Nel mese di dicembre, l’ex Ministro degli interni Matteo Salvini è andato in giro per i programmi televisivi con una bottiglia d’olio d’olivia avente sul retro una strana etichetta con 5 colori. Rievocanti quelli del semaforo più due sfumature aggiuntive, e ad ognuna corrisponde una delle prime 5 lettere dell’alfabeto poste in ordine.
Ha spiegato che si trattava del Nutri-Score, il nuovo sistema di classificazione dei cibi ideato in Francia e probabilmente adottato da tutta l’Unione europea per danneggiare i prodotti italiani. Già messi a dura prova dai dazi americani e dalla concretizzazione della Brexit.
Inoltre, ad essere messa alla berlina secondo il leader del Carroccio, sarebbe la dieta mediterranea, vanto del nostro Paese.
A difesa delle sue idee, Salvini ha messo a confronto l’olio d’oliva italiano con le patatine fritte. Affermando che il primo sia classificato con una E, mentre le seconde con una A.
Di seguito vediamo davvero cos’è il Nutri-Score, come funziona il Nutri-Score e se è davvero un pericolo per i prodotti [sta_anchor id=”nutri”]italiani[/sta_anchor].
Nutri-Score cos’è
A spiegarlo bene è Il Fatto Alimentare. Il Nutri-Score non è una creazione di “tecnocrati dell’Unione europea”, come afferma Salvini, ma è stato sviluppato da ricercatori specializzati in nutrizione e sanità pubblica dell’Università Paris 13, in Francia.
Si tratta di universitari e ricercatori legati all’Istituto francese per la salute e la ricerca medica (Inserm), all’Istituto nazionale di ricerca agronomica (Inra) e al Conservatorio nazionale di arti e mestieri (Cnam).
L’implementazione di un sistema di informazione nutrizionale complementare sulla parte frontale degli imballaggi dei prodotti alimentari, d’altro canto, è raccomandato da tutti i comitati di esperti nazionali e internazionali, tra cui L’Oms. La quale diversi anni ritiene si tratti di una misura efficace per aiutare i consumatori ad adottare dei comportamenti alimentari più favorevoli alla salute.
L’etichetta destinata ad essere posizionata sul frontespizio delle confezioni degli alimenti, ha un duplice obiettivo:
- aiutare i consumatori a giudicare, con un colpo d’occhio al momento dell’acquisto, la qualità nutrizionale globale degli alimenti; comparare i prodotti tra di loro e orientare le scelte e i comportamenti per migliorare la salute
- spingere gli industriali a riformulare la composizione nutrizionale degli alimenti che producono. Al fine di posizionarsi meglio nella scala del Nutri-Score rispetto ai concorrenti, nonché migliorare la qualità nutrizionale dell’offerta alimentare in maniera globale
Nutri-Score come funziona
Il Nutri-Score è supportato da basi scientifiche estremamente solide (più di 40 studi pubblicati da riviste internazionali peer reviewed) che hanno validato l’algoritmo alla base del calcolo (specialmente in rapporto agli effetti sulla prevenzione delle malattie croniche come i tumori, le malattie cardio-vascolari, l’obesità, e alla mortalità).
Questi studi hanno altresì dimostrato l’efficacia nell’aiutare i consumatori a orientare le scelte verso alimenti più favorevoli alla salute. Allo stesso modo, questi lavori hanno evidenziato la superiorità rispetto ad altri loghi esistenti o sostenuti da lobby o gruppi di pressione.
La scelta dei colori (dal verde al rosso) abbinata alle lettere (da A ad E) ne fa uno strumento semplice, intuitivo e comprensibile. In base agli effetti del Nutri-Score osservati sulla qualità nutrizionale degli acquisti, un modello di simulazione riconosciuto internazionalmente ha permesso di mostrare che, una volta applicato su tutti gli alimenti, il logo potrebbe essere associato, in Francia, a una riduzione della mortalità per malattie croniche legate alla nutrizione di circa il 3,4%.
