Lo sciopero del sole: dipendenti Amazon indicono primo sciopero nazionale

Lo sciopero del sole è un brano della Bandabardò, il cui frontman Erriquez – al secolo Enrico Greppi – è morto proprio qualche settimana fa. E parla del Sole che ad un certo punto ne ha rotte le scatole di come gli esseri umani trattino la Natura e decide di andarsene, lasciandoli senza più la sua luce vitale.

Amazon non è il sole, ma senza dubbio illumina lo shopping di decine (forse centinaia) di milioni di persone in tutto il Mondo. Ma proprio dall’Italia gli arriverà uno schiaffo morale, col primo sciopero nazionale indetto il prossimo 22 marzo.

Uno sciopero che deve spingerci a ricordare cosa c’è dietro quei pacchi che arrivano con così tanta puntualità. Presi come siamo dalla pretesa che tutto sia impeccabile, dimenticandoci che dietro tanta simil perfezione ci siano migliaia di lavoratori “calpestati e frustrati” (per dirla alla Rino Gaetano). Da chi crea le confezioni a chi le immagazzina fino a chi le consegna con tanta celerità. Accecati come siamo dal consumismo, che ormai ci ha abituati a poter comprare anche di domenica, nelle ore serali financo notturne.

Certo, altri scioperi in Amazon ci sono stati fino ad oggi, ma sempre in ordine sparso.

Vediamo perché i dipendenti Amazon scioperano, come si difende l’azienda e quali rischi corrono i nostri ordini.

Perché dipendenti Amazon scioperano

amazon sciopero nazionale

Come riporta QuiFinanza, lo sciopero è stato deciso dopo che la trattativa per la contrattazione di secondo livello della filiera Amazon, “si è interrotta bruscamente a causa dell’indisponibilità dell’associazione datoriale ad affrontare positivamente le tematiche poste dal sindacato”.

Sul tavolo della discussione c’erano temi sensibili come:

  • l’analisi dei ritmi e dei carichi di lavoro
  • il corretto inquadramento del personale
  • l’orario degli autisti
  • l’indennità Covid

I sindacati rivendicano il fatto che all’aumento esponenziale del fatturato di Amazon, cresciuto molto grazie al Covid-19 che ha spinto le persone a rivolgersi all’e-commerce (portando in dote anche nuovi clienti che forse non avrebbe mai avuto), non è corrisposto un netto miglioramento delle condizioni sindacali dei lavoratori.

Michele De Rose, segretario nazionale di uno dei tre sindacati che hanno indetto lo sciopero, la Filt Cgil – dà alcuni numeri e anche la colpa alla tecnologia:

(…) Amazon non risponde alla richiesta di confronto. I driver, cioè coloro che consegnano materialmente i pacchi, arrivano a fare anche 44 ore di lavoro settimanale, e molto spesso per tutto il mese, inseguendo le indicazioni di un algoritmo che non conosce né le norme di conciliazione dei tempi di vita-lavoro né tanto meno i tempi del traffico delle nostre città (…)

Odone della Uiltrasporti parla anche di sciopero importante per il futuro dei lavoratori Amazon:

Qui non vogliamo che i lavoratori siano ‘spolpati’ in 4-5 anni e poi abbandonati. Diciamo sì alla flessibilità ma non deve essere regolata. E questa ‘partita’ con Amazon è centrale per gli anni a venire, dobbiamo oggi fissare i diritti dei lavoratori di questo mondo che siamo convinti continuerà a crescere

Sciopero nazionale Amazon: quali lavoratori sono coinvolti

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Lo sciopero del 22 marzo riguarda tutto il personale dipendente di Amazon Logistica Italia cui è applicato il contratto nazionale Logistica, Trasporto Merci e Spedizione, Amazon Transport Italia e di tutte le società di fornitura di servizi di logistica, movimentazione e distribuzione delle merci che operano per Amazon Logistica ed Amazon Transport.

Allo sciopero hanno aderito anche le sigle sindacali dei lavoratori atipici Felsa Cisl, Nidil Cgil e Uiltemp.

Come si difende Amazon

Il colosso dell’e-commerce si è difeso così:

Non è vero quanto dichiarato dal sindacato in merito al mancato confronto, tanto è vero che si sono svolti due incontri nel mese di gennaio. Riguardo all’incontro svoltosi con Assoespressi, ci teniamo a sottolineare che per le consegne ai clienti, Amazon Logistics si avvale di fornitori terzi. Perciò riteniamo che i corretti interlocutori siano i fornitori di servizi di consegna, nonché le Associazioni di Categoria che li rappresentano

Sciopero nazionale Amazon: quali conseguenze per gli ordini

Quali sono le conseguenze per gli ordini in vista di questo sciopero? Tutto dipende dall’adesione effettiva dei lavoratori, che immagino però sarà quasi totale. Comunque, non dovrebbero esserci consegne per lunedì 22 marzo e forse ci sarà un ingolfamento almeno per i primi giorni successivi nelle consegne.

Amazon è tra le realtà aziendali che ha beneficiato a dismisura della Pandemia Covid-19, insieme a Netflix e alle multinazionali farmaceutiche coinvolte nel suo contrasto, o che producono anti-depressivi o ansiolitici (la cui vendita è aumentata a dismisura proprio a causa del Lockdown e della paura per il futuro).

Si sta espandendo anche in altre realtà, come i diritti televisivi nel calcio o i negozi fisici. Il tutto, anche a discapito dei lavoratori. Come avviene fin dall’antichità del resto.

Dalle piramidi alle piattaforme online, non è cambiato niente insomma.

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