Piano Kalergi: in cosa consiste l’inquietante programma citato dai negazionisti

Piano Kalergi: in cosa consiste l’inquietante programma citato dai negazionisti

Il piano Kalergi prende il nome dal filosofo austriaco Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi (1894-1972), paneuropeista storico.

Da diversi anni si sente parlare, soprattutto da parte dei negazionisti e di esponenti e militanti di estrema destra, di un Piano Kalergi. Tale piano prende il nome dal filosofo austriaco Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi (1894-1972), paneuropeista storico, cui viene attribuita la sua paternità.

Scopriamo cosa prevede e chi lo ha lanciato per la prima volta.

Piano Kalergi cosa prevede

Kalergi nel 1922 teorizzò l’Unione Paneuropea, basata su un progetto che portasse a un’Europa unita, ma con la necessità di un’integrazione continentale al fine di favorire la pacifica convivenza dei popoli.

Le sue teorie sono meglio rappresentate nell’opera Praktischer Idealismus (1925), nella quale distingue tra «uomo rustico» – figlio dell’endogamia, forte di volontà ma debole di spirito – e «uomo urbano», frutto invece della mescolanza razziale (Blutmischung), povero di carattere ma ricco di spirito. Egli tra i 2 preferisce quest’ultimo, poiché più propenso al mantenimento della pace. Anzi, auspicava che questo modello di uomo si diffondesse nel mondo e non solo in Europa. Una sorta di anticipazione dell’ideologia globalista.

L’opera di Kalergi è stata però rielaborata in chiave estremista e razzista, poiché egli criticava concetti come la razza superiore teorizzato dal nazismo tedesco e del superuomo nietzschiano. Concetti allora, come di nuovo oggi, in forte ascesa.

A rielaborare, e in fondo anche distorcere, i suoi postulati fu per primo il negazionista austriaco Gerd Honsik – peraltro condannato in due occasioni, nel 1992 e nel 2009, per avere pubblicamente negato la verità storica dell’Olocausto – che invece riteneva che Kalergi avesse appunto teorizzato un piano vero e proprio piano d’incentivazione dell’immigrazione africana e asiatica verso l’Europa al fine di rimpiazzarne le popolazioni.

Questa teorizzazione ha trovato terreno fertile a partire dagli “anni 10” del 2000, quando, soprattutto a seguito di alcuni accadimenti, come la caduta di Gheddafi in Libia e la guerra in Siria, il Mediterraneo da una parte e i paesi dell’Europa centrale dall’altro, sono emigrati con una certa evidenza nei paesi europei ivi geolocalizzati.

A questi fenomeni migratori si sono aggiunte le varie recessioni economiche, che hanno provocato una disoccupazione e una povertà su vasta scala. Fenomeni che hanno fomentato risentimenti verso gli immigrati da parte degli individui maggiormente colpiti da questi. Occorre poi aggiungere ad essi il vistoso calo demografico in corso nei paesi del vecchio continente, come se fosse incentivato dai governanti europei ai fini della realizzazione del programma di sostituzione etnica.

Non solo: il Piano Kalergi è stato addirittura invocato con tanto di video nel 2019 da un terrorista suprematista australiano, il quale organizzò una serie di attentati a Christchurch, in Nuova Zelanda.

Chi è Kalergi

Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi nacque a Tokyo il 17 novembre 1894. Suo padre era un diplomatico austro-ungarico (all’epoca della sua nascita in Giappone) mentre la madre discendeva da una famiglia samurai.

Passò la sua infanzia nel castello di famiglia in Boemia, prima di entrare al Theresianum di Vienna, uno dei collegi più rinomati all’epoca dell’impero. Si laureò in Filosofia all’Università di Vienna, nel 1917, sposandosi due anni prima con un’attrice di origini ebraiche, adottando poi una bambina.

Dopo la prima guerra mondiale prese la cittadinanza cecoslovacca e si allontanò dalla filosofia per incominciare a pubblicare articoli sulla necessità di un nuovo ordine europeo.

Nel dicembre 1921 divenne membro della Loggia di Vienna della Gran Loggia “Humanitas”, per poi uscirne per non nuocere il suo progetto paneuropeo.

Arrivò poi il succitato libro, Paneuropa, attirando tante personalità di spicco in tempi diversi. Come Albert Einstein, Konrad Adenauer, Robert Schuman, Winston Churchill e il “nostro” Alcide De Gasperi.

I suoi postulati ispirarono Aristide Briand per il suo progetto di Unione Paneuropea, presentato nel 1929 alla Società delle Nazioni a Ginevra (antenata dell’attuale Onu), allo scopo di impedire un nuovo conflitto mondiale.

Sempre da un’idea di Coudenhove-Kalergi degli anni ’20 nacque la prima forma embrionale di Unione europea, che vide Francia e Germania accordarsi per il carbone e l’acciaio nel 1952 (Comunità europea del carbone e dell’acciaio).

Non solo. Altre sue idee per una Europa unita si tramutarono in realtà: propose per primo nel 1929 di adottare come inno europeo l’Inno alla gioia di Friedrich Schiller su musica della Nona sinfonia di Ludwig van Beethoven. L’anno seguente, invece, propose di celebrare una giornata dell’Europa a maggio.

Con l’ascesa del nazismo anche in Austria, riparò prima in Svizzera; poi negli Stati Uniti d’America, dove insegnò all’Università di New York. Acquisì la nazionalità francese nel 1939.

Finita la guerra fece ritorno in Europa, in Svizzera, dove proseguì il suo impegno panaeuropeista. Fondò nel 1948 l’Unione Parlamentare europea, che sboccherà – dopo il Congresso dell’Europa a L’Aia nel 1948 – nella creazione del Consiglio d’Europa e della sua Assemblea parlamentare.

Si sposerà altre 2 volte, per poi morire a 78 anni a Schruns, in Austria dove si era ristabilito per il crepuscolo della sua vita, il 27 luglio 1972.

Sei anni dopo, in suo onore, nascerà la fondazione Coudenhove-Kalergi trasformata nel 2008 in European Society Coudenhove-Kalergi. Periodicamente vengono da essa premiate personalità di spicco che si sono distinte per finalità europeiste. Tra questi, anche Sandro Pertini (1986) e Angela Merkel (2010).

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Pubblicato da Carlo Brigante

Mi definisco un "ribelle" del web

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