Altri scandali in casa Clinton: il figlio segreto di Bill, Hillary voleva uccidere Assange

Certo che dall’altra parte dell’Oceano Atlantico stanno messi proprio male. Alle prossime elezioni per eleggere il nuovo Presidente degli Stati Uniti saranno costretti a scegliere tra un miliardario misogino e razzista o una borghese radical chic diventata famosa per le corna del marito. Se però di Trump sappiamo più o meno tutto, e lo attacchiamo o elogiamo per quello che è, in casa Clinton le cose sono ben diverse. Lì regna la classica ipocrisia che ben si addice alle famiglie borghesi impegnate (o fintamente tali, vedi la discussa Fondazione Clinton) nel sociale e in politica verso sinistra.

Nella Casa Bianca qualcosa di molto simile si è già visto con la famiglia Kennedy, con John F. elogiato rispetto a Nixon soprattutto per il suo essere telegenico. Non a caso, quelle elezioni nei lontani anni ’60 rappresentarono il primo caso di influenza della Tv nelle scelte degli elettori. Ma Nixon, proprio come Trump, era comunque più genuino. Con qualche scheletro nell’armadio, certo, ma certamente ben evidenziato dai media e dai suoi avversari. Ciò che invece non avviene coi Clinton o al massimo, da parte di qualche media filo-trumpiano. Gli ultimi due sanno di clamoroso: Bill avrebbe un figlio di colore nascosto e Hillary voleva perfino uccidere Julian Assange. Ecco le prove.

Bill Clinton avrebbe un figlio di colore nascosto

figlio segreto clintonCome riporta Libero, questa volta nel mirino del tritacarne mediatico è finito l’ex Presidente Bill Clinton con un ragazzo di colore di nome Danney Williams che assicura di essere suo figlio: “Sono il figlio di Bill Clinton  guardate quanto gli assomiglio” ha ammesso il 27enne a Little Rock Arkansas. Il ragazzo, figlio di una prostituta, ha chiesto di essere riconosciuto come figlio del 42esimo presidente degli Stati Uniti. Come riporta Dagospia, il ragazzo, insieme alla madre, sostiene di essere nato da una relazione occasionale avuta da Clinton quando ancora non era Presidente. Un incontro fortuito tra la madre e il politico durante una serie di incontri. Ma non finisce qui perché la donna afferma  inoltre che i rapporti siano avvenuti anche con la partecipazione di quattro persone, su un letto e con una bella dose di cocaina. La madre è certa della paternità dell’ex Presidente perché sostiene di non aver mai avuto altri clienti bianchi.

Hillary Clinton voleva uccidere Assange

“Non possiamo proprio mandare un drone contro questo ragazzo?”. La domanda – piuttosto cruda e diretta, diciamo così – è stata formulata da Hillary Clinton mentre era ancora capo del Dipartimento di Stato Usa, il ministero degli esteri. Quindi nel pieno della sua potenza politica e militare nella prima amministrazione Obama, molto prima di ripresentarsi come candidata alla presidenza. Come riporta Contropiano, l’obiettivo del drone che poi non partì – per considerazioni politiche, non certo militari – era Julian Assange, fondatore di Wikileaks, il sito che pubblica documenti riservati o segreti di ogni parte del mondo che arrivano in suo possesso.

Il sito True Pundit ha pubblicato due giorni fa un lungo articolo su ragioni e modalità della richiesta della Clinton (http://truepundit.com/under-intense-pressure-to-silence-wikileaks-secretary-of-state-hillary-clinton-proposed-drone-strike-on-julian-assange/), ricostruendola dettagliatamente. Assange e Wikileaks hanno goduto di ottima fama presso i liberal a stelle e strisce fin quando alla presidenza c’era George Bush (2000-08), poi i neo amministratori del mondo pensavano dipoter essere lasciati in pace. Ma è bastato il primo anno di amministrazione Obama, e qualche documento pubblicato di troppo, a cambiare l’immagine di Assange da simpatico facinoroso a Frankenstein fuori controllo. A quel punto Wikileaks è diventato un covo da chiudere. L’offensiva, fin dall’inizio, è stata guidata da Hillary Clinton, visto che i problemi creati dai leaks riguardavano quasi esclusivamente la politica estera degli Stati Uniti, propagandisticamente descritta come “esportazione della democrazia” ma uscente come un mostro sanguinario da ogni mail del Pentagono o del Dipartimento di Stato. Qualcuno potrebbe obiettare che la realtà lo aveva dimostrato a sufficienza, certo; ma c’è sempre chi ci crede solo se lo vede scritto, perché incapace – da solo – di riconoscere i segni nel reale.

