Vediamo di seguito la storia della Reggia di Caserta e cosa vedere al suo interno.
La Reggia di Caserta fu realizzata a partire dal 1750 per volere di Carlo di Borbone, insediatosi sul trono di Napoli appena 18enne. A realizzarla Luigi Vanvitelli, uno degli architetti più importanti del periodo. E, dalla sua morte, dal figlio Carlo e da un team di architetti che hanno lavorato nel soldo dell’ideatore iniziale. E’ suddivisa in tre parti: il Palazzo reale, il Parco reale e il Giardino inglese. Quest’ultimo voluto dalla regina Maria Carolina.
Il complesso sta vivendo una nuova giovinezza soprattutto grazie alla riforma dei musei voluta dall’allora Ministro della cultura Dario Franceschini nel 2014, che conferì ad essi e ai siti archeologici una maggiore autonomia nella gestione dei bilanci. Ma che introdusse anche la possibilità di nominare direttori stranieri.
Una scelta vincente, poiché si tratta di personalità slegate dai territori e lontane dai soliti giochi politici che rovinano le nostre straordinarie ricchezze. Infatti, altro esempio non distante da questo complesso monumentale, è quello del Museo e dell’annesso Bosco di Capodimonte.
Se bene o male il palazzo reale ha sempre goduto di una buona condizione, evidente è invece il rilancio del Parco reale. Finalmente anche il Giardino inglese è aperto in modo permanente ed è ben tenuto.
Insomma, la Reggia di Caserta sembra essere tornata al suo originario splendore, dopo gli anni bui vissuti tra la fine e l’inizio del Nuovo Millennio.
La storia della Reggia di Caserta
Come riportato sul sito ufficiale della Reggia di Caserta, il sito fu realizzato per volere del 18enne Carlo di Borbone (1716-1788, Figlio di Elisabetta Farnese e Filippo V), diventato Re di Napoli nel 1734, grazie al fatto che il regno fosse tornato indipendente dopo oltre 2 secoli.
Complice anche la giovane età che porta con sé una visione più futurista e spregiudicata Carlo di Borbone pensa di realizzare una nuova capitale nell’entroterra, che non fosse troppo distante dalla capitale.
E così, il primo passo è l’acquisto nel 1750 del feudo di Caserta per la cifra di 489.348,13 ducati. Affida poi il progetto a un vero genio dell’architettura dell’epoca, quello che oggi si chiamerebbe un Archistar: Luigi Vanvitelli (1700-1773). E così, il 20 gennaio del 1752, a Caserta, il re posa la prima pietra del cantiere.
Ci vorranno circa vent’anni, con il coinvolgimento di migliaia di operai e una spesa esorbitante quantificabile in 4.480.651 ducati. Da sommare dunque ai quasi 500mila già sborsati per acquistare il terreno. Dunque, siamo quasi intorno ai 5 milioni di ducati spesi.

Quando Luigi Vanvitelli morì, nel 1773, i lavori proseguirono sotto la guida di Carlo Vanvitelli, figlio di Luigi, e di altri architetti vicini al suo modo di pensare e lavorare. Ciò fece sì che il progetto non si discostasse, almeno nella forma, rispetto all’idea iniziale. Sebbene le difficoltà economiche del Regno dopo la partenza di Carlo di Borbone per la Spagna portarono purtroppo a un suo sostanziale ridimensionamento.
Oltre al Palazzo reale, Carlo di Borbone e il suo giovanissimo successore Ferdinando IV, vollero anche la realizzazione di un Parco reale, che coniugasse i modelli rinascimentali italiani con soluzioni di stampo francese. Come quelle introdotte a Versailles dall’architetto André Le Nôtre.
Del resto, chi si reca alla Reggia di Caserta e ne visita il Parco reale, non può non riscontrare similitudini tra i due complessi reali. Particolare del Parco è la Via d’Acqua che completa il cosiddetto “effetto cannocchiale” del porticato del Palazzo Reale, unendo idealmente la Reggia a Napoli tramite quello che oggi è Viale Carlo III. Furono realizzati 38 chilometri di canalizzazioni dell’Acquedotto Carolino. Spettacolare è la fontana Margherita che coniuga il parco con la cascata posta a monte. Sono invece 76 gli ettari del Bosco di San Silvestro.

Il giardino inglese fu invece ideato dalla Regina Maria Carolina, su consiglio del ministro plenipotenziario britannico William Hamilton. Il muro di cinta fu completato il 7 aprile 1787. Fu realizzato con il contributo di un brillante botanico: John Andrew Graefer. Il risultato finale è un giardino che coniuga scorci apparentemente selvaggi, rilievi e corsi d’acqua, con uno stile romantico e delicato.
Una chicca del giardino inglese, oltre alla varietà di piante provenienti da più parti del mondo, anche presunte rovine e statue d’origine archeologica provenienti da Ercolano e Pompei. Un intreccio storico dove è possibile ritrovare le fondamenta della storia della fu Campania felix.

La realizzazione della Reggia di Caserta è stata anche un volano per lo sviluppo del territorio circostante. Si pensi, su tutti, al Borgo di San Leucio, dove nacque una fiorente manifattura serica, ma anche l’azienda agricola di Carditello. Per non parlare di quanto sia importante oggi per la città e per la provincia casertana in generale.
Gli anni bui
Purtroppo però, la Reggia di Caserta ha vissuto anche anni bui, fatti di degrado e abbandono. Soprattutto tra gli anni ’90 e gli anni zero del duemila, quando tante cose non andavano affatto. Si ricorderà come perfino un noto esponente politico casertano ne avesse le chiavi.
Il Parco reale era infestato di erbacce, mentre le statue erano ricoperte di muffa. La fontana Margherita era spesso umiliata da avventori che si tuffavano e si facevano il bagno, come fossero terme o, peggio ancora, piscine di una struttura estiva.
In quegli anni, poi, era addirittura consentito pascolarsi per la Pasquetta. E’ facile immaginare in quale stato fosse lasciata il giorno seguente.
E cosa dire poi del fatto che l’ingresso era invaso da venditori ambulanti, per non parlare del degrado e dell’incuria in cui versava il giardino dirimpetto. Addirittura alcune stanze del Palazzo reale furono occupate dalla sede dell’Esercito, tanto che ci fu anche un incendio che bruciò un’ala il 4 novembre 1998.

Un vero peccato, perché gli anni ’90 potevano essere anni d’oro per la Reggia. Come ricorda Caserta c’è, dopo il G7 di Napoli del 1994, fecero il giro del Mondo le immagini del presidente statunitense Bill Clinton e della moglie Hillary abbracciati romanticamente davanti ad una scintillante Fontana di Diana ed Atteone. Non a caso, nel 1998, i turisti erano arrivati ad un milione e duecentomila.
Infine, si ricorderà la complicata storia del Giardino inglese, rimasto chiuso per anni e riaperto a intermittenza. Negando un’autentica oasi esotica ai turisti.
Abbiamo spesso denunciato lo stato di degrado della Reggia di Caserta. Per fortuna, oggi risplende proprio come l’aveva immaginata Carlo di Borbone.