Sanità, vaccini gratis per tutti e nuove cure: ma pagheremo sempre noi

Si parlerà di svolta della Sanità italiana. Che torna a coprire, dopo anni di tagli, cure di massa gratuitamente. Inoltre, nelle intenzioni del Ministero della sanità, c’è anche l’intenzione di investire massicciamente su nuove metodologie di cura. Ma lo Stato italiano può permettersi d’un tratto tutto ciò? Dubitiamo. Ecco qual è il nuovo piano per la vaccinazione gratis, investimenti in cure sperimentali e chi pagherà davvero tutto ciò.

Sanità: chi beneficera dei vaccini gratis

Come riporta Il Giornale, fino ad ora chi voleva immunizzare i propri figli dalla meningite doveva sborsare dai 100 ai 150 euro per vaccino. E anche dosi per le patologie degli anziani pesavano sulla magra pensione. Ora c’è una svolta.

«I vaccini saranno gratis per tutti e senza pagamento del ticket, perché non sono da considerarsi una cura ma attengono alla prevenzione collettiva della popolazione»

precisa il ministro della Salute Beatrice Lorenzin che parla di «svolta storica».

Dunque, già da quest’anno:

 

 

sanità vaccini– I nuovi nati avranno diritto a cicli di base e richiami di vaccino per la prevenzione di difterite, tetano, pertosse, epatite B, polio, Haemophilus influenzae tipo b, pneumococco, meningococco B, rotavirus, morbillo, parotite, rosolia, varicella, meningococco C;

– Gli adolescenti: vaccino anti-meningococco tetravalente (A, C, W, Y135) e vaccino anti-Hpv;

– I soggetti di età uguale o superiore a 65 anni: vaccino anti-influenzale;

– I soggetti di età pari a 65 anni: vaccino anti-pneumococco e vaccino anti-Zoster.

Sanità: anche celiachia tra malattie invalidanti

celiachia-malattie-invalidantiIl piano dei vaccini è agganciato ai nuovi Lea, i livelli essenziali di assistenza che, dopo anni di attesa, si svecchiano inserendo nuove patologie che colpiscono nella società moderna. Innanzitutto vi è una ridefinizione degli elenchi delle malattie rare: 110 di queste entrano nei Lea e dunque le famiglie dei malati vengono sgravate dalle spese sanitarie, come nel caso della sarcoidosi, la sclerosi sistemica progressiva e la miastenia grave. In Italia i malati di malattie rare sono tra i 450mila e i 600mila, e con i nuovi Lea saranno coperte dal servizio sanitario nazionale 300mila persone che oggi ne sono prive.

Aggiornate anche le patologie croniche e invalidanti dove entrano la celiachia, la sindrome di Down, la sindrome di talidomide, l’osteomelite cronica, le patologie renali croniche, il rene policistico autosomico dominante e l’endometriosi, patologia molto diffusa che in Italia colpisce circa 3 milioni di persone. Arriva inoltre un nuovo nomenclatore della specialistica ambulatoriale, aggiornato per l’ultima volta nel 1996. Sono introdotte anche tutte le prestazioni di procreazione medicalmente assistita, sia omologa che etereologa. Fino a oggi erano erogate solo in regime di ricovero della donna. C’è anche un capitolo dedicato ai disturbi dello spettro autistico, che prevede nel percorso di diagnosi, cura e trattamento, l’impiego di metodi e strumenti basate sulle più avanzate evidenze scientifiche disponibili.

Viene poi profondamente rivisto l’elenco delle prestazioni di genetica e inserita la consulenza genetica.

Sanità, investimenti in nuove forme di cura

Il servizio sanitario nazionale coprirà i costi anche di nuove terapie innovative: l’adroterapia, ovvero una radioterapia oncologica utilizzata per la cura del tumore al cervello; l’enteroscopia con microcamera ingeribile, ovvero la possibilità di effettuare una gastroscopia attraverso l’ingestione di una pillola contenente una microcamera. Ci sono poi novità per le protesi, come quelle per la comunicazione e le attrezzature domotiche, oltre a carrozzine speciali.

Sanità, nuovo piano senza coperture? La denuncia di opposizioni e addetti ai lavori

ministro lorenzinTutto bello quindi? Insomma. Come riporta sempre Il Giornale, il costo complessivo delle nuove prestazioni infatti rischia di ricadere almeno in parte sui cittadini anche perché viene calcolato sulla base di presunti risparmi tutti da verificare. I Livelli essenziali di assistenza, ovvero le prestazioni garantite gratuitamente o dietro pagamento di un ticket dal servizio sanitario nazionale erano rimasti invariati da 15 anni perché nessun governo era riuscito a trovare la quadra sui conti. Ora in teoria la copertura ci sarebbe. Il costo vivo per garantire le nuove prestazioni supera i tre miliardi ma il ministero della Sanità lo ha stimato in circa 800 milioni prevedendo una serie di risparmi ad esempio derivanti dalla diminuzione dei ricoveri ospedalieri diurni deviati sull’ambulatoriale con pagamento del ticket che varrebbero oltre 50 milioni di euro.

CELIACHIA, UNA PATOLOGIA IN COSTANTE AUMENTO

Il senatore Franco Mandelli di Forza Italia ricorda come poco prima di Natale in un dossier elaborato dal servizio bilancio dello Stato fossero stati sollevati parecchi dubbi su molti aspetti del provvedimento: dai costi del nuovo piano vaccini all’erogazione di dispositivi medici monouso. Nel documento si evidenziava come si ipotizzassero risparmi senza «esplicitarne il procedimento». Insomma, avverte Mandelli «il rischio palese è quei risparmi esistano solo sulla carta e che ancora una volta i nuovi Lea restino l’ennesimo libro dei sogni».

Dubbi condivisi anche da chi lavora nel settore: sindacati medici e associazioni di cittadini. Il Tribunale dei diritti del malato evidenzia l’aumento delle prestazioni con ticket a carico: almeno 18,1 milioni di euro in più rispetto ad oggi per le stesse prestazioni. Si riducono inoltre le visite e gli esami in esenzione per alcune patologie croniche, ad esempio per l’ipertensione. Si cancellano dalla lista Lea dispositivi erogati finora, come plantari e calzature ortopediche. Anche il Codici teme che gran parte dei costi dei nuovi Lea finisca sulle spalle dei cittadini. Si fa notare come i costi dei ticket per le prestazioni sanitarie siano già cresciuti del 40 per cento tra il 2009 e il 2015 e quelli per i farmaci addirittura del 76,7.

Insomma i conti non tornano per Codici: se i costi per i nuovi Lea ammontano a 115 miliardi e i fondi messi a disposizione dal governo risultano essere pari a 114 miliardi di fatto si apre un buco da un miliardo. Mauro Mazzoni, Medicina del Territorio, parla addirittura di un annuncio boomerang per il sistema sanitario pubblico.

«La revisione dei Lea era prevista da un Patto per Salute che aveva concordato la necessità di 115,444 miliardi per il fondo sanitario 2016. Siamo invece a 111 miliardi. – ragiona Mazzoni- Con una mano si offrono 771,88 milioni per finanziare, sulla carta, più prestazioni, con l’altra mano si tolgono le risorse già programmate, ben più alte visto che il governo ha programmato una riduzione della percentuale dei fondi per la sanità che scenderà nel 2019 al 6,5 per cento».

E Antonio Magi, segretario generale Sumai (specialisti ambulatoriali) invita ad aspettare la registrazione del provvedimento da parte della Corte dei Conti.

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