In pochi conoscono la vera storia del Gingerbread man, l’omino di pan di zenzero proposto come biscotto a Natale,
Tra i simboli natalizi non prettamente religiosi che ormai popolano le nostre case, oltre al soldatino schiaccianoci, troviamo il Gingerbread man. Ovvero il biscotto a forma di omino fatto di pan di zenzero.
Molti si cimentano a realizzarli come dolcino da offrire agli ospiti, estrapolando le ricette dal web o dagli innumerevoli programmi di cucina. Mentre altri acquistano statuine o peluche delle più svariate dimensioni da inserire in casa o all’esterno. Non manca chi, infine, utilizza i Gingerbread come appendini per l’albero di Natale.
In diversi paesi, in realtà, salta fuori anche in occasione della Pasqua o di Halloween.
In pochi però conoscono la vera storia del Gingerbread man, il biscotto di pan di zenzero a forma di omino. Come vedremo di seguito è molto più triste di quanto si pensi.
Le origini dell’omino di pan di zenzero
Come spiega Wikipedia, l’omino di pan di zenzero nasce da una idea della regina Elisabetta I d’Inghilterra nel XVI secolo. Chiese agli addetti alla cucina di preparare dei biscotti dalle sembianze umane aromatizzati allo zenzero per i suoi ospiti importanti.
La vera storia del Gingerbread man, il biscotto a forma di omino di pan di zenzero
A raccontarla è Roberto Leoni sul suo blog. La storia comincia con una coppia di anziani che vivevano in una piccola casetta e non avevano figli.
Per superare la solitudine, la donna decide di realizzare un pupazzo a forma di bimbo con il pan di zenzero. Dopo aver accuratamente ideato le forme quanto più simili a un omino, lo mise nel forno. Tuttavia, udì poco dopo una voce che sussurrava:
Fammi uscire, fammi uscire!
La vecchina, piuttosto sorpresa, andò ad aprire lo sportello del forno e l’omino saltò fuori, riuscendo a scappare. I due anziani provarono a rincorrerlo, tuttavia, data l’età, non riuscivano a raggiungerlo. E così, nella speranza che l’omino di pan di zenzero avesse pietà e si fermasse, esclaromo:
Vieni qui, vieni qui, per favore! Fermati, omino di zenzero
Tuttavia, il biscotto non solo non si fermò, ma controbatté come a sfidarli:
Correte, correte più forte che potete, non mi prenderete, io sono l’omino di pan di zenzero
La storia inizia dunque così, con quell’omino di pan di zenzero che vaga per la foresta innevata. Tuttavia, assume varie versioni in base al paese, diventando popolare nella seconda metà del 1800 in Gran Bretagna. Per poi diffondersi nel resto d’Europa e in America grazie a favole e opere teatrali.
In genere però il finale è piuttosto triste: l’omino di pan di zenzero finirà mangiato da una volpe. Cambia solo la modalità: ora dapprima lo aiuta a scappare dai “genitori” anziani e da altri animali che vorrebbero mangiarlo, attraversando il fiume e poi facendo di lui un sol boccone. Ora mangiandolo direttamente.
Negli anni poi è comparsa anche la realizzazione di una casetta di pan di zenzero, nella quale l’omino si riparerebbe per non venire mangiato.
Le versioni alternative
C’è poi una versione slava, in cui il biscotto si chiama Kolobok ed è stato creato dall’impasto del pane, e la storia lo vede attraversare varie peripezie nell’intento di non lasciarsi mangiare da vari animali che incontra nella foresta.
Non manca infine una versione dalle tinte horror: si tratta del racconto ungherese dal titolo “The Little Dumpling”, che vede come personaggio principale una polpetta. La quale, pure si anima, ma, anziché scappare, mangia prima la famiglia che l’ha creata e poi, mentre cammina per la strada, si mangia tutti quelli che incontra. Perfino un intero esercito che stava tornando a casa dalle proprie famiglie per Natale.