La brutta fine di Sharm el-Sheikh: il video che mostra come sia diventata una città fantasma

Sembra un secolo fa quando Sharm el-Sheikh era la meta turistica di quasi un milione di italiani l’anno. Ma parliamo di soli dieci anni fa, era il 2009. Poi la primavera araba e il fondamentalismo islamico, hanno reso l’Egitto una meta pericolosa. Attentati anche contro i turisti e carri armati che sfilavano sullo sfondo dei villaggi turisti, hanno dissuaso in tanti ad andarci. Tanto che oggi Sharm el-Sheikh sembra una città fantasma.

Mare incontaminato, flora e fauna mai vista prima, spiagge bianche, escursione in pieno deserto, estate mentre da noi era inverno, bassi costi. Sui Social impazzavano foto di persone con sfondi invidiabili, in costume al mare mentre tu indossavi i maglioni.

In tanti, in prima persona o dalle foto altrui, hanno conosciuto questa città in fondo vicina ma che sembrava fino agli anni ‘90 così lontana. Sharm El Sheikh è una città egiziana sulla punta meridionale della penisola del Sinai, nel Governatorato del Sinai del Sud, sulla fascia costiera lungo il Mar Rosso.

La sua popolazione è di circa 73.000 a partire dal 2015. Sharm El Sheikh è il centro amministrativo del Governatorato del Sinai del Sud dell’Egitto, che comprende le città costiere più piccole di Dahab e Nuweiba, nonché l’interno montuoso, Santa Caterina e il Monte Sinai.

Tutto ciò sembra un lontano ricordo ormai. Ecco come è oggi Sharm el-Sheikh in un triste [sta_anchor id=”sharm”]video[/sta_anchor].

Sharm el-Sheikh, il documentario su come è oggi

Sharm el Sheikh oggi

Come riporta LaRepubblica, secondo i dati dell”Agenzia Pubblica Egiziana per la mobilità e le statistiche’ nel mese di febbraio 2016 sono stati 346mila i turisti arrivati in Egitto. Un dato che, comparato con gli oltre 640mila arrivi dello stesso mese nel 2015 mostrano un calo di arrivi del 49%.

A diminuire sono anche le notti che in media i visitatori trascorrono nel Paese: si è passati da un soggiorno medio di 9,2 notti a uno di 5,5 notti. I timori legati alla presenza di sostenitori dello Stato Islamico nella penisola del Sinai contribuiscono a orientare i viaggi dei turisti verso mete giudicate più sicure. Così la punta di diamante del turismo egiziano appare sempre più desolante nel suo isolamento forzato.

Ecco un documentario che sta facendo molto parlare di sé: “Dream Away”, presentato in occasione del “Film Middle East Now”, il festival sul Medioriente di Firenze, ha lo scopo di mostrare la realtà della famosa meta turistica.


Sharm El-Sheikh città fantasma, c’è chi non ci sta

Sharm el Sheikh oggi

Ma c’è chi non ci sta. E parla di Egitto è in una fase di netta ripresa. A riportarlo è il sito SiViaggia. Nel corso del 2018 sono stati oltre 11milioni i turisti arrivati nel Paese da ogni parte del mondo, con un +65% rispetto al 2017.

Primi fra tutti i tedeschi (1.707.382), seguiti dagli ucraini (1.174.234) e dagli inglesi (435.772). Quarti in ordine di arrivi gli italiani: 421.992.

E per il 2019 quasi tutti i tour operator stanno facendo registrare crescite superiori al 40% di prenotazioni. Se andrà come previsto, solo i nostri connazionali che trascorreranno le loro vacanze nella terra dei faraoni toccheranno la cifra di 600mila.

Certo, non siamo ancora ai numeri del 2009-2010, quando gli italiani erano quasi un milione”, commenta Pier Ezhaya, direttore tour operating del Gruppo Alpitour e consigliere Astoi, l’associazione dei tour operator italiani. Che sempre a SiViaggia afferma “ma la foto che ritrae Sharm el-Sheikh quasi vuota era vera due anni fa. Ora non è più così”.

Ezhaya si riferisce alle immagini desolanti tratte da un video che è apparso in rete e che mostra i resort della nota località del Mar Rosso praticamente vuoti, con gli animatori che improvvisano balletti senza alcun turista e stanze di hotel vuote.

Così Pier Ezhaya basa le sue motivazioni:

Premesso che ognuno è libero di dire quello che vuole e che pensa, come associazione dei tour operator italiani siamo indignati per il tempismo con cui è uscito questo documentario perché si ha il dovere di dire le cose nei tempi giusti. Questa fotografia che ritrae Sharm el-Sheikh in quelle condizioni è veritiera se legata a un periodo che risale a due anni e mezzo fa, quasi tre. Con l’abbattimento dell’aereo russo ci fu un vero calo della domanda e gli egiziani hanno dovuto fronteggiare delle situazioni davvero molto critiche”.

Poi prosegue:

Se il video fosse uscito allora non ci sarebbe stato nulla da dire. Il fatto che esca oggi è quasi ridicolo, perché non si riescono quasi a trovare camere. Sharm non è una ‘ghost town’ come si vuole far credere, anzi. Oggi il problema che hanno i tour operator è che è difficile trovare spazio, tant’è che in alcune località dell’Egitto, come Marsa Alam, per esempio, che è al secondo posto per numero di arrivi in Egitto dopo Sharm, tutti gli albergatori stanno costruendo nuovi alberghi o allargando le proprie strutture”.

Infine conclude:

A Sharm questo non è necessario perché ha già una capacità alberghiera molto robusta. C’è una ripresa anche edilizia, che dimostra la situazione paradossale descritta in quel video che, a mio parere, mostra una situazione non vera”.

Conviene andare a Sharm El Sheikh?

La domanda, in conclusione, sorge spontanea: conviene andare a Sharm El Sheikh? C’è o meno terrorismo? La risposta non è facile. In questi paesi la situazione cambia repentinamente, quindi, anche se adesso si sta tornando alla normalità, quando leggerete potrebbe esserci stato un nuovo attentato da poco. O un colpo di Stato. O una guerra civile. E così via.

La cosa migliore è informarsi bene prima di prenotare una vacanza, attraverso i canali messi a disposizione della Farnesina e leggendo un pò di news aggiornate sul web.

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