Decisivi potrebbero essere dunque perfino i voti dei Senatori a vita, proprio come accadeva ad un altro governo di centrosinistra. E sempre Bis. Ossia, il Governo Prodi in carica dal 2006-2008. Più scorrevole invece la situazione alla Camera.
Movimento cinque stelle e Partito democratico sembrano già andare d’amore e d’accordo. Azzerando dunque quanto si sono detti fino a ieri. Dove sono finiti gli attacchi a Renzi e alla Boschi? Quest’ultima chiamata a trattare con i 3 senatori del partito Südtiroler Volkspartei, dell’Alto Adige. Col suo charme e qualche proposta ammiccante, riuscirà sicuramente nell’impresa.
Così come ci si chiede che fine abbiano fatto gli attacchi del Pd ai Cinquestelle. Ai quali hanno sempre dato dell’incapace e dell’anti-democratico.
E cosa dire poi della diretta streaming tra Renzi e Grillo di cinque anni fa, la quale sembra lontana anni luce. Magie della politica, della seduzione del potere, della comodità delle poltrone.
In questi giorni sono arrivati poi i primi provvedimenti che già ci fanno capire cosa ci aspetta nei prossimi 4 [sta_anchor id=”conte”]anni[/sta_anchor].
Governo Conte Bis, primo provvedimento a favore di immigrati
Non c’erano dubbi. Il primo atto è a favore dei migranti. E contro il governo precedente, soprattutto contro la Lega e l’amministrazione di Massimiliano Fedriga.
Come riporta Il Giornale, il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro per gli Affari regionali e le autonomie Francesco Boccia, ha impugnato la legge della Regione Friuli Venezia Giulia n. 9 dell’8 luglio 2019, “Disposizioni multisettoriali per esigenze urgenti del territorio regionale“.
“Numerose disposizioni sono risultate eccedere dalle competenze Statutarie della Regione – spiega Palazzo Chigi nel comunicato diffuso dopo il Cdm -. In particolare: alcune norme violano la competenza esclusiva statale in materia di tutela dell’ambiente, di cui all’articolo 117, secondo comma, lettera s), della Costituzione; talune disposizioni in materia di immigrazione appaiono discriminatorie, in contrasto con i principi di cui all’articolo 3 della Costituzione e in violazione della competenza esclusiva statale nella materia di cui all’articolo 117, secondo comma lettera b) della Costituzione; una previsione in materia di strutture di primo intervento sanitario risultano in contrasto con previsioni statali espressione della competenza in materia di livelli essenziali delle prestazioni e costituenti principi fondamentali in materi di tutela della salute, in violazione dell’articolo 117, secondo comma lettera m) e terzo comma della Costituzione; infine altre norme, riguardanti il rapporto di lavoro del personale regionale, invadono la materia dell’ordinamento civile, in violazione dell’articolo 117, secondo comma, lettera l), della Costituzione, ponendosi altresì in contrasto con le disposizioni statali volte a costituire principi generali di coordinamento della finanza pubblica, in violazione dell’art. 117, terzo comma, della Costituzione”.
La reazione del diretto interessato non si è fatta attendere.
“È una vergogna assoluta. Il Movimento 5 Stelle e il Pd hanno già partorito il governo dell’immigrazione selvaggia”, ha tuonato il presidente del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga. Che poi ha aggiunto: “È incredibile che il M5s, in pochi giorni, faccia l’opposto. Questo è un segnale molto chiaro: un attacco alle autonomie, difenderemo le nostre norme davanti alla Corte Costituzionale, la cosa incredibile è che il primo consiglio dei ministri faccia un’operazione di carattere politico. Forse pensano che il Paese sia diventato cosa loro e privata, ma non ci fanno paura. Noi andiamo avanti”.
Riguardo alla legge impugnata dal Cdm, il governatore leghista ha osservato:
“In particolare ci sono due norme: una dava e dà un contributo alle imprese che assumono persone disoccupate, residenti da almeno 5 anni perché i soldi del Friuli Venezia Giulia devono diminuire la disoccupazione del Friuli Venezia Giulia e non quella della Polonia o dell’Uganda. L’impugnazione della norma è una follia”.
L’altra norma, ha continuato Fedriga, puntava a modificare
“il piano immigrazione della giunta precedente che finanziava corsi per immigrati, tra cui anche corsi di sci”.
Il governatore ha sottolineato che invece quelle risorse erano state destinate in favore del
“fondo per i rimpatri volontari, fatti dal governo e con il nostro contributo”.
