Introduzione
Il 5 maggio ricorre la Giornata nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia, fenomeno inquietante che colpisce i più piccoli. E a renderlo ancora di più tale, il fatto che molto spesso a perpetuarlo siano persone insospettabili: nonni, genitori, adolescenti. E se è vero che a prevalere siano gli uomini, il fenomeno riguarda anche le donne.
I numeri sugli adescamenti online diffusi dal Dossier diffuso di Save the Children e Polizia postale parlano di un evidente recrudescenza, fomentata dalla Pandemia.
Vediamo quali sono i dati e i motivi di questo evidente aumento della pedopornografia.
Pedopornografia: dati in aumento del 47%
Come riporta Il Primato Nazionale, nel 2021 sono stati 5.316 i casi di pedopornografia trattati dalla postale. In pratica, si tratta di un +47% rispetto all’anno precedente. Il numero di minori vittime è di 531 (anche se probabilmente il dato è pure sottostimato perché è quasi impossibile registrarli tutti), mentre la fascia più a rischio è compresa in un range tra i 10 e i 13 anni (il 60% delle vittime dei pedofili, chiamati in gergo inglese groomers). Ma stanno aumentando anche nella fascia tra lo 0 e i 9 anni. Non ci sono particolari differenze di genere.
Pedopornografia in aumento: i motivi
A quanto pare, il lockdown ha inciso pesantemente anche per questo fenomeno. Le restrizioni sociali e l’obbligo di restare a casa, ha spinto i pedofili ad un maggiore “attivismo” online, moltiplicando all’ennesima potenza il numero di ore passate ad adescare minori.
Infatti, nel 2020 si era registrato un +132% rispetto al 2019. Quindi, nel 2021 c’è stata una flessione della crescita, ma sempre di aumenti si tratta.
Un mezzo che sta aumentando per adescare minori è quello dei videogiochi online. Con la scusa di giocare insieme a giochi di ruolo o di calcio, i pedofili utilizzano strumenti come chat e messaggistica. Diventando finti amici del piccolo malcapitato di turno.
Come combattere la pedopornografia
Per quanto difficile, occorre la massima vigilanza sui minori che utilizzano un dispositivo tecnologico connesso alla rete. Cercando il più possibile di vietare i videogame online almeno fino ai 12 anni ed evitare di lasciarli da soli con smartphone e tablet. Adoperare ogni misura di parental control possibile e controllare la cronologia.
Certo, in un mondo iperconnesso è molto difficile. Oltretutto, il fatto che entrambi i genitori lavorino o che siano divorziati, complica la cosa. Perché si finisce di esporli ulteriormente ai rischi nel tentativo di accontentarli in tutto e per tutto, cercando di colmare in quel modo la propria assenza fisica.
Purtroppo siamo anche di fronte ad un altro “regalo” del Covid-19 ai minori. Un po’ come quello delle mestruazioni anticipate.