E’ stato un plebiscito ancor più grande di quello che mi aspettavo per Walter Veltroni, che ha ottenuto il 75,4% dei voti, mentre io gli avevo pronosticato un 50-60%. Per i fittizzi oppositori solo le briciole quindi, visto che i due margheritini hanno avuto il 14% la Bindi e il 10% Letta; uno striminzito, ma lo si sapeva, 0,06% per Garownski e 0,14% per Adinolfi. Forse anche la stessa Margherita non ha voluto opporsi più di tanto al candidato DS Veltroni, proponendo sia personaggi non proprio forti (visto che non si trattava certo di un Rutelli, un Franceschini, un Marini o un Parisi) e non dando ai due (che dovevano rispettivamente rappresentare in apparenza le donne una e i giovani l’altro) nemmeno un particolare appoggio; così da rendere forte e unanime la scelta per Veltroni.
L’evento democratico è andato comunque bene, visto che sono andati a votare più di 3 milioni di persone, anche se i dati sono interni allo stesso partito e non riscontrabili…ma viste le file apparse nei TG, ci crediamo.
Ci sono stati anche dei fuori programma. Seri come le accuse di brogli lanciate dal candidato per Letta in Campania, Mazzarella, che ha parlato di schede truccate e seggi allestiti in modo improvvisato, addirittura nelle auto; o quelli divertenti, come Prodi che ha sbagliato seggio, accorgendosene solo dopo 10 minuti di fila o la Bindi che si è fatta prestare 1 euro perchè aveva dimenticato il porta monete a casa.
Il voto, pur se scontato, è in realtà servito a livello locale per stabilire i pesi dei rispettivi gruppi nell’Assemblea Costituente e per la spartizione dei vari incarichi.
Le reazioni sono state quelle da copione, con i membri dei DS e Margherita entusiasti; il resto del centro-sinistra contento ma comunque freddo; l’ironia del centro-destra, con AN contento che abbia vinto Veltroni così si dimetta da Sindaco di Roma, visto che AN da 14 anni cerca di vincere le elezioni lì.
Il PD quindi è ufficialmente nato. Ma viste le sembianze che assume mi sembra già vecchio. Ci sono ad esempio molte facce vecchie ex democristiane ed ex comuniste; l’arroganza è sempre quella, con i leader del PD che ad esempio hanno snobbato l’invito di Di Pietro durante la festa dell’Italia dei valori, forse perchè ha aderito al V-Day di Grillo e quindi hanno paura del confronto…E poi ci sono sempre quei punti interrogativi che mi rimangono, e non credo solo a me…Ma loro risposte chiare non ne hanno fornito. In particolare sono 3:
1) Come si pone il Partito democratico nel rapporto tra Chiesa e diritti civili?
2) Dove si siederà nel Parlamento europeo, con il PPE o il PSE?
3) Dove penderà di più, verso i sindacati o gli imprenditori?
A chi del PD, elettore o candidato, ho posto questa domanda, mi ha risposto con fare evasivo, tipicamente politichese…Ma forse non sanno che l’Italia ha bisogno di riforme radicali, e le vie di mezzo, già ben sperimentate per 60 anni, non portano a granchè…
E la cosa mi preoccupa, visto che il PD si gioca con Forza Italia il primato come partito più forte d’Italia, oscillando tra un 25% e un 35% (essendo nuovo le cifre sono quelle che sono), e visto l’altro contendente, moderato e opportunista, mi sa che poco possano far cambiare. Del resto, il bipolarismo italiano non è come quello spagnolo, francese o americano, dove tra i due candidati ci sono rispettive identità e differenze sensibili. In Italia, la moderazione e il basso rischio, la fanno da padroni.
Concludendo, per i problemi che ha il nostro “bel Paese”, come ho già detto altre volte, servirebbe un partito laico-riformista, e non il solito partito moderato; ma guardando sia nel centro-sinistra che nel centro-destra, le anime riformiste e liberaldemocratiche sono davvero poche e numericamente in forte inferiorità…