirato. Dopo una sanguinosa guerra civile che li ha visti prevalere su Tagiki ed Uzbeki, essi hanno governato su gran parte dell’Afghanistan (escluse le regioni più a occidente e a settentrione) dal 1996 al 2001. Sono anche riconosciuti da alcuni paesi circostanti: Emirati Arabi Uniti, Pakistan (con cui la Cina, come visto, fa già affari) e Arabia Saudita.

Il pensiero dei talebani è stato descritto come «un’innovativa combinazione di Shari’a e Pashtunwali», il codice d’onore delle genti pashtun. Esso s’ispirerebbe all’interpretazione dell’Islam della corrente sunnita Deobandi, che enfatizza la solidarietà, l’austerità e la famiglia (gestita dagli uomini).

Giunti al potere nel 1996, fecero nuovamente ricorso all’amputazione di una o anche di entrambe le mani per il reato di furto e alla lapidazione per gli adulteri conclamati. I talebani bandirono inoltre tutte le forme di spettacolo televisivo, immagini, musica e danza, fosse anche in occasione delle tradizionali cerimonie nuziali.

Era illegale portare la barba troppo corta o radersi del tutto mentre era severamente punito il tagliare i capelli alla moda “occidentale“. Il gioco d’azzardo fu bollato come stregoneria e fu severamente punito non pregare nei momenti di elezione della ṣalāt. Fu infine istituita una polizia religiosa, sull’esempio dei muṭawwiʿīn (in arabo: مطوعين‎) sauditi.

Il ruolo sociale della donna viene completamente annullato.

Sotto la loro gestione, la produzione di oppio, del quale l’Afghanistan è il più ricco al mondo, diminuì da 4000 tonnellate nel 2000 (circa il 70% del totale mondiale) a 82 tonnellate nel 2001, gran parte delle quali si disse furono raccolte nelle parti dell’Afghanistan controllate dall’Alleanza del nord.

Proprio il fatto che la lettura islamica dei talebani si sia diffusa in Pakistan, non può che aiutare la Cina nel suo espansionismo verso l’Afghanistan. Il che aumenterebbe l’influenza politico-economica del paese in Medioriente, alla luce anche di quanto sta accadendo con Israele. Che sta mollando gradualmente Washington in favore di Pechino.

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