Recovery Fund destinato alle spese militari: altro che aiuto sociale

Come spiega IlSole24Ore, il Recovery Fund è uno strumento ideato dall’Ue per la ripresa economica, disastrata ulteriormente dall’ormai stranoto Covid-19. L’ammontare totale previsto è pari a 750 miliardi di euro (390 di contributi a fondo perduto e 360 di prestiti).

All’Italia andranno 65,456 miliardi di sovvenzioni a fondo perduto, divisi in due tranches tra il 2021 e il 2023. Nel complesso, dovremmo ottenere 209 miliardi, ripartiti in 81,4 miliardi in sussidi e 127,4 miliardi in prestiti. Il resto dei sussidi saranno canalizzati attraverso altri “pilastri” dell’intervento.

In un precedente articolo, ho illustrato come in realtà il Recovery Fund non è certo un regalo dell’Unione europea. Ma un prestito preludio alla Troika.

In realtà, il Governo italiano ha ben pensato di destinare parte di questi capitali non per il fabbisogno sociale della popolazione, ma per le spese militari. Eccole nel [sta_anchor id=”recovery”]dettaglio[/sta_anchor].

Soldi del Recovery Fund alle spese aerospaziali

recovery fund

Come riporta Contropiano, il 27 agosto 2020 il MISE (Ministero dello Sviluppo Economico) ha presentato al Dipartimento per le Politiche Europee della Presidenza del Consiglio, le schede di sintesi delle aree progettuali ritenute strategiche. Coperti proprio coi soldi del Recovery Fund.

Tra i progetti prioritari ci sono quelli finalizzati al Potenziamento della filiera industriale nazionale, dell’aerospazio, della difesa e della sicurezza. Per i quali è prevista nei prossimi 6 anni una spesa di 12 miliardi e cinquecento milioni di euro di provenienza Ue.

La parte più rilevante della spesa spetta agli elicotteri di nuova generazione FVL (Future Vertical Lift). Per questo velivolo si prevedono due versioni: una per il riconoscimento e l’attacco, e un’altra d’assalto a lungo raggio.

Parte dei soldi del Recovery Fund andrebbero poi a finanziare il programma di progettazione e realizzazione del nuovo cacciabombardiere stealth Tempest. Che sarà operativo nel 2035 e a cui lavora un consorzio di imprese britanniche, svedesi e italiane (Leonardo, MBDA e Avio Aereo).

Nella priority list pure i sottomarini lanciasiluri della classe U-212 NFS di produzione italo-tedesca (main contractor Fincantieri S.p.A.), mentre sempre secondo RID il riferimento alle “navi” riguarderebbe le EPC (European Patrol Corvette).

Altro capitolo di spesa previsto dal MISE con gli auspicati fondi Ue è quello per promuovere la Space Economy: importo proposto un miliardo di euro.

Dovrebbero beneficiare degli stanziamenti del Recovery Fund – 2,2 miliardi di euro tra 1 e 5 anni – una serie di progetti riguardanti la sicurezza e la resilienza cyber:

  • 320 milioni per il 5G della Difesa
  • 350 milioni per addestramento sintetico e strumenti di connettività
  • 331 milioni per il potenziamento della capacità nazionale di ricerca e soccorso su alti fondali marini, anche attraverso l’incremento della sicurezza della navigazione a scopo preventivo
  • 253 milioni per il potenziamento delle capacità meteo dell’AM
  • 180 milioni per il completamento dell’ammodernamento tecnologico e capacitivo della Rete Interforze in Fibra Ottica Nazionale (RIFON)

Facendo due calcoli, ci troviamo di fronte ad una spesa di 17 miliardi di euro destinati al comparto bellico e aero-spaziale, ai quali sommare 36 miliardi per gli investimenti in nuove tecnologie, cyber security, Intelligenza Artificiale, ecc.

Perché, come cantava qualcuno, “la guerra è bella, anche se fa male…

5,0 / 5
Grazie per aver votato!

Una risposta a “Recovery Fund destinato alle spese militari: altro che aiuto sociale”

  1. Dunque: se il potenziamento bellico ci servisse per difendere i nostri confini dalla recente invasione francese sul Monte Bianco (ricordo che il territorio invaso dai francesi è nostro e per quanto mi riguarda l’invasione francese bastava per una dichiarazione di guerra). Potrebbe anche servire per impedire alla Libia di sequestrare i nostri pescherecci che navigano in acque internazionali. E ancora per impedire ai trafficanti di uomini di continuare a portare clandestini in Italia.
    Io non sono un guerrafondaio ma non permetto a nessuno di entrare in casa mia e fare quello che vuole. Fosse per me, avrei dichiarato guerra alla Francia, avrei bombardato la Libia così la smette di fare quello che vuole, e inoltre avrei distrutto tutte le coste dell’Africa mediterranea così la smettono di inviare clandestini. Magari nessuno mi voterebbe per salire al governo ma ricordo che il nostro lassismo sta distruggendo il NOSTRO (perchè l’Italia è nostra) Paese

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.