Stefania Rotolo, la triste storia della ‘ragazza uragano’

Stefania Rotolo, la triste storia della ‘ragazza uragano’

Ballerina, showgirl, cantante e conduttrice televisiva italiana. Voce calda e sensuale, fisico slanciato, viso telegenico, presenza scenica potente. Questo ed altro era il talento di Stefania Rotolo, che il destino ci ha portato via troppo presto, a soli trent’anni.

A oltre quarant’anni dalla morte, vogliamo ripercorrerne la pur breve ma straordinaria vita, fino al tragico epilogo.

La storia di Stefania Rotolo

Come riporta Wikipedia, Stefania Rotolo nacque a Roma il 23 febbraio 1951 da padre pugliese (era della caratteristica Alberobello) e da madre di origini austriache, Martha Matoussek. Una danzatrice giunta in Italia per entrare nel corpo di ballo delle Bluebelles, che si esibiva negli show di Erminio Macario. Fu proprio lei ad invogliare sua figlia a intraprendere la carriera di ballerina.

Di fatti, nel 1964 Stefania Rotolo entrò a far parte dei Collettoni di Rita Pavone, tra i quali troviamo anche future celebrità della musica leggera italiana, come Loredana Bertè e Renato Zero. Successivamente, insieme a loro e a molti altri (tra cui Patty Pravo), fu tra i protagonisti che animavano la famosa discoteca romana Piper.

Dopo alcuni anni fu notata da Franco Estil, importante ballerino e coreografo italiano, che le propose di unirsi alla sua compagnia di danza per un tour in Messico. Inizialmente, la sua permanenza in Sudamerica sarebbe dovuta durare un mese. Ma Stefania qui trovò l’amore: si innamorò infatti del sassofonista brasiliano Tyrone Harris, che seguì nel suo paese di origine, per convivere a Rio de Janeiro.

Qui ebbe modo di perfezionare le sue doti di ballerina presso la nota Escola de samba di João Gilberto. Nel 1972, dalla loro unione nacque Federica, che però non fu mai riconosciuta dal padre.

Tornata in Italia, forte di quella esperienza così formativa e multiculturale, due anni dopo prese parte al film La mafia mi fa un baffo di Riccardo Garrone, con Renato Cecilia. Sempre nel 1974 arrivò anche il suo debutto televisivo, col grande chansonnier francese Charles Aznavour, all’interno di un suo recital. Nel 1975 divenne parte dello sfatt del Cantagiro.

Importanti, sempre nella metà anni ’70, furono le esperienze teatrali in spettacoli come Felicibumta di Garinei e Giovannini con Gino Bramieri.

Dunque, la sua carriera esplose su più forme artistiche (cinema, televisione e teatro), mostrando grande duttilità come performer.

La carriera di Stefania Rotolo

Detto dei suoi esordi, è nella televisione che si concentra maggiormente la sua carriera.

Si lega sentimentalmente a Marcello Mancini, giornalista e autore televisivo anche per la Rai. Stefania ottiene un contratto con la rete pubblica, che nel frattempo sta cominciando a diventare più commerciale e meno ingessata. Anche per venire incontro alle nuove istanze della società.

Stefania Rotolo inizierà ad apparire così in programmi destinati ai più giovani: Il primo di questi è Piccolo Slam, in onda sulla Rete Uno (l’attuale Rai 1) nel 1977, programma dedicato alla disco music. Stefania Rotolo è affiancata da Sammy Barbot, ballerino, cantante e dj di origine caraibica. I due incidono anche l’omonima sigla dello show.

Piccolo Slam inizialmente doveva andare in onda in sole 12 puntate, ma saranno raddoppiate grazie al successo di pubblico registrato. Inoltre, sarà programmata una seconda stagione. La quale avrà come sigla invece Go!!!, che vincerà anche il Telegatto come Migliore Sigla Tv, e il Premio Popolarità di Radio Monte Carlo.

Sempre nel 1978 esce il 33 giri Uragano Slam, che contiene diverse cover. In quegli anni, Stefania Rotolo si guadagna anche l’appellativo di “Ragazza uragano“, per la propria presenza scenica esplosiva e travolgente. Inizierà un tour (sempre chiamato Uragano slam, per cavalcare il successo del programma televisivo), riscuotendo ancora un buon successo.

