La Sicilia fa i conti con una sempre più drammatica emergenza idrica. Vediamo quali sono le cause oltre la siccità.
Sicilia, terra dove omertà e rassegnazione la fanno da padrona da secoli. Dove signorotti prepotenti locali, ora imbracciando una lupara, ora vestendo in giacca e cravatta, soggiogano e mortificano la popolazione locale. La quale è come se fosse inerte e passiva, accettando il proprio destino. Del resto, i pochi che hanno provato a cambiare le cose, sono stati subito schiacciati. Pensiamo ai Falcone, Borsellino, Impastato, La Torre, Alfano, ecc.
Un’inchiesta indipendente di Tuttogreen ci disse che la Sicilia è tra le regioni più ricche d’acqua, godendo dunque di autonomia. Com’è possibile che in una decina di anni sia la peggio messa?
Qualcuno invocherà il cambiamento climatico, la desertificazione, la siccità. Ma davvero tutto si riduce alle cause naturali o dietro c’è un gioco ben più sporco e affarista? Che non si ferma neppure davanti a un bene prezioso come l’acqua? Ovviamente la domanda è retorica. Perché l’essere umano, soprattutto quello di origine italiana, è capace di questo ed altro.
Perché in Sicilia non c’è acqua
Ci ha provato tra i pochi a fare chiarezza Il fatto quotidiano. Sebbene una puntata di Annozero di una quindicina di anni fa, già pose i riflettori sulla questione.
L’articolo inizia con una domanda posta da Beppe Amato, responsabile risorse idriche per Legambiente:
Se non c’è acqua a sufficienza, questi signori delle autobotti dove la prendono?
Alla quale poi si aggiunge una considerazione di Claudio Guarneri, presidente di Aica, l’azienda idrica dei comuni agrigentini:
Si consideri che alcune di queste ditte che hanno autobotti per ogni viaggio ricavano circa 100 euro, facendo più viaggi al giorno, almeno 10, e con più autobotti: in trenta giorni quindi si può calcolare un guadagno di almeno 30 mila euro
Era necessario innanzitutto che fosse accertata la composizione di quest’acqua, una di questa autobotti aveva preso acqua da un fiume
Un’inchiesta della procura di Palermo, guidata da Maurizio De Lucia, lo scorso gennaio ha portato all’arresto di 5 persone, tutte accusate di associazione mafiosa: attraverso una condotta idrica abusiva i vertici della famiglia mafiosa fornivano acqua per 115 famiglie. Succedeva ben prima dell’allarme siccità.
Giuseppe Riccobene, ingegnere e dirigente di Legambiente Sicilia, esperto in materia di gestione idrica rincara la dose:
Erano previsti 49 milioni di euro disponibili per rifare l’intera rete idrica ridotta ad un colabrodo. Finanziamento disponibile, appalto celebrato, aggiudicazione avvenuta, lavori mai iniziati, soldi persi. Adesso il presidente della Regione (Renato Schifani, ndr) promette che verrà rifinanziata. Bene, lo speriamo, ma intanto possiamo registrare che a gestire la fase emergenziale sono quelli che non hanno saputo farlo con la fase ordinaria
La regione, guidata dal redivivo Renato Schifani (e qui si torna al discorso gattopardiano di una Sicilia che non può e non vuole cambiare), annuncia e promette nuovi finanziamenti in favore della rete idrica. Al fine di evitare sprechi, oggi in alcuni punti vergognosi. Ma tutto lascia presagire che alla fine nulla cambierà. E che i siciliani moriranno ancora di sete…e di omertà.