Dalle criptovalute al CIPS: come Putin eviterà le sanzioni Ue

Dalle criptovalute al CIPS: come Putin eviterà le sanzioni Ue

DATA ULTIMO AGGIORNAMENTO: 14 Novembre 2022

Introduzione

L’Occidente ha capito che è il momento ideale per abbattere Putin. E sta utilizzando l’Ucraina e il sangue del suo popolo per riuscirci. Ma non solo. Sta cercando di colpire il Presidente russo “nelle tasche“, tra sanzioni, boicottaggio delle carte facendo leva sul circuito SWIFT e il congelamento dei conti.

Perfino la neutrale Svizzera sta prendendo posizione, dato che custodisce, tra le altre, molte ricchezze degli oligarchi russi. Tra cui quelle di Putin stesso. L’obiettivo è quello di creare una spaccatura tra quest’ultimo e i primi, così da rendere l’opzione di una sostituzione di Putin sempre più possibile.

Putin, insieme a pochi altri stati, è diventato uno degli ultimi baluardi contro la finanza mondialista dei Black Rock (Rockefeller) che hanno usato terrorismo, tecnologie, Big Pharma, Big tech, virus e pandemie per arricchirsi affamando i popoli.

Dubito comunque che la Russia non abbia già un successore di Putin pronto. “Allevato” a dovere da anni e probabilmente pescato sempre tra i siloviki.

Inoltre, la Russia sta valutando il modo per aggirare la guerra finanziaria mossa dagli occidentali. Vediamo le alternative in campo.

Cos’è il MIR usato dalla Russia

Come riporta IlSole24Ore, dopo la guerra in Crimea, gli Stati Uniti spostarono diverse banche russe in una lista nera. E fu allora che il Cremlino decise di dotarsi di un circuito di pagamento nazionale, il MIR, che attualmente intermedia circa il 25% di tutte le transazioni elettroniche in Russia, secondo l’Ispi.

È un sistema che funziona solo all’interno del Paese, e che in questa fase può tenere in piedi qualche servizio. Anche perché la Russia può contare su sistemi di pagamento digitale autoctoni molto diffusi, come YooMoney (del gigante Yandex), Sberbank Online e Qiwi, che funzionano anche con le carte del circuito Mir.

Cos’è il CIPS a cui sta pensando Putin

Come riporta QuiFinanza, dopo l’estromissione dallo Swift – il sistema globale di messaggistica per le banche – le banche russe si avvicinano al Cross-Border Interbank Payment System (CIPS), il sistema di pagamento sviluppato nel 2015 dalla Cina. Utilizzato principalmente per regolare i crediti internazionali in yuan e i commerci legati alla Belt and Road Initiative che ha, ovviamente, un raggio di azione decisamente più ridotto rispetto a Swift.

CIPS ha ancora davanti a sé molta strada, prima di diventare concorrente di peso ma è, certamente, in una fase di espansione. Secondo il quotidiano statale Jiefang Daily, il sistema cinese ha elaborato circa 80 trilioni di yuan (12,68 trilioni di dollari) nel 2021 (+75% su base annua).

Ovviamente, prima bisognerà fare i conti con la cautela delle istituzioni finanziarie cinesi nel fornire servizi finanziari alle società e ai privati russi per evitare di finire nel perimetro delle sanzioni.

Intanto, nell’analisi del responsabile della ricerca sul reddito fisso di Citic Securities, Ming Ming si legge che

lo yuan digitale, attualmente in fase di sperimentazione e destinato principalmente all’uso al dettaglio domestico, potrebbe essere potenzialmente utilizzato per accordi commerciali e questo sarebbe indipendente dal sistema Swift

Nella giornata di ieri Swift, ha comunicato di stare parlando con “le autorità per capire quali entità saranno soggette a queste nuove misure“, in modo da disconnetterle “una volta che avremo ricevuto istruzioni legali in tal senso

Tuttavia Mosca non può permettersi di schiacciarsi troppo sulla Cina, né sul piano finanziario né dal punto di vista degli sbocchi commerciali per il proprio gas. Perché a quel punto la Russia finirebbe per diventare poco più che una provincia cinese.

Putin potrebbe dare il via alle criptovalute

La Russia fino ad oggi ha vietato l’uso delle criptovalute nel paese, considerate un modo per far entrare capitali stranieri nel Paese, oltre che fomentare altre operazioni come il riciclaggio di denaro, il finanziamento di gruppi eversivi, l’evasione fiscale, ecc. Quelle attività di cui spesso le criptovalute sono additate di fomentare.

Non a caso, la chiusura della Russia rispetto alle criptovalute è aumentata a partire dal 2017, anno in cui il Bitcoin ha raggiunto prezzi elevati. Chiudendo l’anno su quasi 20mila dollari di valore. Stesso comportamento avuto dalla Cina.

Tuttavia, proprio le criptovalute, potrebbero essere le alleate giuste per aggirare le sanzioni e i boicottaggi finanziari occidentali. Quello che già sta facendo l’Iran da un paio di anni e sta facendo El Salvador da settembre 2021 per non essere più dipendente dal dollaro americano.

Putin potrebbe dare così vita a quel progetto del quale si parla proprio dal 2017, vale a dire il lancio di un CryptoRublo. Che non sarebbe decentralizzato come la maggior parte delle criptovalute, però, tramite la blockchain conserverebbe tutte le altre caratteristiche che le rendono sfuggenti alle autorità finanziarie tradizionali.

Tramite un CryptoRublo, gli imprenditori e gli oligarchi russi continuerebbero ad avere rapporti commerciali e finanziari col resto del mondo, malgrado la chiusura di circuiti internazionali.

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