Viene poi ingaggiata in autunno da Enzo Trapani per il suo varietà Non stop; per il quale interpreta la sigla Spaccotutto.

Nel 1979 conduce un’altra trasmissione serale assieme al comico, cabarettista e attore Gianfranco D’Angelo (che diventerà famoso soprattutto per la trasmissione anni ’80 su Fininvest Drive In), dal nome Tilt, diretta dal regista rumeno-spagnolo Valerio Lazarov.

Tilt si caratterizza per il fatto di avere, oltre che le ormai usuali atmosfere dance per i giovani, anche uno spazio dedicato ai bambini, chiamato Baby music. In questo spazio, Stefania balla sulle note delle sigle dei cartoni animati più in voga del periodo, in coppia con Enzo Paolo Turchi (come noto marito di un’altra show girl di successo, la prorompente Carmen Russo) e una giovanissima Claudia Vegliante (che diventerà famosa per il ruolo di Rossella ne I ragazzi della Terza C).

Tra i brani originali lanciati nella trasmissione ha un notevole successo Marameo. Ma, soprattutto, la sigla finale del programma, Cocktail d’amore (che vantava nella sua composizione di diversi nomi di spicco del panorama autoriale italiane. Su tutti, quello di Cristiano Malgioglio, il quale scrisse brani per diverse intepreti di spicco della canzone leggera italiana, come Mina e Iva Zanicchi (qui i suoi 10 brani più belli).

Cocktail d’amore diventerà anche il suo brano simbolo, per l’interpretazione intensa eseguita.

Nel 1980, la Rai la omaggia già con uno speciale, benché fosse nel pieno della sua carriera e avesse appena 29 anni. Ovvero Chroma-Key folies dove sono replicati i migliori balletti di Stefania eseguiti all’interno di Tilt. Oltre ad essere un omaggio per l’artista, questo spettacolo rappresenterà anche l’Italia al Festival Internazionale della Televisione di Montreux in Svizzera.

Nel 1980 appare nella neonata Fininvest, oggi Mediaset, a Canale 5, introdotta da Mike Bongiorno: il 30 dicembre 1980, durante la presentazione del Mundialito. Anche per questo evento calcistico a Stefania è destinata l’interpretazione della sigla. Oltre ad essere co-conduttrice del programma. E’ stata, dunque, uno dei primi artisti che la Fininvest arruolò dalla Rai per avanzare sul mercato.

Questa, peraltro, sarà la sua ultima apparizione televisiva. Il destino, purtroppo, gli ha destinato ben altro.

Stefania Rotolo come è morta

Infatti, da questo periodo inizia ad accusare i sintomi di un tumore uterino, in seguito al quale deve subire un intervento chirurgico che la tiene lontana dalla televisione.

Riesce anche a tornare sulle scene, in un concerto alla Bussoladomani di Marina di Pietrasanta, dove ripropone Cocktail d’amore in duo con Renato Zero. La Rai, inoltre, le propone di interpretare il ruolo di Peter Pan in un successivo musical con il grande Vittorio Gassman. Una donna che interpreta un personaggio maschile dunque, un po’ come già fece Rita Pavone con Gian Burrasca negli anni ’60. Il progetto però non vedrà mai la luce.

La malattia di Stefania, infatti, è giunta ormai ad uno stadio avanzato e non le lascia tregua: mentre era ricoverata nella casa di cura romana “Villa Verde“, fu colta da un’ulteriore grave crisi. Muore la mattina di venerdì 31 luglio 1981, a soli 30 anni. Fu sepolta nel cimitero di Prima Porta.

L’eredità lasciata da Stefania Rotolo è straordinaria, indimenticabile. La stagione della disco music porta il suo marchio: il taglio di capelli, biondi e corti, lo stile giovanile, vivace ma mai eccessivo, la simpatia e la comunicativa. Sapeva cantare, ballare, recitare, condurre. Piaceva a bambini, giovani, adulti.

Una “ragazza uragano” che travolgeva tutti con il suo stile.

Ricordiamola con il suo brano più rappresentativo, Cocktail d’amore:

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