In Italia Stato di emergenza fino al 31 dicembre: unico paese Ue

Introduzione

Non ha perso tempo Mario Draghi a proclamare uno Stato di emergenza fino al 31 dicembre per la guerra in Ucraina. Unico paese dell’Unione europea a farlo, e in Europa, l’unico a parte i paesi direttamente coinvolti.

Neppure la Finlandia ha preso una decisione del genere, eppure è “attenzionata” dai russi per la volontà di voler entrare nella NATO ed è separata dalla Russia da un lembo di mare.

Ma tant’è. Mario Draghi ci ha fatto entrare ufficialmente in guerra, scavalcando ancora una volta il Parlamento. Certo, questo stato di emergenza non c’entra nulla con quello relativo al Covid-19, almeno per ora. Tuttavia, è sempre un buon modo per farci stare sulla graticola e promulgare leggi speciali in modo più veloce.

Vediamo cosa c’è dietro questo stato di emergenza.

Stato di emergenza fino al 31 dicembre in cosa consiste

Come riporta IlSole24Ore, oltre allo stanziamento di 10 milioni di euro a carico del Fondo per le emergenze nazionali, previsto della deliberazione dello stato di emergenza, è il decreto con misure urgenti per la crisi in Ucraina, approvato sempre il 28 febbraio dal Cdm, a contenere le prime misure per far fronte alle eccezionali esigenze di accoglienza dei cittadini ucraini scappati dalla guerra.

A tal fine sono incrementate le risorse del Ministero dell’Interno destinate alla attivazione, locazione e gestione dei centri di trattenimento e di accoglienza, per poter fruire di ulteriori 5.000 posti. Per le stesse finalità è autorizzata l’attivazione di ulteriori 3.000 posti nel Sistema di accoglienza e integrazione (SAI), gestito dagli enti locali, destinati soprattutto a nuclei familiari e persone vulnerabili.

La spesa per l’accoglienza di 5mila profughi ucraini ospitati nel sistema dei centri governativi, più tempestivamente attivabile, è di 54,1 milioni nel 2022. Quella per gli altri 3mila profughi da sistemare nella rete degli enti locali ammonta invece a 37,7 milioni nel 2022 e in 44,9 milioni per ciascuno degli anni 2023 e 2024.

Cosa nasconde lo stato di emergenza fino al 31 dicembre

Ma in realtà uno stato di emergenza di fatto è collegato anche alla decisione del governo, ratificata dal Parlamento, di autorizzare fino al 31 dicembre 2022, la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle autorità governative dell’Ucraina, in deroga alle rigide disposizioni della legge 9 luglio 1990 che tra l’altro vieta «l’esportazione ed il transito di materiali di armamento verso i Paesi in stato di conflitto armato».

Da quanto filtra sembra le spedizioni prevederanno l’invio di centinaia di missili anticarro e antiaereo Stinger e Spike facilmente trasportabili, mortai, migliaia di mitragliatrici pesanti Browning e leggere MG.

Il Consiglio dei ministri aveva già approvato il 25 febbraio un primo decreto di aiuti militari stanziando 174 milioni di euro fino all 2023 per il potenziamento della presenza militare a Est con previsto rafforzamento delle tre missioni già in atto: in Romania, la “Baltic Guardian” in Lettonia e quella nel Mediterraneo Orientale. Quel provvedimento mobilitava 1.350 militari fino al 30 settembre e altri 2.000 per rinforzi e avvicendamenti.

Stato di emergenza: i due paradossi

Come sottolinea Il Paragone, le tempistiche sembrano essere state particolarmente ardite. Proprio nel giorno in cui sono partii primi tentativi di mediazione il 28 febbraio, ecco che Draghi subito si è apprestato a dichiarare emergenza per tutto il 2022. Che abbia parlato segretamente con Putin e non ce lo abbia comunicato?

Oltretutto, l’articolo 11 della Costituzione dice chiaramente che “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie“. Ma si sa, la Costituzione italiana è un optional.

Andrebbe chiesto un parere alla Corte Costituzionale, la magistratura ed il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella su questa nuova iniziativa dell’ormai conclamato Governatore del Draghistan.

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