Ricordo ancora quando, passando dinanzi ad un rivenditore di videogame, vidi per la prima volta Tekken. Quei volti così verosimili mi impressionarono, essendo abituato ai “miseri” 16 bit del Super Nintendo. O dei fantozziani, seppur divertenti nella loro scarnosità, giochi dell’Atari 2006.
Acquistai la PlayStation solo 4 anni dopo, come regalo per i miei 18 anni. Mentre qualche amico l’aveva già. Ma io sono arrivato sempre un po’ in ritardo sulla tecnologia, tanto che nella seconda metà degli anni ‘90 giocavo ancora col succitato Super Nintendo. Uscito in Italia nel 1992, quando ancora giocavo all’Atari 2006.
Quella console Sony, così avveniristica, mi riporta irrimediabilmente alla mente le tante ore trascorse a giocarci. A casa di amici o a casa mia, da solo o in compagnia. Su tutti, ricordo l’inverno che ci portò al nuovo millennio. Quando a scuola iniziammo l’occupazione già da novembre, anticipando così le feste di Natale con larghissimo anticipo. Cosa che i professori ci fecero pagare successivamente, con una media voti al limite della bocciatura. Eppure eravamo al quinto anno.
Mentre la politica ci fotteva il futuro, noi giocavamo al PlayStation.
Ricordo le ore spese guidando Lara Croft nei Templi egiziani con Tomb Raider: The last revelation. O i gol fatti e subiti a Winning Eleven. La paura suscitata dal macabro Silent Hill. Le divertenti gare a Crash Team Racing. Il Fantasy Legacy of Kain: Soul Reaver. Le prime guide accidentali con V-Rally. Le azioni di Syphon Filter.
Ed ancora il bislacco MediEvil. Il violento GTA. Il futuristico Metal Gear Solid. L’ebrezza di guidare una Porsche con Porsche Challenge. Il timore di maestosi dinosauri in Dino Crisis. L’apocalittico Parasite Eve 2. Il misterioso Alone in the dark. Il leggendario ammazza-zombie Resident Evil 2. Le trasposizioni cinematografiche di James Bond – 007: Tomorrow Never Dies, Star Wars – La minaccia fantasma e Mission impossible.
Per non parlare di Medal of Honor, ambientato nella Seconda guerra Mondiale. Legend of Legaya, l’unico Fantasy che mi abbia appassionato. Theme Hospital, simpatico gioco ambientato in un ospedale. E Tenku, con protagonista un Ninjia, ambientato nell’antico Giappone.
Sicuramente qualche altro titolo mi sfuggirà. Ma di certo, ricordo che erano anni spensierati, quando il nuovo Millennio si affacciava tra timori e speranze, iniziavo l’Università con le medesime sensazioni.
Oggi sono vent’anni esatti da tutto quello. E la nostalgia ti sale irrimediabilmente. Quella consolle cambiò per sempre il mondo dei videogiochi, in quanto iniziavano a proiettare la realtà in modo sempre più autentico. Abbattendo quella barriera che c’era, ed in fondo ci dovrebbe essere, tra mondo reale e mondo dei videogame. La quale, una volta attraversata, ti riporta ad una dimensione altra. Diversa da quella che vivi nel quotidiano.
Con la PlayStation di Sony gioco e realtà si fondevano e si confondevano, lasciando poco spazio all’immaginazione.
E pensare che la PlayStation è nata da un litigio. Ecco come andò.
PlayStation come è nata
Come riporta HD Blog, il 3 dicembre del 1994 Sony ha fatto il suo ingresso nel mondo delle console di gioco. Ingresso avvenuto quasi per caso, dal momento che la casa giapponese non ha mai progettato di intervenire a gamba tesa in un mercato che al tempo era dominato dalle connazionali Nintendo e SEGA.
Tuttavia, questa possibilità cominciò a prendere forma ben 6 anni prima, più precisamente nel 1988, quando Nintendo e Sony siglarono un accordo che avrebbe permesso alle due case giapponesi di presentare pochi anni dopo. Più precisamente entro il 1991. Una periferica pensata per permettere allo SNES (in Italia meglio conosciuto come Super Nintendo) di leggere i giochi salvati sui CD-ROM. Parliamo del Super NES CD-ROM System e dei Super Disc.
Tuttavia, proprio lo sviluppo della periferica divenne la causa di rottura tra i due colossi giapponesi. E, per di più, divenne la scintilla che faceva nascere la PlayStation.
Da un lato Sony vedeva in questa partnership la possibilità di incrementare fortemente i suoi introiti attraverso i diritti derivanti dalla vendita dei giochi su Super Disc, di cui avrebbe detenuto l’esclusiva. Mentre dall’altro trovavamo una Nintendo spaventata dalla possibilità che la fetta più grossa dei guadagni potesse finire proprio nelle tasche del partner.
Sony, infatti, sviluppò sia la periferica per lo SNES, sia una console del tutto nuova, in grado di leggere i giochi sia in formato cartuccia che Super Disc. Dopo lunghi brainstorming aziendali, il nome scelto per questo strano ibrido fu PlayStation (staccato!).
Le possibilità che PlayStation (un prototipo è stato venduto da poco!) potesse seriamente impensierire lo SNES, e che quindi Nintendo si ritrovasse sopraffatta con le sue stesse mani, spinsero la casa di Kyoto ad accantonare i rapporti con Sony e a rivolgersi a Philips per la creazione della tanto agognata periferica, siglando un accordo molto meno svantaggioso per Nintendo.
