Puglia, zone interessate da alga tossica
Come riporta Il Fatto Quotidiano, l’Ostreopstis Ovata, nome scientifico del microrganismo invisibile, è stato individuato in venti punti del litorale pugliese, tra Adriatico e Ionio. Per sei di questi l’Agenzia regionale per l’ambiente, autore di una mappa interattiva consultabile suo suo sito, segnala il bollino rosso: cioè una densità sul fondo maggiore di 300mila cellule a litro e/o una densità in una colonna d’acqua superiore alle 20mila cellule.
Secondo il bollettino quindicinale del monitoraggio nelle acqua marine, diffuso dall’Arpa Puglia, i luoghi in questione sono a Bisceglie, a 500 metri a sud della fogna cittadina, a Molfetta zona prima cala, a Giovinazzo, a 200 metri a sud del Lido Lucciola e in un altro punto presso l’Hotel Riva del sole, a Bari, in località Lido Trullo, e per la prima volta anche vicino Otranto, presso lo scalo di Enea di Porto Badisco. Nei primi quindici giorni di luglio, l’emergenza si era manifestata solo tra Giovinazzo e Torre Canne (dove l’emergenza sul fondale è rientrata però solo in parte), ora si concentra nel barese ma arriva anche nel Salento. Valori più contenuti nel foggiano e nel tarantino. L’aggiornamento dei dati verrà effettuato fino a settembre e, nel caso di nuova fioritura accertata, saranno potenziati.
Alga tossica in Puglia: quali effetti per la salute
Oltre a provocare danni su diversi organismi marini, la sua tossina (Palitossina simile) può provocare un malessere transitorio nei bagnanti (riniti, faringiti, laringiti, bronchiti, febbre, dermatiti, congiuntiviti) in concomitanza di elevate concentrazioni di Ostreopsis nelle acque e sui fondali, e soprattutto dopo mareggiate (le mareggiate favoriscono la formazione di aerosol marino, che può diffondere la tossina nell’aria). Quando la fioritura viene certificata, l’Arpa consiglia di evitare soprattutto le coste rocciose e di mangiare frutti di mare, come i ricci.