Vediamo per cosa si vota nel referendum dell’8 e il 9 giugno 2025 e come si esprimono i partiti a riguardo.
I Referendum abrogativi dell’8 e del 9 giugno 2025 sono formati da 5 quesiti: i primi 4 si riferiscono al Jobs Act approvato dal Governo Renzi e provano ad abrogarne diversi aspetti e a smantellarne così le fondamenta che hanno portato a una ulteriore precarizzazione del mercato del lavoro. Mentre il quinto quesito si riferisce agli anni necessari per ottenere la cittadinanza italiana, che passerebbero, se vincesse il Sì, da 10 a 5. Sarebbero di fatto dimezzati.
Come funziona referendum abrogativo 8 e 9 giugno 2025
Certo, non sarà facile che il Referendum porti a casa ciò che propone, per due motivi. Uno puramente legato ai meccanismi previsti per i referendum abrogativi, che non sono certo automatici, ma passano sempre per un iter per il quale ci vorrà del tempo.
Un altro legato al Quorum minimo da raggiungere: affinché i referendum abrogativi dell’8 e del 9 giugno abbaino validità, dovranno recarsi alle urne la metà più uno degli aventi diritto al voto. Una soglia che negli ultimi vent’anni e passa è stata raggiunta molto raramente.
Si ricorderà, per esempio, referendum sull’acqua pubblica, che si rivelò però nei fatti una presa in giro. Oppure il referendum costituzionale promosso proprio da Renzi, bocciato dagli italiani e che spinse alle dimissioni di quest’ultimo da segretario del Pd prima e Presidente del consiglio poi. Per quanto, in realtà, promise anche di ritirarsi dalla politica insieme alla fedelissima Maria Elena Boschi, cosa mai fatta.
Cosa dicono i partiti sul referendum dell’8 e 9 giugno 2025
Spingono per il Sì il Pd, il Movimento 5 stelle, Verdi sinistra e tutte le forze promotrici (Rifondazione comunista, associazionismo, ecc.). Si esprime per il No soprattutto Italia viva, ovviamente, perché il Jobs Act è stato voluto dal governo in cui era Premier il loro leader e fondatore, Matteo Renzi. Sebbene siano favorevoli al Sì sul quinto punto legato al dimezzamento degli anni utili per ottenere la cittadinanza.
Non si sono espressi i partiti che fanno parte della maggioranza a sostegno del Governo Meloni, per non fare né un favore a Renzi dicendo No ma neppure alle forze di sinistra dicendo Sì. Sceglieranno i loro elettori.
Sarà dunque un banco di prova soprattutto per le forze di opposizione, per capire quanto pesano davvero.
Su Ilfattocasoriano sono riportati i 5 quesiti e più specificamente cosa cambierebbe se vincesse il Sì.
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