Strage in Texas motivi
Gli Stati Uniti fanno ancora una volta i conti con i propri mali: vendita delle armi troppo facile, paranoie, rancori fomentati da una società votata alla competizione continua e alla scarsa propensione verso gli altri complice l’individualismo dilagante.
Non a caso, sono oltre 200 le sparatorie di massa in America dall’inizio dell’anno.
In una società del genere, gli immigrati fanno fatica ad integrarsi. Anche quando appartengono alla seconda o terza generazione. Un paradosso, visto che parliamo di un paese creato da invasori stranieri ai danni dei nativi locali. E reso la più grande potenza economica del mondo proprio dagli immigrati. Neri, ispanici, italiani, irlandesi, in primis.
Il Covid-19 ha fatto il resto. Ha acuito le distanze tra le persone, amplificato le solitudini, fomentato paure e intolleranze. Il Texas, poi, è un paese noto proprio per la facilità con cui si vendono le armi. E ogni volta che si consuma una strage, si fanno i soliti discorsi sul rivedere le leggi sulle vendite delle armi. Ma poi nessuno fa niente, perché le lobby delle armi sono potenti tanto quanto quelle dei farmaci e del petrolio.
Pure Obama e figuriamoci Biden, che sta mettendo a soqquadro mezzo mondo con una politica estera aggressiva e pericolosa.
Stando alle prime notizie, il killer che ha avuto il sangue freddo di uccidere ben 19 bambini tra i 9 e i 10 anni e 2 insegnanti che si sono immolati nel tentativo di salvarli, della scuola elementare di Uvalde in Texas (la Robb Elementary School), ha il classico identikit troppe volte letto in questi casi. Peraltro, si trattava del terzultimo giorno di scuola.
Killer in Texas chi è
Il nome del fautore della strage è Salvador Ramos. Come riporta Virgilio, il giovane è un ex studente del complesso, sebbene quando frequentava le superiori. Veniva definito “un ragazzo difficile”, mentre da bambino aveva studiato nella scuola teatro della strage.
Ai tempi della scuola veniva deriso per come si vestiva e per la situazione finanziaria in cui versava la famiglia.
“Si sapeva che aveva problemi, ma nessuno lo ha mai segnalato alle autorità”, riporta Abc. Sempre secondo quanto riportato dai media Usa, il ragazzo lavorava nella catena di ristoranti Wendy’s. Il gestore del locale lo ha definito “un tipo silenzioso, non socializzava con altri dipendenti”.
Nei giorni antecedenti la strage, aveva pubblicato diversi messaggi sui Social con foto di pistole e fucili e messaggi subliminali. Dando dunque un preavviso di quanto stese per compiere. E purtroppo ci è riuscito, ucciso poi nello scontro a fuoco con la Polizia.