Gentiloni Commissario Ue
Subito dopo è stato nominato Paolo Gentiloni come Commissario dell’Unione europea per l’Italia. Come riporta Il Giornale, la scelta dell’ex premier come candidato alla Commissione europea significa ambire a un portafoglio di un certo peso, tanto che sarebbero destinati a Gentiloni il Commercio o la Concorrenza.
E potrebbe anche essere nominato come vicepresidente. La nomina di Gentiloni e il fatto che il Pd abbia puntato sui posti in Europa, probabilmente tralasciando alcuni Ministeri di peso a livello nazionale, la dice lunga sull’immagine che l’Italia vuole dare di sé in Europa. Il governo giallorosso vorrebbe, così, cambiare il proprio posto all’interno dell’Unione e risanare i rapporti con Bruxelles.
Infatti, oltre all’ex premier, altri membri Pd sono deputati a questo compito: oltre al presidente del Parlamento Ue, David Sassoli, ci sono il neo ministro dell’Economia ed europarlamentare Roberto Gualtieri e quello per gli Affari europei Enzo Amendola.
Insomma, i Cinquestelle passano dall’anti-europeista Salvini all’europeista ad oltranza Zingaretti.
Entusiasti della scelta di Conte si sono mostrati i compagni piddini di Gentiloni. Non sono dello stesso avviso i membri delle forze di opposizione, tra cui spicca Giorgia Meloni, che cinguetta su Twitter:
“I cittadini li hanno cacciati dalla porta con le elezioni, il M5s li fa rientrare dalla finestra con l’inciucio”.
Ma a sorprendere sono le reazioni di alcuni mebri degli alleati di governo. Si rammaricano della scelta, infatti, alcuni grillini, tra cui Andrea Colletti, che sostiene come l’indicazione di Gentiloni sia “il primo errore del nuovo governo“, aggiungendo:
“Purtroppo non è una scelta del Parlamento ma spero che i nostri ci spieghino il perché di tale decisione e cosa non ha funzionato negli accordi”.
Contro la nomina anche il consigliere 5 Stelle della Regione Lazio, che all’AdnKronos ha dichiarato:
“È il vecchio che torna. È stata una spartizione di poltrone”
Sembra che il Movimento guidato da Luigi Di Maio stia già scricchiolando, facendo sentire i primi malcontenti.
Primo decreto del Cdm in favore di Trump
Giuseppe Conte si sdebita anche subito con il Presidente degli Usa Donald Trump. Il quale con un tweet ha reso noto il suo endorsement per Conte (che però ha chiamato Giuseppi), auspicando la sua conferma.
Come riporta ancora Il Giornale, l cdm ha infatti approvato il golden power sulle telecomunicazioni, che tradotto significa che il governo italiano avrà voce in capitolo sui contratti che riguardano le forniture di servizi di Tlc da parte di aziende straniere. Un settore fondamentale in cui il decreto permette all’Italia di entrare nelle decisioni dei colossi privati delle telecomunicazioni se queste mettono a repentaglio gli interessi strategici nazionali.
Il decreto che fa scattare il cosiddetto Golden Power riguarda in particolare il 5G cinese. Gli Stati Uniti e la Nato avevano avvertito da tempo il governo italiano (allora gialloverde) degli eventuali rischi delle mani cinesi sulla nuova rete, in particolare da parte di Huawei e di Zte. Il governo Trump aveva chiesto rassicurazioni all’Italia sugli investimenti cinesi che finora non erano arrivati. Ma la decisione del consiglio dei ministri cambia le carte in tavola. Roma ha deciso di rassicurare Washington. E lo ha fatto subito, come primo atto del nuovo governo.
Un favore agli Stati Uniti? Molto probabile. Oltre che per evidente interessi nazionali e di partnership internazionale, la mossa di Conte arriva anche dopo l’endorsement di Donald Trump nei confronti di un Conte-bis.
Ed è del tutto evidente che questa mossa sia servita a dare un primo inequivocabile segnale sull’assoluta volontà da parte di Palazzo Chigi di confermare l’asse euro-atlantica e di ricambiare il favore dell’appoggio dell’amministrazione americana.
Il rapporto personale tra Conte e Trump unito ai rapporti tra l’ambasciatore Lewis Eisenberg e Pietro Benassi, consigliere diplomatico del capo di governo, hanno permesso a Conte di ricevere l’endorsement di Trump in un momento molto delicato per la costruzione della nuova maggioranza. Il semaforo verde di Washington è arrivata. Ma serviva un gesto chiaro. far scattare il Golden Power sul 5G lo è.
Con questo governo a trazione democratica, l’Italia rischia di allontanarsi di nuovo da Vladimir Putin. Col quale il governo precedente si era finalmente riavvicinato.