Tenuto conto dei grandi problemi di salute pubblica collegati alla nutrizione (obesità, diabete, malattie cardio-vascolari, tumori…), il Nutri-Score è stato adottato da alcuni stati europei sulla base degli elementi scientifici e di salute pubblica che lo validano, del sostegno di agenzie di sanità e di società scientifiche di esperti, e della richiesta dei consumatori che lo sostengono fortemente.
È stato adottato dalla Francia (ottobre 2017), dal Belgio (aprile 2018), dalla Spagna (novembre 2018), dalla Germania (settembre 2019) e dall’Olanda (novembre 2019). Discussioni sono in corso in molti altri paesi europei.
Contrariamente a quanto afferma Salvini, il Nutri-Score non è mai stato sostenuto dalla Commissione europea. Che, d’altro canto, con il suo regolamento sull’informazione ai consumatori (FIC) votato nel 2011 e in vigore dal 2014 (grazie a una pressione efficace delle lobby) al momento vieta agli stati membri di rendere obbligatorio un logo (come il Nutri-Score) da apporre sulla parte frontale delle confezioni degli alimenti.
Il regolamento europeo in vigore è un ostacolo perché permette agli stati membri di adottare il Nutri-Score (o qualsiasi altro logo) solo su base volontaria. Bisogna notare che le associazioni europee dei consumatori hanno lanciato un’Iniziativa dei cittadini europei per costringere la Commissione europea a rivedere il suo regolamento FIC e permettere all’etichetta di diventare obbligatoria.
Sono dunque i consumatori, con il sostegno di scienziati ed esperti di salute pubblica, e non l’UE, che oggi chiedono a gran voce che il Nutri-Score sia implementato in tutta Europa e che diventi obbligatorio su tutti i prodotti.
Nutri Score danneggia prodotti italiani?
Tra gli argomenti avanzati da Salvini e gli eurodeputati della Lega, il Nutri-Score avrebbe lo scopo di distruggere l’alimentazione mediterranea. Ovviamente l’etichetta non è affatto un’arma contro la dieta mediterranea che, nella sua versione originale, è un modello alimentare sostenuto da tutti i nutrizionisti (specialmente quelli che hanno concepito e sviluppato il Nutri-Score) e ripresa nelle raccomandazioni alimentari di quasi tutta l’Europa, dal Nord al Sud.
Per sostenere la sua teoria, Salvini sottolinea il fatto che il semaforo classifica il Pecorino Romano, il Gorgonzola, il Prosciutto San Daniele e l’olio di oliva nelle categorie meno favorevoli sul piano nutrizionale. Questi esempi gli bastano per dire che il Nutri-Score si oppone alla dieta mediterranea.
Tuttavia, ciò è totalmente assurdo per diverse ragioni. In primo luogo, la dieta mediterranea non si limita al consumo di Pecorino Romano, Gorgonzola, Prosciutto San Daniele.
La piramide universale della dieta mediterranea mette bene in evidenza che l’alimentazione mediterranea è caratterizzata dal consumo in abbondanza di frutta, verdura, legumi, cereali (soprattutto integrali), moderato di pesce, limitato di prodotti lattiero-caseari e molto basso di carni, salumi e prodotti zuccherati, grassi e salati; e privilegia l’olio di oliva tra le materie grasse aggiunte ma non ne raccomanda un consumo ad libitum. L’alimentazione mediterranea non promuove mai, coma lascia intendere Salvini, formaggi e salumi (che siano italiani o no!).
In secondo luogo, se i formaggi e i salumi (e non solo quelli italiani) sono classificati per la maggior parte in D e talvolta in E, ciò si spiega dal fatto che contengono quantità significative di grassi saturi e di sale e sono anche calorici. Ma come tutti i prodotti classificati D o E con il Nutri-Score, i formaggi e i salumi possono perfettamente essere consumati nel quadro di un’alimentazione equilibrata.
