Sindrome di Calimero: cos’è, rischi e rimedi

Cos’è la Sindrome di Calimero? Quali rischi comporta la Sindrome di Calimero?

Tutti conosciamo, per questioni anagrafiche o per semplice cultura generale, il mitico Calimero. Tenero pulcino nero con un guscio sulla testa, apparso per la prima volta, come riporta Wikipedia, in TV il 14 luglio 1963. Creato dal fumettista e animatore Carlo Peroni, sebbene i diritti d’autore sono detenuti dai fratelli Pagot, Nino e Toni, e da Ignazio Colnaghi. Tra l’altro voce italiana del personaggio. Contestazione caduta però nel vuoto.

Calimero è apparso la prima volta nella pubblicità della ditta di detersivi Mira Lanza, in Carosello. Raggiunse la massima popolarità tra gli anni ’60 e la prima metà anni ’70, periodo dal quale iniziò a raggiungerla in Giappone. Anche grazie ad una collaborazione con la Rai e lo studio Rever.

Calimero è poi tornato in auge in Italia negli anni ’10 del 2000, quando sono state prodotte delle serie animate ed è diventato testimonial di un’altra azienda di detersivi: Ava. Con lo slogan “Ava come Lava“.

Gli altri personaggi che lo affiancano nelle avventure sono il furbo papero Piero, il saccente professor Gufo Saggio, la fidanzata Priscilla e l’amico Valeriano.

Detto in breve della storia, occorre però anche dire che il tenero Calimero ispira anche il nome di una sindrome. Della quale ci occupiamo di [sta_anchor id=”calimero”]seguito[/sta_anchor].

Sindrome Calimero cos’è

sindrome di calimero

Cos’è la sindrome di Calimero? In pratica, come riporta Dea by day, risiede in quanti ritengono di essere vittima della sfortuna in qualsiasi momento. Prova un fortissimo senso di sfiducia e di disagio nei confronti della vita, nonché di scarsa, se non nulla autostima.

Generalmente, chi soffre della sindrome di Calimero, ha avuto una infanzia non facile. Nella quale ha probabilmente subito delle vessazioni o avrà ricevuto una rigida educazione che non gli hanno permesso di coltivare una solida stima in se stesso.

Pertanto, al primo ostacolo si ha subito la sensazione di non farcela. Si sprofonda nello sconforto. Ed ecco che si va di nuove lamentele e un senso di impotenza.

La sindrome di Calimero comporta anche una forte incapacità di reagire alle avversità della vita. Sfociando anche nella depressione o, comunque, nel mal di vivere. Pensando sempre con negatività.

Sindrome di Calimero sintomi

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Quali sono i sintomi della Sindrome di Calimero? Tra i principali troviamo:

  • continua tendenza a fare paragoni con le vite degli altri, ritenendole sempre migliori
  • ritenersi delle persone sfortunate a prescindere
  • convinzione di non poter avere controllo sulle cose
  • scaricare le colpe sul passato, senza provare a cambiare il presente
  • lasciarsi andare spesso a frasi del tipo “Per me è diverso” o “Capitano tutte a me

Sindrome di Calimero rischi

Quali sono i rischi principali legati alla Sindrome di Calimero? Quelli di non voler fare nulla per reagire. Accettare con passività il proprio status di sfigato, senza impegnarsi affinché le cose cambino.

Ciò comporta il costante peggioramento della propria situazione, ritenendo che tanto sia inutile provarci. Via via, si finisce per sfociare anche nella passività più completa, essere spesso di malumore o nervosi. Il che inficia pure i rapporti sociali.

Infine, la graduale chiusura verso il Mondo può portare alla depressione. Stadio finale dal quale poi diventa difficile uscirne, più si va avanti con l’età e si ritiene di avere poco tempo a disposizione per fare qualcosa. Oltre ad avere meno energia fisica e intellettiva per reagire.

Sindrome di Calimero rimedi e cura

sindrome di calimero rimedi

Come uscire dalla Sindrome di Calimero? Ecco, divise per punti, le azioni che possono essere eseguite:

  • guardare a ciò che ci succede in modo nuovo, diverso da come siamo abituati
  • coltivare una propria resilienza: rritenere una sconfitta una lezione dalla quale imparare per non sbagliare di nuovo
  • auto-convincersi che la sfiga non esiste e tentare sempre e comunque
  • non fare continui paragoni con le vite degli altri, ognuno ha un proprio percorso, una propria personalità. Del resto, ci sentiamo male non perché non ci siamo riusciti ma perché ci sono riusciti gli altri
  • frequentare persone positive, coinvolgenti. Che ci fanno stare bene e ci fanno sentire motivate
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