Sito Inps in down, cosa c’è dietro questa ennesima figuraccia tutta italiana

Perchè il sito dell’Inps è andato in down? Per fronteggiare la profonda crisi nella quale sono sprofondati molti lavoratori autonomi. Costretti allo stop causa Coronavirus Covid-19, il Governo Conte ha varato in fretta e furia una misura pari a 600 euro Per alleviare i danni economici del mese di marzo.

La platea dei beneficiari di questi 600 euro è molto ampia. Si va dai liberi professionisti titolari di partita Iva attiva al 23 febbraio e ai lavoratori con rapporti di collaborazione coordinata e continuativa attivi nella stessa data. Questi professionisti non devono essere titolari di pensione né essere iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie.

Poi ci sono i commercianti, coadiutori diretti, artigiani, coltivatori diretti, mezzadri e coloni sempre che non abbiano già una pensione. Ed ancora, lavoratori stagionali del turismo e degli stabilimenti termali (sebbene con alcune specifiche).

Infine, tra i beneficiari risultano anche i lavoratori dello spettacolo, sebbene debbano anche loro soddisfare certe condizioni.

Il bonus di 600 ha portato così all’assalto del sito dell’Inps a partire dalla mezzanotte del primo aprile. Ma non sono mancati gravi disagi, col sito dell’Inps andato in down e addirittura, con gli utenti che, una volta loggati, hanno visualizzato il profilo di altre persone.

Si è anche parlato di attacco Hacker? Ma le possibili cause sarebbero [sta_anchor id=”inps”]altre[/sta_anchor].

Sito Inps in down motivi

inps 600 euro come averli

Dinanzi al sito Inps impallato e con gravi violazioni della Privacy, il presidente dell’Istituto nazionale della previdenza sociale, Pasquale Tridico, ha parlato di “attacco hacker“.

La politica si è indignata, con l’opposizione che ha parlato di procedura troppo complicata, quando bastava erogare la cifra direttamente sul conto corrente dei beneficiari. Maurizio Gasparri ha pure chiesto la testa di Tridico, vicino al M5S.

Ma cosa è successo? Come riporta Libero, Per Matteo Flora, imprenditore e informatico che all’AGI ha spiegato che si tratterebbe, con ogni probabilità, di un errore di programmazione della memoria cache del sito.

“La cosa che ritengo più probabile è che qualcuno abbia attivato un meccanismo di memoria cache per aiutare il sito che in quelle ore faticava a stare online”

Si tratterebbe quindi di una sorta di scorciatoia. Ma è andata male. Poi continua:

“Con la cache, invece di chiedere tutte le volte al server le informazioni per ‘comporre’ le pagine dei moduli da compilare, sovraccaricando ulteriormente il sistema, si tengono in memoria alcune ‘parti’ delle richieste e richiamarle per rendere più leggera l’operazione”.

Quindi, chi è entrato per primo ha caricato i suoi dati, ma questi sono stati memorizzati, e l’utente successivo entrando nel sito li ha potuti vedere come se fossero i suoi. Un errore – tiene a precisare Flora – abbastanza comune.

Gli fa eco Guglielmo Loy, presidente del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza Inps che a Radio 24:

“Conoscendo l’attività dell’Istituto direi che c’è un problema in origine. L’istituto è stato nel tempo caricato e sovraccarico di funzioni. Il calcolo di queste settimane è che circa dieci milioni di persone si relazioneranno con il sito. Il che vuol dire in soldoni: una macchina che va a 120 km/h viene spinta a 160 km/h, ma il motore è sempre quello”.

Poi ha concluso Loy:

A questo si aggiunge che nel tempo la progressiva riduzione degli investimenti è rimasta e il personale è molto calato. Se hai una macchina di media cilindrata che deve fare 2mila km al giorno, il motore va in tilt”

Dunque, nessun attacco Hacker. Ma una scorciatoia che ha portato solo al precipizio. Oltre ad un sito che non poteva reggere una simile mole di utenti collegati.

Perché sito Inps è andato in tilt

inps foto

Il portale Html parla di grave bug, per il fatto che era sufficiente aggiornare la pagina, e ogni volta i dati mostrati erano quelli di persone sempre diverse.

E’ probabile che il bug sia una diretta conseguenza delle necessità estremamente stringenti degli sviluppatori del sito, che hanno avuto pochissimo tempo per riuscire ad implementare (e soprattutto testare in modo opportuno) questa nuova sezione della piattaforma.

L’Inps, sommerso da critiche e imbarazzi, ha dovuto chiudere per qualche ora il portale per poter tornare lentamente alla normalità.

Storie di normali inefficienze, di un paese che non perde mai tempo per mostrare tutta la sua ridicolaggine.

Oltre agli sfotto’ all’Inps, in molti hanno messo alla berlina anche gli stessi beneficiari che si sono lamentati dell’importo. Dato che non potrebbero farlo, visto che pagano 600 euro al mese (o anche meno) i loro dipendenti, magari in nero.

In effetti, in molti casi è così, e questa scelta è dovuta all’ingordigia di chi vuole guadagnare il più possibile facendo leva sullo stipendio dato ai dipendenti. Però molti sono anche costretti a tali importi esigui, costretti dalla crisi, dalle mafie, dalle tasse.

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