Terzo, la pasta, il risotto, la polenta, le salse e i sughi e anche alcune pizze ricevono A o B nel sistema Nutri-Score, e anche loro rappresentano la ricchezza dell’alimentazione tradizionale italiana.
Infine, er quanto riguarda l’olio di oliva, che viene posto da Salvini come esempio eclatante, non riceve affatto una E rossa. È in classe C, cioè il miglior punteggio per le materie grasse aggiunte e per gli stessi oli vegetali. Le raccomandazioni di salute pubblica in Italia come altrove non suggeriscono di consumare l’olio di oliva senza limiti (è una materia grassa al 100% che è calorica come tutte le altre) ma spingono i consumatori a privilegiarlo rispetto ad altri oli vegetali e soprattutto ai grassi animali. È a questo obiettivo che contribuisce il Nutri-Score, che classifica l’olio di oliva con il miglior punteggio possibile (C) per gli oli vegetali (insieme all’olio di colza e l’olio di noci) e dunque meglio dell’olio di soia, girasole, mais (D), di quelli di cocco e palma (E) e del burro (E).
Alla luce di ciò, il vero scopo del Nutri-Score è fornire ai consumatori un’informazione, in valore relativo, che permette, in un colpo d’occhio, di poter confrontare la qualità nutrizionale degli alimenti, cosa molto importante per orientare le scelte al momento dell’acquisto.
D’altro canto, per definizione, il Nutri-Score non inventa nulla, non fa altro che reinterpretare in forma sintetica gli elementi della composizione nutrizionale presenti sull’etichetta nel retro della confezione.
È bene ricordare anche che il semaforo permette di confrontare la qualità nutrizionale di alimenti appartenenti alla stessa categoria. Per esempio, nella famiglia dei cereali per la prima colazione, comparare müsli con quelli al cioccolato e quelli al cioccolato ripieni; confrontare dei biscotti secchi con quelli ai frutti e al cioccolato; oppure le lasagne alla carne, con quelle al salmone e agli spinaci. E ancora i differenti piatti pronti a base di pasta; i tipi di pizza; le differenti tipologie di bevande (acqua, succhi di frutta, bevande a base di frutta, bibite gassate…). In ognuna di queste categorie il Nutri-Score può variare da A ad E, fornendo informazioni utili per la scelta.
Il semaforo permette di fare il confronto dello stesso prodotto venduto da marchi differenti Il semaforo permette di confrontare alimenti appartenenti a famiglie differenti, a condizione che ci sia una vera rilevanza nelle condizioni di uso o di consumo (e che siano spesso vicini sugli scaffali del supermercato). È il caso tipico dello yogurt e delle creme dessert, oppure dei cereali per la prima colazione rispetto a biscotti, pane o pasticcini.
La cartina di tornasole risiede nel fatto che i formaggi italiani non sono classificati dal Nutri-Score peggio degli altri latticini consumati in Europa, che siano essi francesi, spagnoli, olandesi, tedeschi, grechi o svizzeri.
Il Roquefort è classificato E, il Bleu d’Auvergne E, il Gouda E, il Manchego D o E, la Mimolette E, il Brie di Meaux D, L’Emmental D, il Conté D, il Saint-Nectaire D, il Camembert D, la Feta D o E… Bisogna sottolineare che tra i rari formaggi tradizionali classificati C (uno dei migliori punteggi per un formaggio), si ritrovano nomi celebri italiani come mozzarella, burrata e ricotta.
Lo stesso vale per i salumi italiani che non sono specificamente colpiti: se il prosciutto San Daniele è classificato D, è lo stesso per il prosciutto di Bayonne francese o il Serrano spagnolo. Per quanto riguarda i salami, si ritrovano allo stesso livello della rosette di Lione, del chorizo spagnolo e di altre salsicce diffuse in Europa.
Quindi, ricapitolando, non solo il Nutri-Score ribadisce gli assunti alla base della Dieta Mediterranea. Ma spinge anche le persone a svolgere attività fisica.
Insomma, Salvini è stato ancora una volta smascherato. Semmai ce ne fosse ancora bisogno.