SI E’ SPENTO FRANCO SENSI, PRESIDENTE DELLA ROMA

Dopo una lunga malattia, si è spento a 82 anni Franco Sensi, da 15 anni Presidente della Roma. Domani si svolgeranno i funerali, mentre alla camera ardente stanno arrivando migliaia di persone, tra parenti, tifosi, calciatori romanisti attuali e del passato, altre personalità del mondo del calcio, e di altri settori.
Egli è stato un imprenditore operante nel settore petrolifero attraverso la società finanziaria Compagnia Italpetroli Spa, ma anche nel turismo e nell’editoria; oltre ovviamente al mondo del calcio, dove, oltre all’esperienza con la Roma, è stato anche, seppur brevemente, proprietario del Nizza, del Foggia e del Palermo.


L’avventura come proprietario della Roma iniziò nel maggio del 1993, quando Sensi acquisì, attraverso partecipazioni nella società controllante ed insieme all’imprenditore Pietro Mezzaroma, il controllo del pacchetto di maggioranza dell’A.S. Roma S.p.A. In realtà, al momento della rilevazione della società, Sensi trovò un club in pessime condizioni tecnico-economiche, dovendo così rifondare tutto, dal quadro dirigenziale a giocatori. Poi divenne, dall’8 novembre dello stesso anno, proprietario unico e Presidente.
I primi anni sotto la sua guida non furono esaltanti per la squadra dal punto di vista dei risultati, ottenendo come piazzamento migliore la qualificazione in coppa Uefa (con allenatori quali Mazzone e Zeman). Ma fu con l’ingaggio di Capello come allenatore che vi fu la svolta, vincendo uno scudetto nella stagione 2000-01 e una Supercoppa italiana nella stagione successiva, complice un Totti ormai non più solo “pupone” ma campione vero, la qualità sugli esterni di terzini quali Candela e Cafu, la sorpresa Delvecchio, i gol di Batistuta e Montella.
Poi, dopo qualche altro anno di pausa, ottenne la vittoria di due Coppe Italia consecutive (2006-2007 e 2007-2008), e un’altra Supercoppa italiana.
A livello personale, Sensi ebbe anche altre soddisfazioni, come la nomina per la sua attività imprenditoriale, il 2 giugno 1995, di Cavaliere del lavoro; o come nel maggio di quest’anno, presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, la consegna del premio “Etica nello sport” per la sua attività pluriennale alla guida della A.S. Roma all’insegna di nuovi e rivoluzionari valori.
Pur riconoscendone l’importanza oggettiva per ciò che ha fatto per la Roma, avendo riportato sotto la sua gestione la squadra giallorossa ad alti livelli, vincendo anche uno scudetto, nonché essendo negli ultimi anni la principale rivale dell’Inter per la vittoria di questo titolo, sinceramente non mi era molto simpatico, soprattutto per i continui piagnistei relativi ad un famigerato “vento del Nord”, che non consentiva alle squadre romane di vincere lo scudetto, proprio per un sistema “del palazzo” che favoriva le squadre del Nord. Francamente, la sua squadra non è sempre stata tecnicamente all’altezza di vincere uno scudetto; anzi, la riprova delle sue inutili accuse, sta nello scudetto vinto con Capello, quando davvero la squadra messa in piedi poteva farcela.
Ma la commozione generale che ha suscitato la sua morte da parte di più personalità del mondo del calcio e non solo, dimostrano quanto Sensi sia stato importante come Presidente della Roma; e l’ultimo gesto generoso da parte della famiglia, mantenendo la sua linea di sempre, è stato quello di lasciare gli estremi per un versamento all’Ospedale gemelli di Roma, preferendo un versamento all’ospedale anziché fiori, come ultimo omaggio.

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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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