L’Unione europea sta preparando un piano di riarmo resasi conto che non può più contare solo sulla Nato. Ecco le cifre in ballo.
Il ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump ha stravolto gli equilibri geopolitici dell’Occidente. Sospesi gli aiuti all’Ucraina, l’America non ci sta più neanche a difendere l’Europa, spendendo più di tutti nella NATO. Sulle teste sempre più ingrigite dall’invecchiamento delle popolazioni europee comincia dunque a piovere senza l’ombrello NATO e presto, oltre a una metaforica pioggia, potrebbero presto piovere missili. Russi, certo, ma anche cinesi, nordcoreani e chissà di quale altro nemico di turno.
E così l’Unione europea pensa seriamente a un piano di riarmo, con la Gran Bretagna che si è posta capofila di questa mission. Certo, Londra si mostra incoerente per 2 motivi: prima ha scelto di uscire dall’Ue tramite Brexit ma ora prega affinché si crei un esercito europeo comune. E poi si pone al servizio dell’America, pur continuando gli aiuti all’Ucraina.
Del resto, i britannici c’hanno la fissa per la Russia. Sarà che la monarchia inglese ha nel proprio DNA anche legati col nazismo. Dimenticando che fu proprio la Germania di Hitler ha bombardare pesantemente Londra in quella che Churchill definì l’Ora più buia. Ma, d’altronde, anche Mussolini cercò di mettere in allarme il Primo ministro britannico (e quello francese) contro il pericolo nazista. Restando però inascoltato ed essere costretto al fatale Patto d’acciaio coi nazisti. A conferma dell’intreccio anglo-germanico.
Ma tornando ai giorni nostri, vediamo come l’Unione europea vorrebbe riarmarsi.
Rearm Eu: cosa prevede il piano di riarmo dell’Unione europea
Come riporta Il Giornale, la von der Leyen ha inviato una lettera ai 27 stati membri, nel quale indica che il sostegno della difesa europea
verrà istituito un nuovo strumento Ue ai sensi dell’articolo 122 del Tfeu per fornire agli Stati membri prestiti garantiti dal bilancio Ue un massimo di 150 miliardi di euro
La von der Leyen pensa a un piano per il riarmo che
potrebbe mobilitare una cifra vicina a 800 miliardi di euro, siamo pronti a fare un passo avanti
Ciò significa che non si tratta di denaro fresco ma dell’uso di una serie di strumenti finanziari e di fondi del bilancio Ue e/o degli Stati membri (in termini di investimenti diretti e prestiti/garanzie) che può originare la cifra totale indicata. Gli strumenti Ue costituirebbero la leva per mobilitare quell’investimento attraendo capitale privato.
Un piano di riarmo lo aveva già auspicato Mario Draghi in un precedente intervento. E lui si sa, di solito è premonitore di ciò che accadrà. Si pensi alle sue parole pronunciate sul Britannia nel 1992.
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