Cosa sono i Pandemic Bond? Come funzionano i Pandemic Bond?
Il loro nome è Bond. Pandemic Bond. Un nome che già fa rabbrividire, in quanto rievoca le pandemie. Proprio come il Coronavirus Covid-19 che sta infettando tre quarti di mondo. In particolare Cina, Italia, Corea del sud, Iran. E in modo crescente gli Stati Uniti, Spagna e Francia.
Bond in lingua inglese sta per Obbligazione, mentre Pandemic sta appunto per pandemia. Sono stati emessi dalla Banca Mondiale, che li ha sottoscritti con alcuni grandi players finanziari come banche e grandi gestori di patrimoni nel 2017.
Si basano su un meccanismo alquanto complesso, non a caso c’è una società ad hoc per certificare l’evento: l’Air Worldwide Corporation. Inoltre, i rimborsi non hanno neppure tempi stringenti.
Molto importante affinché scattino è anche la dichiarazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Vediamo meglio di seguito cosa sono e come funzionano i Pandemic Bond. E perché rischia anche il correntista comune che non li [sta_anchor id=”pandemic”]sottoscrive[/sta_anchor].
Pandemic Bond cosa sono
Cosa sono i Pandemic Bond? Come riporta LaRepubblica, si tratta di “assicurazioni al contrario” emessa dalla Banca Mondiale. La quale li ha sottoscritti con banche e grandi gestori di patrimoni nel 2017. Con scadenza 15 luglio 2020.
L’importo totale è pari a 320 milioni di dollari, divisi in due tranche.
La Classe A, per 225 milioni, paga una cedola del 7% mentre l’altra ha una cedola dell’11%.
Il tasso, stellare rispetto ai titoli di primario standing internazionale, copre in realtà un rischio altrettanto alto: e scatta l’evento, ovvero la pandemia, i sottoscrittori della Classe A hanno un tetto massimo di perdite al 16,67% (37,5 milioni), mentre sulla Classe B c’è il rischio di perdita totale del capitale.
Sono inclusi nei cosiddetti Catastrophe bond, che hanno un valore complessivo di 37 miliardi di dollari. E hanno più o meno lo stesso meccanismo alla base.
Pandemic Bond come funzionano
Come funzionano i Pandemic Bond? Vengono pagati lauti interessi (mensilmente) a meno che non si verifichi l’evento, nel qual caso il rimborso è parziale o addirittura nullo.
Qual è il loro scopo? La Banca Mondiale incassa i fondi e si assicura un potenziale cuscinetto per intervenire, in caso di disastri sanitari, soprattutto nelle aree più depresse del mondo.
In realtà il meccanismo di mancato rimborso è piuttosto complesso, tanto che c’è una società ad hoc per certificare l’evento – l’Air Worldwide Corporation – e anche i tempi non sono brevi.
In questo caso particolare bisognerà attendere in primo luogo la data del 24 marzo, quando terminerà il periodo di 12 settimane dalla dichiarazione di avvio dell’epidemia di coronavirus (fissato dall’Oms al 31 dicembre 2019). Poi ci sono altri criteri da verificare, tra cui il numero di morti in uno stesso paese (2.500) e un secondo parametro (almeno 20 vittime in un altro stato).
Poi ci sono altri fattori da considerare, compreso il tasso di crescita dei contagi.
Pandemic Bond dietro nascita Coronavirus?
Per molti, l’origine del Coronavirus risiederebbe proprio dietro i Pandemic Bond. In quanto l’Organizzazione Mondiale della Salute avrebbe fatto scoppiare la pandemia proprio per non pagare le obbligazioni. Anche perché stranamente le scadenze sono concomitanti proprio con questo periodo.
Una tesi forse un po’ estrema ma ormai ci dobbiamo attendere di tutto.
Pandemic Bond quali rischi per risparmiatori
In realtà, non bisogna credere che i Pandemic Bond siano solo affare dei grandi investitori. Ma possono coinvolgere anche i semplici correntisti.
Come riporta IlSole24Ore, dato che l’Oms ha dichiarato il Covid-19, farà scattare con ogni probabilità le clausole su 320 milioni di dollari di “pandemic bond” emessi nel 2017 dalla Banca Mondiale. Per gli investitori che hanno sottoscritto i titoli si profila quindi la perdita del capitale, che sarà utilizzato (almeno sulla carta) per finanziare la lotta contro il virus nei Paesi più poveri.
Oltre alla bollatura dell’Oms, in realtà occorre che vengano soddisfatti altri criteri. Come il tasso di crescita dei contagi e il rapporto tra casi confermati e casi totali (inclusi i sospetti).
Tra i criteri che portano alla erogazione dei bond sono che una pandemia faccia almeno 2.500 vittime in un Paese, più almeno 20 in un altro. Il secondo bond, per 95 milioni di euro, è legato a una gamma più ampia di casistiche (Ebola e altre) e il taglio ai rimborsi, almeno in parte, scatta già quando le vittime sono 250.
Non a caso, sono diversi anche i tassi: del 7,5% e del 12,1%. Proprio in base alla probabilità più o meno alta che l’evento si avveri.
QuiFinanza mette però in guardia contro i rischi per i semplici correntisti. Ciò in quanto le banche rischiano di perdere decine di milioni di dollari. Dato che i bond probabilmente non pagheranno nessuno, difficilmente la Banca mondiale troverà in futuro banche disposte ad acquistarne altri. Una grave perdita per le grandi banche, insomma.
Il rischio è che le banche che hanno investito nei bond decidano di rifarsi coi fondi comuni o con le gestioni patrimoniali dei comuni risparmiatori. I precedenti già ci sono: bond argentini, Parmalat, Cirio, ecc.
Il consiglio che dà l’associazione dei consumatori è quello di stare molto attenti quando sottoscriviamo delle cedole. Potrebbero intrufolarci qualche meccanismo legato a questi tipi di bond. Come si suol dire, paga sempre Pantalone.