OLIMPIADI 2004, L’ORIGINE DEI MALI DELLA GRECIA

TRUCCO’ I PROPRI CONTI PER OTTENERE L’ASSEGNAZIONE DEI GIOCHI OLIMPICI, E L’AMMIRAZIONE DEL MONDO

E pensare che li hanno inventati loro. E adesso, li hanno pure mandati in rovina. Mi riferisco ai Giochi Olimpici e a i greci, che ne ottennero l’organizzazione nel 2004. Si disse, per risarcirli dalla mancata attribuzione dell’edizione precedente del 1996. Così la Grecia, per farsi bella agli occhi del Mondo, truccò i propri conti e Atene fu presa come modello di sviluppo politico, sociale, persino urbano. Anche i personaggi diventarono improvvisamente popolari. Dora Bakoyannis,all’epoca sindaco di Atene, paragonata a Hillary Clinton, a Condoleezza Rice, ma pure a Margaret Thatcher o a Madre Teresa di Calcutta: una santa laica, che da donna in un Paese di maschi e maschilisti, aveva avuto la forza di portare la prospettiva femminile per la grande rincorsa della Grecia verso il suo futuro. Dissero che alla fine dei giochi sarebbe diventata ministro degli Esteri per quanto era brava. Oggi è scomparsa


IL GRANDE BLUFF – Il sogno di un Paese moderno s’è schiantato sui libri contabili dello Stato: non era passato neanche un mese dalla fine delle Olimpiadi e Le Monde pubblicò un’inchiesta in due puntate nella quale si raccontava che dal 1997 in poi i governi greci avevano gonfiato i loro numeri per far bella figura agli occhi del resto del mondo, che avevano artefatto i bilanci pubblici per ottenere credibilità. Nel 2000 il deficit non era stato del 2 per cento del Pil, come annunciato dal governo di Atene, ma del 4,1 per cento. Nel 2001, l’anno in cui il Paese era entrato nella zona dell’ euro, la cifra reale era del 3,7 per cento, non dell’1,4. Nel 2004, il dato corretto era 5,3 per cento invece di 1,2. Tutti i dati forniti dalla Grecia erano semplicemente falsi. Un imbroglio senza precedenti, come lo definì qualche mese dopo Joaquim Almunia, Commissario europeo per gli Affari Economici e Monetari.

MOLTI SAPEVANO ED HANNO TACIUTO – Un bidone agevolato dalla complicità e dalla cecità degli altri: se Le Monde svelò la vergogna,c’erano molti altri che sapevano. Altri hanno coperto, in giro per l’Europa. D’altronde con le Olimpiadi di Atene ci hanno guadagnato in tanti: le aziende che hanno costruito gli stadi, quelle che hanno venduto i tram ad Atene, quelle che hanno fornito gli aiuti militari contro il terrorismo. Ognuno aveva l’appoggio dichiarato o tacito del proprio governo.
Ironia della sorte, nell’anno dei Giochi, la Grecia ha vinto a sorpresa anche gli Europei di calcio. Un’edizione strana in realtà, snobbata dalle grandi squadre. A questo punto mi viene pure più di un sospetto sul perché.
Dunque il 2004 è stato l’anno glorioso della Grecia, il cui pianto (greco appunto) è stato trattenuto ancora per qualche anno dai governi conservatori che hanno guidato il Paese fino al 2007, e che pure “truccarono” i conti. Poi il brusco risveglio, la scoperta delle proprie reali potenzialità, del proprio reale status socioeconomico. La Grecia è fallita e pure misure austere protratte per anni, non servirebbero a risollevare le sorti di un Paese ormai già in default. Se si cominciasse da domani, le cose per i greci si aggiusterebbero non prima del 2030.

Ma a parte gli errori commessi dai greci, è tutta l’Unione europea, specie l’unità monetaria, ad essere un’utopia politica ed economica. Le differenze socioeconomiche tra gli Stati meridionali e quelli settentrionali del vecchio continente sono abissali. E lo dimostra il fatto che i Paesi più in difficoltà sono quelli che si stanno indebitando per restare aggrappati: Irlanda prima, Portogallo poi, Grecia adesso e Spagna e Italia domani.
Nuovi parametri e nuove regole sono dunque necessarie affinché questo progetto, che trova le sue origini negli anni ’50, resti in vita. Imbrogli greci a parte.

(Fonte: Il Giornale)
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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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