Al posto di Shoigu ci andrà un economista, Andrei Belousov. I media mainstream hanno letto la rimozione del primo come una punizione per come sta andando la guerra in Ucraina. Ma è davvero così?
Dopo essere stato rinominato Presidente della Federazione Russia, Vladimir Putin ha dato via a un parziale rimpasto del suo “cerchio magico”. Confermato il fedelissimo Sergei Lavrov come ministro degli Esteri, mentre Sergei Naryshkin è stato a sua volta confermato alla carica di direttore dei servizi segreti esteri.
Alexander Bortnikov è stato invece confermato alla guida dell’Fsb (Servizio Federale di Sicurezza) e Vladimir Kolokoltsev a capo del ministero degli Affari interni russo.
Cambio invece ai vertici del Ministero della difesa, particolarmente importante complice la guerra in Ucraina, dove Serghei Shoigu è stato spostato dopo 12 anni passati a ricoprire la carica di Ministro, alla guida del Consiglio di Sicurezza russo. Dove invece è stato rimosso Nikolai Patrushev, anch’egli in attesa di un nuovo ruolo.
Al posto di Shoigu ci andrà un economista, Andrei Belousov. I media mainstream hanno letto la rimozione del primo come una punizione per come sta andando la guerra in Ucraina. Ma forse le cose stanno un po’ diversamente.
Rimozione di Shoigu da parte di Putin promozione o punizione?
Si può tranquillamente parlare di promozione, visto che Shoigu sia stato rivestito di un incarico molto delicato, ovvero alla guida della sicurezza di tutto il paese. Se avesse fallito in Ucraina e fosse stato incompetente, difficilmente Putin lo avrebbe posizionato in un ruolo del genere. Inoltre, si tratta di un naturale ricambio dopo ben 12 anni di servizio (incarico ottenuto nel 2012).
A maggior ragione se si considera che la Russia è sottoposta costantemente a rischio attentati sul proprio territorio, come dimostrano i recenti casi di cronaca. Dovuti, oltre al conflitto con i vicini ucraini, anche all’estremismo islamico che vede in Putin una costante minaccia, avendo perso il controllo di parti del paese, in primis la Cecenia. Sull’importanza del presidente russo rispetto alla lotta al terrorismo islamista si dovrebbe aprire un altro capitolo, ma non è questa la sede (ne parlammo comunque qui).
Forse la rimozione del suo predecessore, Nikolai Patrushev, può essere invece vista come una punizione. Anche perché di recente l’ingresso dei droni fin dentro la capitale Mosca iniziavano ad essere recenti. Vedremo comunque dove sarà spostato, ammesso che avrà un altro incarico.
Ricordiamo che le nomine dovranno essere ratificate, come ricorda Il Fatto quotidiano, dal Consiglio della Federazione in una riunione del 14 maggio.