Il Parlamento ucraino ha messo al bando la Chiesa ortodossa russa, ordinando al clero ucraino di aderire entro 9 mesi a quella ucraina.
A Vladimir Putin viene spesso imputato di aver ripristinato il potere temporale della Chiesa ortodossa russa, messa in sospeso durante i decenni di Unione sovietica. Così come aver rispolverato l’importanza storica dei Romanov, oscurati dopo la rivoluzione d’ottobre, organizzata più dall’intellighenzia russa che da contadini e operai come gli intellettuali radical chic vogliono farci credere nei libri di storia.
Del resto, basta guardare le foto o i dipinti che ritraggono Lenin a Capri per avere un’immagine plastica di ciò.
Detto ciò e tornando all’attualità, i media mainstream occidentali e i burattini che governano gli stati occidentali, non si indignano ugualmente per il fatto che il Parlamento ucraino abbia messo al bando la Chiesa ortodossa russa, ordinando al clero ucraino di aderire entro 9 mesi alla Chiesa ortodossa ucraina
Zelensky mette al bando la Chiesa ortodossa russa
Come fa presente Marco Travaglio nel suo editoriale su Il Fatto quotidiano, intitolato in modo inequivocabile “Che bella democrazia”, la Chiesa ortodossa ucraina nel 1992 (dopo l’indipendenza dall’Urss) proclamò lo scisma dal Patriarcato di Mosca, cui sottostava dal Seicento.
Zelensky si frega così altamente del fatto che, del 71% di ucraini ortodossi, un terzo segue il culto russo. Ma poco importa. Inoltre, il direttore de Il fatto nello stesso articolo elenca tante altre malefatte ucraine a cui gli occidentali, che li foraggiano e li armano, non hanno dato peso, voltandosi dall’altra parte. E che invito a leggere.
Ma ormai l’élite globalista ha come obiettivo quello di conquistare la Russia fino all’ultimo ucraino. E visto che i dazi commerciali poco o nulla hanno fatto, ora è passata al secondo step: l’invasione del territorio russo. Il terzo step è meglio non immaginarlo…