Salvini coi Baffi: lo scambio di favori tra i due Matteo

La politica, si sa, è l’arte del compromesso. Nonché del baratto e dello scambio, al fine di ottenere il massimo possibile da una situazione. Tu mi dai una poltrona a me, io te ne do una a te. Tu mi salvi questo, io ti salvo quello. Tu mi sistemi quello, io ti sistemo quell’altro. E così via.

La Repubblica italiana funziona così da sempre. Basata su una democrazia che fa votare le masse, ma fa decidere le élite.

Lo sa bene il Partito democratico, che benché abbia avuto solo il 18% alle ultime politiche, governa su più livelli istituzionali. Dal parlamento europeo a quello italiano, passando per la più alta carica dello Stato fino alla Magistratura.

Poi ci sono anche i poteri locali, come quelli della Lega nelle regioni del Nord. In primis la Lombardia, dove il Covid-19 ha mietuto quasi 16mila vittime anche per la gestione assurda del Carroccio.

E così, ti ritrovi anche che i due Matteo – Salvini e Renzi – così simili e così diversi, facciano i loro belli scambi.

La nomina di Patrizia Baffi contropartita al salvataggio di Matteo Salvini e non solo

renzi salvini baffi foto

Oltre a tutto quanto detto fino ad ora, l’Italia è anche il Paese delle strane coincidenze.

Patrizia Baffi – consigliera regionale della Lombardia in quota Italia viva (il partitino fondato da Matteo Renzi per contare ancora), proveniente proprio da Codogno, dove tutto è partito, e impiegata proprio in una Rsa – è stata nominata a capo della Commissione d’inchiesta sulla sanità in Lombardia.

Come ricorda Wired, la Baffi si è già detta convinta che delibera lombarda dell’8 marzo, con cui si ordinava il trasferimento dei malati di Covid-19 nelle Rsa, non ha a che fare con la strage nelle Rsa.

Una convinzione che è stata già smentita da una miriade di inchieste e approfondimenti, che proprio nelle residenze per anziani vedono il punto più basso della gestione lombarda dell’emergenza sanitaria, tanto che si stanno muovendo anche gli organi giudiziari.

Secondo lo statuto, il nome della presidenza deve essere indicato dalle opposizioni, proprio per evitare quel conflitto di interessi di una giunta che si sceglie la persona che dovrà indagare sul proprio operato.

Pd, M5s e i movimenti civici avevano indicato con il 95% delle preferenze il nome del dem Jacopo Scandella, ma l’amministrazione lombarda è invece andata per la sua strada.

Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno votato per Patrizia Baffi, membro di opposizione che però non trovava, come doveva essere, l’appoggio delle opposizioni: l’unico voto ricevuto è stato quello di se stessa.

E il motivo è presto detto. La frase sulle Rsa non è l’unica traccia della vicinanza della donna alla giunta di centrodestra lombarda. A marzo, sul suo profilo Instagram, compariva la sua foto sorridente al fianco del governatore Fontana, con tanto di cuoricino rosso e un appello a tirarli fuori dalla situazione difficile che si stava creando nel lodigiano. “Noi ci fidiamo di te”, scriveva.

A inizio maggio, invece, sempre la renziana Baffi risultava l’unica esponente di opposizione a non partecipare alla mozione di sfiducia nei confronti dell’assessore al Welfare, Giulio Gallera, definendolo “un atto inopportuno”. Tanto che già in quella occasione il presidente leghista della commissione Sanità, Emanuele Monti, gli aveva garantito il voto in caso si fosse candidata per la commissione d’inchiesta. Cosa che in effetti è avvenuta.

Ma la nomina di Patrizia Baffi trova “strane” coincidenze pure in quel di Roma. Il giorno prima della sua nomina, infatti, Matteo Salvini, capo della Lega, era stato salvato dalla Commissione del Senato per le autorizzazioni a procedere. La quale ha votato la relazione del Presidente Maurizio Gasparri, con cui si avanzava l’ipotesi che l’ex Ministro degli interni aveva agito nell’interesse nazionale tenendo i porti chiusi alla ong Open Arms.

Orbene, la relazione è stata votata anche da Italia viva di Renzi.

Insomma, tutto torna. E rientra sempre nel novero delle strane coincidenze italiche.

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