Hillary Clinton come Paul McCartney: morta e sostituita da una sosia? Le presunte prove

https://4.bp.blogspot.com/-YLgQo1C_Fdg/Vu7YN2NjM_I/AAAAAAAAHMo/YIsVgjNKVpUdT2sZx2DYxha006RGPohkQ/s1600/27d227f5_HillaryClinton_477131531_GettyvihRgW.xxxlarge_2x.jpgIl punto di rottura – nella semitolleranza statunitense e clintoniana – è stato raggiunto nel novembre 2010, quando Wikileas ha annunciato la prossima pubblicazione a puntate del Cablegate, una gigantesca rassegna di documenti riservati che hanno come focus l’operato del governo e della diplomazia statunitense nel mondo. 251.287 documenti contenenti informazioni confidenziali inviate da 274 ambasciate americane in tutto il mondo al dipartimento di Stato degli Stati Uniti, a Washington. Martedì 23 novembre 2010, poco dopo le 8 del mattino, al piano più alto (Mogano Row) del Dipartimento di stato, si tenta di formulare una strategia per evitare che Assange rilasci i documenti riservati che coprono il periodo dal 1966 al 2010. La paura era che la pubblicazione potesse ostacolare la futura raccolta di informazioni da parte degli Stati Uniti, compromettendo le corrispondenze private e di intelligence condivise con i governi stranieri e i leader dell’opposizione nei paesi sgraditi a Washington. Una manna per giornali e tv, un disastro per la potenza egemone.

Viene fuori che il Dipartimento di Stato della Clinton stava facendo pressione sul presidente Obama e la sua cerchia interna della Casa Bianca, contattando anche capi di stato a livello internazionale, per cercare di impedire la consegna dei cablo di Assange ai giornali; come piano b, se questo sforzo non avesse prodotto risultati apprezzabili, individuare una strategia di comunicazione per la riduzione del danno. Quella mattina il vertice del Dipartimento era impegnato in una sorta di brain storming di ipotesi miranti a fermare Wikileaks, quando ad un certo punto una Clinton “frustrata”, riferiscono le fonti, sbottò con una domanda definitiva: “Non possiamo semplicemente mandare un drone contro questo ragazzo?”

Non era una battuta. Hillary Clinton chiese apertamente ai militari “un semplice rimedio per mettere a tacere Assange e Wikileaks”, riferiscono fonti – ovviamente anonime – del Dipartimento di Stato. La domanda sollevò inizialmente una risata generale in sala, che si è però rapidamente spenta perché il segretario continuava a parlare in maniera concisa e decisa. Assange, dopo tutto, era secondo la Clinton un bersaglio relativamente facile, visto che “andava in giro liberamente a ficcare il suo naso”, senza alcun timore di rappresaglie da parte degli Stati Uniti.

La Clinton era già arrabbiata per un precedente scoop dell’organizzazione di Assange, in quello stesso 2010, che aveva divulgato documenti segreti Usa sulla guerra in Afghanistan nel mese di luglio e la guerra in Iraq. In quei giorni Assange era relativamente libero (era stato fermato e rilasciato dalla polizia inglese per un mandato di cattura europeo inseguito a una denuncia per stupro – in realtà un rapporto intimo consenziente, ma senza uso del preservativo – avanzata da una probabile agente israeliana in Svezia, unico paese europeo a classificare come “stupro” una situazione del genere).

hillary clinton sosia foto proveLa Clinton, riferiscono le fonti, “stava letteralmente fumando” perché ogni documento del Dipartimento di Stato inviato durante l’amministrazione Obama era stato firmato da lei. La proposta di usare un drone è stata poi scartata durante la riunione, e ci si orientò per l’ipotesi di mettere una taglia di 10 milioni di dollari sulla etsta di Assange. Subito dopo la conclusione della sessione di brainstorming, una dei principali collaboratori di Clinton, il direttore della politica di pianificazione del Dipartimento di Stato, Ann-Marie Slaughter, scrisse una mail alla Clinton, al capo di stato maggiore Cheryl Mills, e agli aiutanti Huma Abebin e Jacob Sullivan contenente “un memorandum SP sulle possibili strategie legali e non giuridiche su Wikileaks”. Il linguaggio diplomatico è molto eufemistico, sappiamo, ma quel “non giuridiche” resta un esempio quasi insuperabile di “narrazione tossica” per descrivere un’ipotesi di omicidio si Stato.

Clinton come Kennedy: apparenza nasconde parecchi scheletri

clinton come kennedyInsomma, Trump è quello che è. Ma non beatificate i Clinton, vi prego. Si commetterebbe lo stesso errore fatto coi Kennedy. Dimenticano quello che ha fatto Bill Clinton a tre donne negli anni ’70 e il caso Lewinski quando era addirittura Presidente. Ma anche l’operazione Desert storm. Dimenticano che per colpa di Hillary è morto un soldato e che voleva uccidere, come detto qui, Assange con un drone. Dimenticano lo scandalo della Clinton Foundation e i tanti dollari per la beneficenza che non si da dove sono. Dimenticano.

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