Dal palladio al cobalto: i rischi se Russia deciderà di non fornirli

Introduzione

Quando si parla di guerra contro la Russia, si pensa subito al gas che rischiamo di perdere. Del resto, la cosa è giustificabile: quasi un terzo del gas che ci arriva dall’estero proviene da lì. Poi si pensa a grano, mais, fertilizzanti.

Ma di poco si parla di materie prime fondamentali per diversi settori industriali come palladio e cobalto. Di cui la Russia rifornisce il mondo rispettivamente del 43 e 14,1 percento.

Per ora, le scorte di queste merci e le parti in cui entrano sono sufficienti per durare da quattro a sei mesi, avvisa Jp Morgan.

Vediamo quali sono i prodotti che usiamo spesso che rischiamo di pagare molto di più o che potremmo trovare con molte difficoltà.

A cosa serve il Palladio

Per avere contezza dell’eventuale danno che un embargo russo del palladio comporterebbe, basta solo dire che, come riporta Money, circa l’85% del palladio finisce nei sistemi di scarico delle auto. Il metallo, infatti, serve per trasformare gli inquinanti tossici in anidride carbonica e vapore acqueo, componenti meno dannose. È utilizzato anche in elettronica, odontoiatria e gioielleria e viene estratto principalmente in Russia e in Sudafrica.

Tra l’altro, il palladio è già in aumento costante di prezzo da alcuni anni. La domanda mondiale è tanta. La quantità prodotta non copre la domanda ormai dal 2011.

Materie prime dalla Russia: Cobalto a cosa serve

Il cobalto, invece, come riporta My-personaltrainer, viene utilizzato principalmente nella produzione di batterie al litio e di leghe magnetiche, resistenti all’usura e molto forti. Il silicato di cobalto e l’alluminato di cobalto (II) [CoAl2O4, blu cobalto] vengono utilizzati per colorare di blu intenso vetro, ceramica, inchiostri, pitture e vernici.

Altre materie prime che arrivano dalla Russia

Come riporta Il Corriere della sera, anche il neon è un elemento chiave per la produzione di semiconduttori e la Russia ne è uno dei principali esportatori. Il timore è che si verifichi una strozzatura in questi campi fondamentali per l’economia mondiale come auto e chip, esattamente come è successo nel 2021 a causa dei lockdown per la pandemia.

Inoltre l’impennata dei prezzi del gas naturale sta rendendo proibitiva in termini di costi la produzione di ammoniaca e sono a rischio anche le esportazioni di potassio dalla Russia e dalla Bielorussia, che insieme costituiscono un terzo del prodotto scambiato a livello mondiale. Sono elementi essenziali per la produzione per i fertilizzanti. Senza di essi, l’agricoltura potrebbe essere “sconvolta”, mette in allerta la banca americana JP Morgan, sia nel 2022 che nel 2023.

Alla Russia fa riferimento anche l’11% della produzione mondiale di nichel, utilizzato per produrre batterie per veicoli elettrici e in acciaio inossidabile. Dall’inizio del 2022 il nichel ha registrato un aumento del prezzo di oltre il 18%, raggiungendo un record da una dozzina di anni a questa parte. Mosca, con Indonesia e Filippine controlla circa il 60% della produzione globale, la cui domanda è destinata a lievitare vista la spinta che si sta dando ai veicoli green.

La Russia estrae anche circa il 4% del cobalto mondiale, un altro ingrediente della batteria; un quarto del suo vanadio è usato nella produzione dell’acciaio, i cui prezzi europei sono già cresciuti a doppia cifra dall’inizio del 2022.

La russa Vsmpo-Avisma occupa da sola il 25% del mercato mondiale del titanio (importante per l’industria dell’aviazione). Occhi puntati anche sul tungsteno, cruciale perché impiegato nell’industria degli armamenti. La Russia ne è la terza maggiore produttrice al mondo, dopo Cina e Vietnam.

Conclusioni

Dunque, ad essere fortemente penalizzato dal taglio delle materie prime da parte della Russia sarà il settore automobilistico, già pesantemente provato da anni di crisi e dalla scarsità dei microchip. Altri settori a forte rischio sono l’agricoltura, la produzione di device mobili, le vernici, gli armamenti. Il che, almeno in quest’ultimo caso, non sarebbe un danno. Forse avremo qualche guerra in meno…

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