Sicilia, scoperti 6 vulcani sottomarini: quali pericoli

Italia. Paese di santi, poeti, navigatori. E vulcani. Molti dei quali nemmeno conosciamo l’esistenza. Ed ogni volta ci sorprendono e si fanno temere. Come non bastassero quelli già noti. Si pensi all’Etna, continuamente attivo, che anche di recente ha regalato il suo splendore. Tra il rosso della lava, il blu del mare e del cielo o il nero della notte.

O al partenopeo Vesuvio, che da secoli dorme (a parte qualche sporadica breve eruzione) in maniera imponente sulla città di Napoli e la sua popolatissima provincia. Con un piano di evacuazione che si spera non debba mai essere messo in pratica. Data la formazione urbanistica dei paesini alle sue pendici. Con un’unica strada dove confluire, vicoletti, salite e discese.

O al Marsili, della cui pericolosità ho parlato invece qui.

Ma torniamo alla Sicilia. Dove in questi giorni sono stati scoperti ben sei vulcani. Ecco dove si trovano e se sono [sta_anchor id=”vulcano”]pericolosi[/sta_anchor].

Sicilia nuovi vulcani dove si trovano

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Come riporta Libero, le ricerche si sono concentrate nella porzione di mare sud-occidentale della Sicilia e sono state condotte a bordo della nave da ricerca Ogs Explora. I ricercatori dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale-Ogs di Trieste, hanno poi ricostruito, grazie all’ausilio di mappe batimetriche ad alta risoluzione, la morfologia del fondo marino. I risultati delle indagini, pubblicati dalla rivista Marine Geology, sono sorprendenti.

Il ricercatore di Ogs, Emanuele Lodolo, ha spiegato:

“Tutti i vulcani che abbiamo rilevato sono localizzati entro 22 chilometri dalle coste della Sicilia; uno in particolare si trova a soli 7 chilometri da Capo Granitola”. “Il vulcano più vicino alle coste, chiamato Actea, mostra una morfologia complessa, e lungo il suo fianco occidentale presenta un importante flusso lavico che si estende per oltre 4 chilometri”

precisa il ricercatore.

Nuovi vulcani in Sicilia sono pericolosi?

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L’estensione di questa colata rappresentano un unicum nel quadro del magmatismo di questo sezione del Canale di Sicilia.

“L’analisi suggerisce che i sei vulcani identificati sono stati generati durante la stessa fase magmatica precedente all’ultimo massimo glaciale (circa 20.000 anni fa)”

spiega Dario Civile, ricercatore Ogs e collaboratore di Lodolo. Solamente il vulcano Actea mostrerebbe indicazioni di una riattivazione più recente. Il ricercatore continua:

“Dobbiamo sottolineare che nessuno di questi edifici vulcanici era stato precedentemente riportato nè nelle carte nautiche comunemente utilizzate, nè nelle mappe batimetriche sinora disponibili”. “La scoperta di vulcani sommersi così vicini alla costa della Sicilia dimostra che ci sono ampie aree sommerse vicino al litorale che sono ancora poco conosciute e studiate, nonostante siano state attraversate, sin dai tempi più remoti, da innumerevoli imbarcazioni di ogni tipo”

conclude Lodolo.

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