In queste ore, i server della Regione Lazio sono sotto attacco Hacker. Tanto che anche il sistema per le prenotazioni dei vaccini è andato in tilt. Si tratta di attacchi ripetuti, con gli esperti informatici che ne avrebbero respinti di altri.
A quanto pare, l’attacco Hacker a danno della Regione Lazio è partito dall’estero con un rimbalzo in Germania, sebbene non si sappia ancora di preciso da quale paese sia partito.
Comunque, la massima istituzione regionale laziale guidata da Nicola Zingaretti, ex segretario Pd, rassicura i cittadini spiegando che le prenotazioni per i vaccini riprenderanno entro 72 ore. E che, di fatto, la campagna vaccinale non si è mai fermata.
Tuttavia, sulle origini fino ad ora assunte come ufficiali ci sono dei dubbi.
Infatti, un esperto informatico dà una versione diversa e molto più imbarazzante su come sono andate le cose.
Attacco Hacker Regione Lazio: colpa di un dipendente entrato in un sito non protetto
Se è vero che nelle ultimissime ore è venuto fuori che tutto sia partito da un Pc di un dipendente che stava lavorando in smart working, ma si parla pur sempre di attacco Hacker, ad ADNkronos Fabio Ghioni, esperto a livello mondiale in sicurezza e tecnologie non convenzionali, consulente strategico per diversi organismi governativi e internazionali, dà una versione dei fatti molto più imbarazzante.
Si tratta di un ransomware, un malware che dal 2007 usano degli hacker dal Marocco, dalla Tunisia, dall’Algeria con richiesta di denaro. Dal 2015 i riscatti vengono chiesti in bitcoin. Questo virus cripta i contenuti del pc e non ha chiave di sblocco: anche chi paga non può poi più sbloccare nulla. Alle aziende e agli utenti che mi scrivono – a decine ogni giorno – perché gli hanno bloccato i computer, consiglio di dotarsi di un backup a 24 ore. Questi attacchi succedono continuamente ogni giorno, solo che non lo dicono
Ghioni poi spiega cosa ha combinato il dipendente:
Un dipendente di un’azienda, di un’ente o di un ministero, navigando per esempio su un sito a luci rosse o d’azzardo, clicca involontariamente su un popup con dentro il malware e il gioco è fatto.
Inoltre, è possibile installarlo involontariamente anche scaricando un programma gratuito da dei siti oppure cliccando su un link ricevuto per posta da una mail che sembra essere quella di un amico o della propria banca ma in realtà è uno spam. I dipendenti pubblici dovrebbero fare un corso per non andare in certi siti e per sapersi comportare sul web
Una situazione che ricorda molto da vicino quella del portale dell’Inps andato in tilt più di un anno fa, per il sovraccaricamento delle domande per i ristori. Importanti siti istituzionali che sembrano blog irrisori come questo.
Rai censura intervento Rapetto a Uno Mattina
Stamane, tra l’altro, in collegamento a Uno Mattina c’era Umberto Rapetto. Giornalista, scrittore e docente universitario. Già Generale italiano della Guardia di Finanza, in congedo dal 2012.
Nel corso del suo intervento, Rapetto ha letteralmente dato del “criminale” a chi gestisce dei server così delicati ed importanti. Critiche aspre che non aveva già mancato di scrivere sul suo blog curato su Il fatto quotidiano.
Ad un certo punto, il collegamento si è magicamente bloccato. Ed i presentatori, che sostituiscono per il periodo estivo quelli fissi, già visibilmente imbarazzati per le parole di Rapetto, non hanno neanche tentato di ripristinarlo. Manco a mo’ di farsa. Collegamento quanto mai limpido e che non si era bloccato neanche per un secondo. Cosa peraltro rara.
Su Rai Play la puntata non è visibile perchè le puntate da fine giugno non vengono più caricate. Il sito è già andato in vacanza. Ma a quanto pare certe abitudini no.
Che pena poi questi Cinquestelle, che dovevano trasformare la Rai in un servizio pubblico finalmente imparziale e scisso dagli interessi politici. Ed invece, stamane abbiamo assistito all’ennesima censura in pieno stile Saxa Rubra.