Ultimo caso, quello delle intercettazioni telefoniche. Il Governo, in realtà in linea con quello precedente ma in forma ancora più estrema, vuole ridurre l’utilizzo delle intercettazioni telefoniche da parte della Magistratura per svolgere le indagini, limitandone l’utilizzo solo per la lotta alle criminalità organizzate e per il terrorismo in generale, limitandone altresì la diffusione all’opinione pubblica, con pene severissime per chi non rispetta tali “paletti”. Ciò significa sottrarre i magistrati di uno strumento molto importante per indagini riguardanti reati finanziari, abusi della pubblica amministrazione o lesioni alla stessa, reati quali la pedofilia, mandatari ed esecutori di violenze fisiche di altra natura…insomma quasi tutti i reati, anche quelli che riguardano politici e imprenditori.
Ciò mi fa tornare in mente un provvedimento come l’indulto, pubblicizzato come intervento benefattore per i poveri carcerati spiaccicati nelle carceri, ma che nei fatti e nelle intenzioni dei suoi promotori, ha permesso la scarcerazione di un po’ di “furbetti del quartierino”, ossia detenuti che hanno frodato le persone per centinaia di miglia di euro, ma che essendo la netta minoranza rispetto ai “ladri di polli”, non hanno fatto parlare di sé.
Insomma, si vuole fare credere ai cittadini italiani che sono tutti controllati dallo Stato, visto come un demone che limita le libertà individuali. Ma alla Magistratura non interessa l’inciucio tra due pettegole, o due amici che sparlano di una ragazza, bensì le telefonate dei politici o degli imprenditori che chiedono servigi poco leciti gli uni agli altri, o chicchessia.
Le dichiarazioni dei partiti presenti in Parlamento, sono da copione: nella maggioranza si è un po’ distinta la Lega presentando qualche minima perplessità; il Partito democratico e l’UDC hanno criticato i propositi del Governo, ammettendone tuttavia la necessità di limitare le pubblicazioni delle intercettazioni; più radicale la posizione dell’italia dei valori che senza mezzi termini parla di una legge “criminogena”, fatta per salvare gli interessi di pochi. Molto critica l’ANM.
Sicuramente ciò che va limitata è la pubblicazione immediata delle intercettazioni, nella fase della loro scoperta e primo utilizzo nelle indagini; cosa che invece va fatta quando le indagini sono in corso e magari ne è certa la loro utilità ai fini di queste. Altrimenti davvero si rischia la caccia alle streghe e i processi di piazza; o magari la compravendita di discussioni telefoniche di qualche talpa che lavora presso società telefoniche, in favore di qualche giornale, per un clamoroso scoop o per qualche partito pronto a screditare l’avversario.