Anche in Svezia vince un ‘Meloni’: chi è Jimmie Akesson

Anche in Svezia vince un ‘Meloni’: chi è Jimmie Akesson

Le elezioni politiche in Svezia appaiono come un presagio di quanto accadrà in Italia tra una decina di giorni. Nel paese scandinavo che spinge per entrare nella Nato insieme ai vicini finlandesi, la coalizione di centrosinistra si è fermata al 48,8% delle preferenze. Mentre quella di centrodestra è attestata al 49,7. Lo spoglio è ancora in corso, e forse bisognerà attendere giovedì per i risultati finali. Ma dovrebbe cambiare poco, tra 1 e 3 seggi.

Quella che dovrebbe consumarsi in Svezia è un’autentica svolta storica, visto che, dopo quasi mezzo secolo, i socialdemocratici dovranno lasciare il governo del paese al centro-destra. A guidarlo dovrebbe essere Ulf Kristersson, leader dei moderati (attestai sul 19%), in una coalizione che dovrebbe unire liberali, cristiano democratici e l’ultradestra dei Democratici svedesi.

Questi ultimi sono stati la vera sorpresa elettorale, visto che hanno ottenuto il 20,6%, un record storico. Rappresentando praticamente la prima forza della coalizione.

Il leader è Jimmie Akesson, che da quando ha preso in mano il partito nel 2005, ha praticamente portato un partito estremista su posizioni più moderate. Ecco dunque il paragone con Giorgia Meloni, anche perché i due fanno entrambi parte del Partito Conservatore europeo. Il quale sta vedendo crescere così la propria importanza.

Chi è Jimmie Akesson, il Meloni svedese

Come spiega Today, Akesson ha ripulito i Ds degli esponenti più vicini alle radici di estrema destra. Se Democratici svedesi è stato fondato nel 1988, con spiccate radici neonaziste e suprematiste, egli dopo una lunga militanza giovanile ne ha preso le redini nel 2005, ammodernandolo e rendendolo più democratico.

E non è un caso che proprio fino al 2006, il logo del partito è stato una torcia simile a quella del British national front, movimento fascista britannico. Spingendosi quindi anche oltre la Meloni, la quale, nel suo decennio di leadership di Fratelli d’Italia, non ha mai proposto di “spegnere la fiamma dell’Msi dal proprio simbolo.

Nel 2010, Akesson ha istituito una Carta contro il razzismo e l’estremismo. Certo, non mancano rigurgiti neonazisti ancora oggi, come il messaggio di qualche esponente che ha ricordato l’anniversario dell’invasione nazista della Polonia. E proprio in Polonia che i Socialisti democratici sono stretti alleati del PiS, la formazione di destra che guida il governo polacco e che di fatto tiene le redini dei Conservatori europei.

Con i polacchi e la Meloni, i Ds hanno in comune la politica e le idee sull’immigrazione e l’euroscetticismo. Come Meloni, Akesson non ha mai rinnegato le battaglie a tutela dell’identità svedese e contro il multiculturalismo. Per esempio, i Democratici svedesi chiedono il divieto del velo islamico e una riforma delle politiche di accoglienza che porti a una stretta sui richiedenti asilo e ai rimpatri dei migranti che commettono crimini. Inoltre, propongono di riservare le prestazioni sanitarie gratuite o calmierate ai soli svedesi.

Un forte distinguo rispetto alla Meloni, al Pis e a tutto il Partito conservatore europeo arriva però sui diritti Lgbtqi+. Infatti, Akesson ha storicamente aperto ai matrimoni tra persone dello stesso sesso e agli interventi per chi intende cambiare sesso.

Cosa cambia per Europa con vittoria destra in Svezia?

I Democratici svedesi vogliono anche liberarsi definitivamente dalle accuse di antisemitismo e, di recente, di vicinanza alla Russia di Vladimir Putin. Infatti, Akesson ha lanciato proposte pro-atlantiche, un aumento delle spese militari, sostenuto l’ingresso nella Nato e promesso di spostare l’ambasciata svedese in Israele da Tel Aviv a Gerusalemme qualora dovessero salire al governo di Stoccolma.

Altro punto di stretta condivisione con Meloni e polacchi del PiS è l’euroscetticismo, anche questo ammorbidito di recente, ma Akesson ha chiarito di restare fortemente contrario a una maggiore integrazione Ue della Svezia.

Quindi, la posizione della Svezia dovrebbe essere ancora decisa riguardo l’ingresso nella Nato e l’anti-putinismo. Mentre l’Unione europea si ritroverà proprio la Svezia titolare della presidenza del Consiglio Ue a partire dal gennaio 2023. Il moderato Kristersson (che nell’Ue è un membro del Ppe della presidente della Commissione Ursula von der Leyen) ha assicurato che Stoccolma resterà europeista. Ma dovrà fare i conti con Jimmie Akesson.

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