Occhio alla Shrinkflation, la tecnica dei negozianti per fregarci sul prezzo

Cos’è la Shrinkflation? Sembra un termine strano, collegato a uno di quei fenomeni provenienti dall’America. O che rievoca una famosa canzone dei Rolling stones. In realtà, è qualcosa di molto semplice ma che riguarda tutti noi consumatori.

Una tecnica messa in atto dalle attività commerciali – dal centro commerciale al supermercato fino al negozio al dettaglio sotto casa – per fregarci sul prezzo dei prodotti che vendono.

Per primi, sono stati i giornali britannici a parlare del fenomeno, ribattezzandolo appunto “shrinkflation”. I quali hanno ripreso l’allarme dell’Istituto di statistica britannico Ons (acronimo di Office for National Statistics).

Vediamo cosa significa shrinkflation e come [sta_anchor id=”shri”]funziona[/sta_anchor].

Shrinkflation cosa significa

Shrinkflation cos'è

Come riporta Consumatori, l’espressione “shrinkflation” nasce dalla fusione di due termini inglesi, ovvero “shrinkage” (“contrazione”) e “inflation” (“rincaro”).

Shrinkflation indica pertanto un processo attraverso cui vengono ridotte le dimensioni dei prodotti di largo consumo mantenendo però sostanzialmente i prezzi invariati se non, come detto, aumentandoli.

Shrinkflation come funziona

Shrinkflation come difendersi

Come detto, i primi a lanciare l’allarme sono stati nell’estate 2017 i tecnici e gli economisti dell’Istituto di statistica britannico (Ons, Office for National Statistics).

Secondo le loro rilevazioni, negli ultimi sei anni in circa 2.500 casi le confezioni di prodotti (soprattutto alimentari e per l’igiene della casa) sono state ridimensionate in peso e quantità. Il tutto, senza ridurre i prezzi. Anzi, in alcuni casi addirittura sono stati aumentati.

La situazione in Italia è stata fotografata da Istat. Secondo L’Istituto nazionale di statistica dal 2012 al 2017 i casi analoghi registrati in mercati, rivendite e super-mercati sono stati 7.306. Nello stesso periodo, di 4.983 prodotti è stato modificato non solo il confezionamento ma anche il prezzo. Le classi di prodotto interessate dal fenomeno della “shrinkflation” sono in totale 11.

I picchi si registrano nel settore merceologico di zuccheri, dolciumi, confetture, cioccolato, miele (in 613 casi diminuzione della quantità e aumento del prezzo) e in quello del pane e dei cereali (788 casi in cui, però, si è riscontrata solo una riduzione delle confezioni). Bibite, succhi di frutta, latte, formaggi, creme e lozioni sono le altre categorie di prodotti a cui è bene prestare particolare attenzione.

Come difendersi

A parte le ultime rilevazioni effettuate da Istat, in Italia ad oggi manca un monitoraggio costante del fenomeno della “shrinkflation”. Il modo migliore per tutelarsi è il “fai da te”, ossia mettere in piedi un sistema di controlli periodici sulle dimensioni (confezione e contenuto) e sui prezzi dei prodotti.

Sebbene poi alla fine possiamo solo cambiare continuamente prodotto, ma ciò si scontra con le nostre abitudini e magari col fatto che con una determinata confezione e marca ci troviamo bene.

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Una risposta a “Occhio alla Shrinkflation, la tecnica dei negozianti per fregarci sul prezzo”

  1. A dire la verità il sistema esiste da molto tempo. Lo hanno inventato le case farmaceutiche, che riducono il quantitativo di farmaco e alzano il prezzo della confezione.

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