Ci troviamo ormai a metà del 1991, più precisamente al CES (si teneva in altre date!), quando Sony comunicò ufficialmente al mondo di essere al lavoro sulla sua console in grado di eseguire giochi per SNES in doppio formato. Annuncio che, nel giro di 24 ore, viene messo in discussione da un’altra comunicazione di Nintendo, la quale svela a tutti i presenti di aver siglato un altro accordo con Philips per la produzione della sua periferica.
Tutto il lavoro svolto da Sony sino a quel momento era quindi ormai messo in discussione: l’accordo con Philips avrebbe potuto facilmente portare alla perdita della licenza d’uso delle cartucce per SNES, rendendo di fatto PlayStation un semplice soprammobile. Nei mesi successivi le trattative tra Sony e Nintendo continuarono, ma nel 1992 si giunse al punto di rottura definitivo: scottata per il tradimento ricevuto dalla connazionale e avendo riconsiderato la propria posizione, Sony decise – ad inizio del 1993 – che PlayStation (attaccato!) sarebbe stata una console di nuova generazione.
Ecco quindi che, a quasi due anni da quella decisione, PlayStation arrivò in commercio in Giappone, portando con sé la nuova era della console a 32 [sta_anchor id=”play”]bit[/sta_anchor].
Numero PlayStation vendute
Il suo debutto sul mercato fu dirompente, merito anche di una campagna pubblicitaria adulta e audace. Il resto è storia. Come riporta Smart World, PlayStation si piazza al quarto posto tra le consolle più vendute di sempre, con 102,49 milioni di unità vendute. Con le versioni successive che sono riuscite perfino a fare meglio. Tanto che PS 2 si piazza al primo posto, con 157,70 milioni e la versione quater proprio al quarto. Con 102,8 milioni di unità vendute.
Paradossalmente, quindi, Sony ha perfino finito per piazzarsi prima della sua partner mancata: la Nintendo. Che in questa classifica si piazza seconda e terza, con Nintendo DS e il mitico Game Boy.
Le altre versioni di PlayStation riescono comunque a piazzarsi nella Top Ten: settima la PlayStation 3 (che forse ha pagato il grande successo della seconda versione, un po’ come accade con le versioni degli smartphone uscite dopo una di grande successo) e la versione portatile al decimo posto.
Per Nintendo resta anche il sesto posto della Wii e il nono posto di Game Boy Advance. Mentre a rompere il duopolio Sony-Nintendo ci riesce solo il minima parte Microsoft con Xbox 360. Ma piazzandosi “solo” al sesto posto.
Da questa Top 10 si evince anche come le consolle che hanno venduto di più sono quasi tutte di molti anni fa. Mentre una quinta versione di PlayStation sta per arrivare sul mercato.
PlayStation motivi successo
Quali sono i motivi principali del successo di Sony PlayStation? Sicuramente una campagna pubblicitaria non più pensata per bambini ed adolescenti. Ma più matura e proiettata alle persone adulte. Anche in questo PS è stata rivoluzionaria, in quanto ha finito per coinvolgere anche un targer Over 30.
E poi il prodotto in sé: Grafica 3D, audio in formati meno compressi e di maggior qualità, una libreria di titoli sconfinata. Con la nascita di icone come Crash, Spyro, la serie Wipeout, il proseguo della saga Final Fantasy, l’arrivo della serie Gran Turismo (con la concomitante commercializzazione della prima generazione di joypad DualShock), l’incredibile grafica del primo Ridge Racer. Nonché un gioco da combattimento come Tekken e giochi da calcio come FIFA, Winning Eleven e Iss Pro.
PlayStation 5 come sarà
Intanto in molti si chiedono: come sarà PlayStation 5? Quanto costa PlayStation 5? quando esce PlayStation5?
Se il prezzo è ancora una incognita, rumors e speculazioni a parte, e la data di uscita ufficiale ancora manca (ma dovrebbe uscire nella primavera 2020), queste sono le caratteristiche tecniche del videogame:
CPU:
- AMD Ryzen di terza generazione, octa-core, architettura Zen 2 a 7 nanometri
GPU:
- Chip custom basato su hardware Radeon Navi
- Supporto sino alla risoluzione 8K
- Supporto ray-tracing
Memoria:
- SSD (caratteristiche da definire)
Audio:
- Chip AMD per audio 3D
Retrocompatibilità:
- Supporta i giochi PlayStation 4
- E’ compatibile con il visore PSVR
Modalità di distribuzione dei giochi:
- Supporti fisici
- Download
PlayStation giochi migliori
Ricapitolando, per me i giochi migliori del PlayStation 1 sono (in ordine casuale):
Tomb Raider: The last revelation
Winning Eleven
Silent Hill
Crash Team Racing
Legacy of Kain: Soul Reaver
V-Rally 2
Syphon Filter
MediEvil
GTA
Metal Gear Solid
Porsche con Porsche Challenge
Dino Crisis
Parasite Eve 2
Alone in the dark
Resident Evil 2
James Bond – 007: Tomorrow Never Dies
Star Wars – La minaccia fantasma
Mission impossible
Medal of Honor
Legend of Legaya
Theme Hospital
Tenku
La mia carriera videoludica si è fermata proprio col PlayStation 1, tanto da ripescarlo nel 2008 e giocarci ancora per qualche anno. Troppo nostalgico?