Le onde sonore sono a livelli energetici molto inferiori a quelle elettromagnetiche e anche l’organo che le capta è molto meno sofisticato dell’occhio.
I suoni sono delle onde meccaniche generate dalle vibrazioni che le molecole di un qualunque oggetto in qualunque stato fisico, emana nell’ambiente esterno e sono percepibili quando l’energia fornita travalica le capacità di contenimento, per cui viene liberata in forma sonora.
L’intensità e il timbro del rumore dipendono dalla struttura dell’oggetto a cui si fornisce energia ed è tipico di questo, al punto che ad esempio molti riconoscono il tipo di automobile ascoltando il rumore del motore, alla stessa stregua di chi ha la capacità di distinguere le singole note estrapolate dal loro contesto musicale.
Le onde sonore sono comunque a livelli energetici molto inferiori a quelle elettromagnetiche e anche l’organo che le capta è molto meno sofisticato dell’occhio nella struttura anatomica.
Come tali le onde sonore però possono essere più facilmente disturbate dagli elementi esterni e perdere la loro purezza, inficiando anche l’ascolto delle medesime.
Per ascoltare bene qualcosa occorre infatti uno strumento di isolamento sia all’origine delle stesse che nel trasporto alla destinazione finale dell’ascoltatore.
Perciò esistono sistemi di ascolto in alta fedeltà, pensiamo ad un apparecchio dotato di stereofonia e ad una cuffia, che ci consentono di ottenere una purezza nel suono fino a renderlo un piacere per chi ascolta a differenza di una cacofonia tipica del buzz di una radio vecchio stile.
Come funzionano le onde sonore
Ma le cose che ascoltiamo non hanno la stessa valenza per tutti e anche lo stesso suono spesso è percepito in modo differente da più soggetti. Ciò dipende da fattori intrinseci dell’orecchio, ma soprattutto del modo in cui i suoni vengono elaborati nel lobo temporale che è il ricevente del nervo otico, dovuti sia all’incapacità congenita di ascoltare bene, sia alla cattiva educazione verso l’ascolto musicale e non che inizia dalla nascita.
Gli strumenti come nel caso degli schermi visivi, risultano quindi limitati dai fattori prima descritti ovvero purezza del suono e capacità elaborativa di chi ascolta che comunque hanno anche qui dei limiti invalicabili oltre i quali la differenza non è avvertibile, per cui è inutile insistere o cercare di capire come mai i gusti musicali siano così diversi da non essere compresi da persone culturalmente diverse e lontane per educazione e istruzione.
Queste differenze ovviamente sono presenti in tutti i nostri sensi ed assumono una parte molto importante nella definizione di una personalità che, come vedremo nel prossimo scritto, assume connotati di rilievo nell’espressione della vita di relazione e financo in quelle sociali, determinando movimenti e stili di vita differenti proprio in quanto forieri di cambiamenti e costruzioni mentali che derivano dalle percezioni a cui siamo sottoposti fin dal primo giorno di nascita.
I suoni infatti sono in grado di stimolare molto presto le facoltà cognitive dell’infante che presto, oltre all’odore materno, saprà anche riconoscerne la voce in ambiente aereo che durante la gravidanza dopo il 7mo mese poteva udire tramite i tessuti placentari e il liquido amniotico che la rendevano un’onda ben diversa da quella che può ascoltare dopo il parto e che sarà per il neonato una fonte di indirizzo per le prime fasi della sua vita.